Dune 7 secondo Brian Herbert e Kevin J. Anderson - Parte 1: trama

Si noti che, a differenza delle rare recensioni singole di libri (ma anche di quelle musicali) inserite nel blog, stavolta non ho inserito il titolo nella forma "Autore - Titolo dell'Opera". Questo perché, nel caso in oggetto, non considero i due soggetti come legittimi autori dell'opera: Dune 7, se mai fosse esistito, avrebbe dovuto essere scritto da Frank Herbert. Le motivazioni di questa frase le trovate ampiamente esplicate nel post che sarebbe in un certo senso il preambolo di questo, ma che è abbastanza lungo da essere un articolo autonomo. Vi rimando alla lettura di quello per capire le ragioni per cui considero Herbert jr e Anderson degli ignobili sciacalli dell'universo di Dune. Ma potete anche leggere soltanto questo, in cui illustro con abbondanza di dettagli quello che secondo i due sarebbe la conclusione dell'epica saga di Dune.

Disclaimer: questo è un post interamente composto di spoiler. È mio obiettivo dichiarato quello di fornire dettagli sulla trama dei libri Hunters of Dune e Sandworms of Dune (attualmente inediti in italia), proprio per mostrare come la saga vada a concludersi. Incidentalmente, per rendere chiara la trama dovrò riferirmi anche a dettagli della serie originale, in particolare agli eventi di Chapterhouse: Dune (o La rifondazione di Dune, l'ultimo libro scritto da Frank Herbert nel 1985). Se non ve la sentite, chiudete subito. Ma come consigliavo anche nel post precedente a questo, credo che fareste meglio a leggere quanto vi rivelo io, in modo da farvi passare la voglia di perdere tempo e moneta su questi libri osceni.

Ripetiamo in poche parole come sono andate le cose al di qua della quarta parete: Frank Herbert ha scritto sei romanzi della saga di Dune, e nell'ultimo di questo poneva le premesse per il capitolo conclusivo. Purtroppo, è morto prima di poterlo scrivere, e l'opera non è mai stata iniziata. Qualche decennio dopo, suo figlio Brian ha ritrovato alcuni appunti da lui conservati in una cassetta di sicurezza, che (a suo dire) contenevano un concept dettagliato della storia e dei personaggi dell'ipotetico Dune 7. Con il nobile scopo di portare a compimento il progetto del padre, Brian, avvalendosi della preziosa collaborazione di Kevin J. Anderson, ha iniziato a scrivere una sequela di libri... e ce ne sono voluti sei prima di arrivare alla prima parte della conclusione della saga, Hunters of Dune, seguito un anno dopo dall'ultimo volume Sandworms of Dune.

Per capire bene il contesto, è bene anche rinfrescare come stanno le cose all'interno della storia alla fine di Chapterhouse: Dune. Su Chapterhouse, il pianeta-quartier generale delle Bene Gesserit, Murbella, la prima Matre Honorata a essere diventata una Reverenda Madre tramite l'agonia della Spezia, è la Madre Superiora della nuova Sorellanza composta dall'unione di Bene Gesserit e Matres Honorate, e si prepara all'arrivo del Nemico che ha spinto le Matres a tornare indietro dalla Dispersione e conquistare il Vecchio Impero. Nello stesso momento, l'ennesimo ghola di Duncan Idaho riesce a far volare la non-nave in cui era prigioniero, portando via con sé da Chapterhouse Sheeana, il giovane ghola Miles Teg, gli ebrei guidati dal Rabbino, alcune Bene Gesserit ribelli e il Maestro tleilaxu Scytale, che conserva in un capsula a entropia zero nel suo sterno le cellule di tutti gli eroi dell'epoca di Muad'Dib: Paul Atreides, Lady Jessica, Gurney Halleck, Thufir Hawat, Stilgar, Chani, Leto II... E nell'ultimo capitolo del libro, compaiono Daniel e Marty, i due anziani apparentemente innocui che Duncan Idaho aveva sorpreso a spiarlo tramite una "rete", un mezzo di comunicaizone, e forse di manipolazione, di una tecnologia sconosciuta. Impegnati a curare le piante del loro giardino, i due conversano, riferendosi alla fuga di Duncan, e a tutte le possibilità che essa comporta. Questo è il loro dialogo nelle ultime righe di Chapterhouse (mi prendo qualche libertà eliminando le parti narrate non rilevanti nella conversazione):
– Li hai lasciati scappare deliberatamente, Daniel!
– Suvvia, Marty: non è stato deliberato. Mi ha sorpreso. Sapevo che ci vedeva, ma non sapevo che vedesse la rete.
– E avevo scelto per loro un pianeta così bello! Uno dei migliori. Un vero test per le loro capacità.
– Non serve piagnucolare. Adesso sono dove non potremo mai toccarli. Era diffuso così sottilmente, però, che mi aspettavo di pigliarlo con facilità.
– Avevano anche un Maestro Tleilaxu. L'ho visto quando sono passati sotto la rete. Mi sarebbe tanto piaciuto studiare un altro Maestro.
– Non vedo il perché. Ci fischiavano sempre... ci costringevano a calpestarli. Non mi piace trattare in quel modo i Maestri, e lo sai! Se non fosse per loro...
– Non sono dèi, Daniel.
– Neppure noi.
– Penso sempre che tu li abbia lasciati scappare. Sei così ansioso di potare le tue rose!
– Cosa avresti detto al Maestro, comunque?
– Avrei scherzato, quando ci avesse chiesto chi eravamo. Lo chiedono sempre.
– Sarebbe stato divertente. Fanno così tanta fatica ad accettare il fatto che i Volti Danzanti possono essere indipendenti da loro.
– Non vedo perché debbano farla. È una conseguenza naturale. Ci hanno dato il potere di assorbire i ricordi e le esperienze di altra gente. Raccogline abbastanza, e...
– Sono persone quelle che prendiamo, Marty.
Fa lo stesso. I Maestri avrebbero dovuto sapere che ne avremmo raccolte abbastanza da potere, un giorno, decidere da soli sul nostro futuro.
E il loro.
Oh, mi sarei scusata con lui, dopo averlo messo al suo posto. Si possono dirigere gli altri solo fino a un certo punto, non è così, Daniel?
Quando ti compare quell'espressione sul viso, Marty, io vado a potare le mie rose.
Marty gli gridò: – Raccogli abbastanza gente e avrai una grossa palla di conoscenza, Daniel! Questo gli avrei detto. E quelle Bene Gesserit sulla nave! Gli avrei detto quante di loro ne ho. Hai mai notato quanto si sentono alienate quando le sbriciamo?
Daniel si chinò sulle sue rose nere.
La donna lo fissò con le mani sui fianchi.
Per non parlare dei mentat – disse Daniel. – Ce n'erano due su quella nave, entrambi ghola [= Miles Teg e Duncan Idaho]. Volevi giocare con loro?
I Maestri hanno sempre cercato di controllare anche loro.
Quel Maestro avrà dei guai se cercherà di fare il furbo con quello più grosso [= Duncan Idaho].
Anche i mentat! – gridò Marty. – Gliel'avrei detto. Non valgono neanche due soldi.
Soldi? Non credo che avrebbero capito. Le Reverende Madri, sì, ma non quel grosso mentat. Non arrivava così indietro.
Sai cos'hai lasciato scappare, Daniel? – lei gli chiese, avvicinandosi. – Quel Maestro aveva una capsula nullentropica nel petto. Piena di cellule di ghola, per giunta!
L'ho vista!
È per questo che li hai lasciati scappare!
Non li ho lasciati scappare. – Le sue forbici da potatore fecero snip-snip. – Ghola... faccia pure.

Ora, per chiunque conosca un minimo il Duniverse, è abbastanza chiaro il senso di queste parole. Ma anche per chi non ha mai letto nulla della saga, il significato letterale delle parole è piuttosto chiaro: Daniel e Marty hanno praticamente ammesso di essere dei Volti Danzanti, in grado di assorbire ricordi e personalità di altre persone, e a causa di questo accumulo di esperienze evoluti a un grado superiore di coscienza. Pur non essendo in grado di dire quali siano i loro scopi e con quali mezzi possano cercare di raggiungerli, la loro natura è praticamente rivelata in queste poche battute. E invece...


Ma procediamo con ordine, partento da Hunters of Dune. Nelle 520 pagine del libro, l'azione di svolge principalmente su due piani principali, più un paio di trame accessorie. Da una parte Murbella e la sua Nuova Sorellanza composta dall'unione tra Bene Gesserit e Matres Honorate, che cerca di prepararsi per il nemico che si sta avvicinando (pur non conoscendone l'identità). Murbella deve affrontare varie difficoltà, prima di tutto per mantenere integre le due parti della Nuova Sorellanza, per combattere alcuni gruppi indipendenti di Matres Honorate, e monitorare la crescita dei Vermi che stanno desertificando Chapterhouse. C'è poco altro da dire per quanto riguarda il suo ruolo all'interno del libro. L'altro filo narrativo principale è quello che si svolge sulla non-nave guidata da Duncan Idaho e Sheeana, dispersa nel'universo per una serie di balzi casuali che Idaho decide di compiere per sfuggire alla rete proiettata da Daniel e Marty. Ben presto, come era chiaro che sarebbe successo, il Maestro Tleilaxu Scytale mette a disposizione le cellule custodite nella sua capsula nullentropica, e vengono creati ghola dei personaggi storici contemporanei a Paul Atreides. Nascono come normali bambini, e crescono a un ritmo normale, in attesa del momento in cui i loro ricordi potranno essere risvegliati con uno shock abbastanza forte. La non-nave balzella qua e là, e solo con un'estrema botta di culo arriva infine nei pressi di un pianeta abitato, che si scopre essere il pianeta dei Manipolatori, i creatori dei futar (gli uomini-felino apparsi in Chapterhouse creati per cacciare le Matres Honorate). I Manipolatori si presentano come amici dei nuovi arrivati, ma la loro ospitalità si rivela una trappola, ed essi stessi sono in realtà Volti Danzanti che evidentemente sapevano del loro arrivo. Il gruppo riesce a fuggire, grazie soprattutto a uno "sprint" di Teg (che aveva mostrato in precedenza l'abilità di accelerare il metabolismo e muoversi a velocità superumana). Tra le trame minori troviamo un altro ghola, stavolta nientepopodimenoché di Vladimir Harkonnen, cresciuto su Caladan da un Volto Danzante (alle dirette dipendenze di Daniel e Marty, che lo trattano anche un po' di merda), il quale, dopo aver ottenuto lo sblocco dei ricordi, diventa il tutore di un altro ghola di Paul Atreides. L'obiettivo di Daniel e Marty è quello di ottenere un Kwisatz Haderach: avrebbero potuto trovarlo sulla non-nave, ma l'hanno persa, per cui hanno messo in atto questo piano B. Non è comunque chiaro perché Paul Atreides 2 (che per comodità gli stessi autori ribattezzano Paolo. Sì. Paolo.) debba essere educato dal Barone Harkonnen. Su Tleilax invece, un altro Tleilaxu, con l'aiuto del ghola (mattuggarda!) di Waff (un Maestro morto durante la distruzione di Arrakis in Dune Heretics), cerca un modo di creare Spezia artificiale, agli ordini delle Matres Honorate ribelli, guidate da Hellica... che poi si scopre essere un Volto Danzante (matturriguarda!). Waff riesce però a fuggire durante l'attacco di Murbella su Tleilax, e trova rifugio presso la Gilda Spaziale, promettendo di creare una nuova varietà di Vermi più forte e produttiva. Negli ultimi capitoli di Hunters, si arriva infine a scoprire chi è il Nemico che sta per invadere e distruggere tutto: le macchine pensanti, redivive dalla Jihad Butleriana, che hanno ricostituito il loro Impero Sincronizzato e si preparano ad annientare per sempre l'umanità. E ciò comporta che Daniel e Marty...

Daniel e Marty sono rispettivamente Omnius ed Erasmus, ovvero l'IA superma che guida le macchine e la sua controparte robotica, una specie di eccentrico e sadico C3PO compulsivamente affascinato dalla "natura umana". Daniel e Marty, a dispetto di quanto qualunque indizio portava a credere, nonostante la stessa ammissione concessa nell'ultimo capitolo di Chapterhouse, non sono Volti Danzanti evoluti, ma sono macchine. La forma di una coppia di anziani era un'apparenza illusoria che i due si davano per... boh, per gioco, perché si sa che le IA sono delle burlone. Hunters si conclude con questa rivelazione e con la spiegazione di come i due sono sopravvissuti alla Battaglia di Corrin, l'ultimo decisivo scontro tra umanità e macchine pensanti: a un passo dalla distruzione,  Omnius si è "trasmesso" nello spazio (e in effetti in una sequenza di The Battle of Corrin, una gigantesca antenna parabolica emerge dalle macerie della città e spara qualcosa in aria, per poi disintegrarsi), e il segnale è stato poi captato da delle sonde che aveva inviato in precedenza in esplorazione. Lì, oltre la Galassia abitata dal'uomo, ha iniziato a ricostruire il suo Impero, pianificando da sempre l'annientamento dell'umanità.

E passiamo quindi a Sandworms of Dune, "the long awaited sequel to Chapterhouse: Dune", come recita la tagline in copertina. La storia si sviluppa sugli stessi piani di Hunters, ma alcune trame iniziano a convergere. Il Barone Harkonnen e Paolo vengno invitati a Synchrony (il pianeta-città-capitale dell'Impero delle macchine), in attesa della cattura della non-nave, in modo che Omnius possa scegliere il Kwisatz Haderach che secondo le sue "proiezioni matematiche" (una formula ripetuta così spesso da sembrare un nome proprio) gli sarà necessario per portare avanti il Kralizec (= la fine dei tempi). Sulla non-nave intanto i piccoli ghola crescono, e i primi vengono "risvegliati" alle loro vite precedenti, tutti tranne Paul e Thufir Hawat. A bordo si susseguono numerosi piccoli incidenti che fanno pensare al sabotaggio, e, mioddio, quanto è epico tutto ciò! L'universo sta per soccombere allo scontro finale dell'umanità, e qui ci si preoccupa di qualcuno che svita bulloni. Ben presto (cioè, dopo metà libro) si scopre che il sabotatore è proprio Thufir, che guarda caso è un Volto Danzante. E non è l'unico, perché anche il Rabbino si rivela essere un intruso, e solo allora tutti si ricordano che durante la fuga dal pianeta dei Manipolatori i due si erano attardati ed erano rientrati per ultimi sulla non-nave. L'astronave comunque ha continuato coi suoi balzi casuali, raggiungendo anche Qelso, un pianeta su cui le Bene Gesserit hanno trasferito alcuni Vermi e che si sta desertificando. Qui Stilgar e Liet-Kynes e gli Ebrei scendono come alla fermata del bus, perché probabilmente gli autori non sapevano che farsene di loro capiscono che possono aiutare gli abitanti il pianeta con le loro conoscenze. Quello che avviene a Murbella e alla sua Nuova Sorellanza è praticamente privo di rilievo. E cammina cammina, ci stiamo avvicinando alla battaglia finale.

Ma prima di passare a narrare l'epica battaglia finale, torniamo a parlare di Waff, il Maestro Tleilaxu che ha promesso alla Gilda una nuova genia di Vermi delle Sabbie. Ecco, Waff ha la straordinara idea di intervenire sul genoma dei Vermi e renderli resistenti all'acqua. Geniale, no? Possibile che in quindicimila anni in cui i Vermi sono stati scoperti su Dune, e solo lì erano in grado di sopravvivere e produrre Spezia, la merce più preziosa dell'universo, nessuno ci avesse mai provato? Evidentemente no, serviva aspettare che si approssimasse il Kralizec. Chiaramente quest'opera di ingegneria genetica presenta la stessa difficoltà di montare un omino della Lego, e si fa in tempo addirittura a impiantare qualche Waterworm su Buzzell, un pianeta scelto a caso. Qualche tempo dopo Waff torna a pescare proprio su Buzzell, e tira su un capitone che sarebbe bastato per quindici cenoni di natale consecutivi. Il vermone ha dentro di sé una sacca con della Spezia, che, anche qui non si sa per quale ragione, è superconcentrata, tanto da guadagnarsi l'enigmatico nome di Ultraspezia. Non soffermiamoci sull'assurdità di questo punto, ne riparleremo in seguito.

Tornando alla non-nave, il climax finale inizia quando, una volta smascherato il Rabbino-Volto Danzante, questo lancia un segnale di richiamo verso i suoi padroni, rivelando la posizione dell'astronave alle macchine, che subito si avventano sulla preda. C'è da chiedersi perché invece di perdere anni con inutili sabotaggi, i Volti Danzanti a bordo non avessero subito fornito la loro ubicazione. Fatto sta che una flotta di navi da guerra accorre per circondare la non-nave, e inizia a bombardarla. A salvare la situazione ci pensa Miles Teg, accelerando di nuovo a supervelocità e predisponendo da solo le difese. La sua battaglia dura decenni del suo tempo soggettivo e, beh, ci dispiace Miles, ma non serve a niente, perché le macchine catturano comunque l'equipaggio. E Teg muore prosciugato per lo sforzo compiuto. Idaho, Sheeana e i ghola vengono portati a Synchrony, dove fanno la conoscenza di Omnius ed Erasmus. Il primo, fiero del suo successo, propone un insensato duello tra i due ghola di Paul Atreides, per determinare quale sia il Kwisatz Haderach più forte e utilizzarlo per i suoi scopi. In palio c'è una fornitura di Ultraspezia, portata gentilmente dal leader dei Volti Danzanti che aveva resuscitato il Barone Harkonnen. A vincere il duello è Paolo (= la versione cattiva) che poi eccitato si spara tutta l'Ultraspezia in una tirata sola, e muore di overdose. Paul (quello buono) nel frattempo ha riguadagnato i suoi ricordi, e si è ricordato di essere addestrato come una Bene Gesserit e poter controllare coscientemente il suo corpo: inizia quindi a ripomparsi il sangue nelle vene, e si rimette in piedi, giusto in tempo per concedere l'ultima sorpresa: nelle sue visioni Paul ha scoperto che l'Ultimate Kwisatz Haderach non è lui, ma Duncan Idaho! Idaho ci pensa un po' e poi deve riconoscere che, sì, in effetti è proprio lui. Nel frattempo Synchrony è devastata dall'attacco dei Vermi che erano conservati nella stiva della non-nave (che si sono fusi in unico Megavermone, come palline di pongo!), guidati dal ghola Leto II. E il ghola del Dottor Yueh ha l'occasione di uccidere il Barone e vendicarsi così della morte di sua moglie. Ma questo non ha alcuna rilevanza nello scontro che si sta svolgendo.

Perché a questo punto abbiamo la sequenza che ridefinisce il concetto di "deus ex machina". Dal nulla, compare nei cieli di Synchrony l'Oracolo del Tempo in persona! Ma chi sarebbe? Chiaro, Norma Cenva! Sì, ok, ma chi è? In pratica si tratta del primo Navigatore, colei che ha scoperto le potenzialità prescienti della Spezia, personaggio che compare nella serie dei Legends of Dune. Per ragioni non più plausibili del fatto che ci fosse bisogno di un jolly da giocarsi all'ultimo momento, Norma ha in qualche modo "trasceso" la dimensione umana ed è una specie di spirito-guida della Gilda Spaziale (si noti che la Gilda è sempre stata rappresentata da Frank Herbert come un'organizzazione pragmatica e materialista, seppur misteriosa, sicuramente poco incline a misticismi). L'Oracolo si presenta da Omnius e gli dice che sta per dargliele sode. Lui le fa presente che non può distruggerlo, perché lui è semplice informazione, al che lei lo "estrae" dall'universo, rimuovendo ogni bit di dati che lo compone e spedendolo in un universo adiacente. In questo modo, nello spazio di sei righe, ci siamo liberati del Nemico che perseguita l'umanità da qualcosa come duecento secoli. Perché, se era in grado di fare questo, Norma Cenva non ci ha pensato diciottomila anni prima, o perlomento quando l'Impero delle macchine iniziava a farsi pericoloso? Non è dato di saperlo. Lei è l'Oracolo. Fatto il suo, se ne va.

Ma se pensate che questo si anticlimatico, ecco un altro colpo di coda. Mentre Erasmus e Idaho conversano amabilmente, il leader dei Volti Danzanti si frappone, annunciando che loro hanno il controllo di tutto, che loro hanno sfruttato le macchine per riprodursi, che loro stanno guidando la battaglia e che loro hanno vinto. Avevano intenzione di distruggere Omnius a tempo debito, ma dato che altri hanno già sistemato questa incombenza, tanto meglio. Qui si può sospettare che finalmente ci sia uno sviluppo inatteso e interessante, un nemico dietro il nemico, una terza fazione manipolatrice che... no, non si fa in tempo a convincersi. Perché mezza pagina dopo, Ersasmus riferisce al Sig. Volto Danzante che lui aveva sempre saputo dei loro progetti, per cui ha inserito in ognuno di loro un sistema di sicurezza. Dopodiché, con solo un cenno del capo, disattiva tutti i Volti Danzanti dell'universo, anche quelli che, a migliaia di anni luce di distanza, stavano combattendo contro Murbella, che quindi se la vede andare di lusso.

E in pratica siamo all'epilogo. Erasmus consegna a Duncan Idaho le chiavi dell'Impero Sincronizzato, questi accetta il suo ruolo di Kwisatz Haderach e si prepara a forgiare la nuova epoca di macchine e uomini che vivono insieme. I ghola tornano a fare quello che più gli piace (Lady Jessica ad esempio dà sfogo alle sue tendenze pedofile facendosi regalare un ghola del Duca Leto per poterlo crescere con sé), Murbella e Idaho si riuniscono, e le macchine raggiungono il Vecchio Impero, ma ora sono solo dei trattorini automatizzati, e aiutano l'uomo nelle sue faccende quotidiane. L'ultima scena mostra Paul e Chani su Dune (nonostante il pianeta fosse stato obliterato dalle Matres Honorate) che fanno gli sposini. The end.


A questo punto, prendiamo un bel respiro, perché si è discorso parecchio. Ho dovuto condensare mille pagine di storia in un unico riassunto, e per quanto buona parte di quella storia sia irrilevante, non è un'impresa tanto leggera. Prendetevi un po' di tempo per rileggere tutto, con calma, perché questa era solo la prima parte. Adesso mancano le considerazioni finali, che sono il più e il meglio. Ma non lo faremo qui. Ci prenderemo lo spazio di un altro post, altrimenti questo diventa scoraggiantemente lungo. Nel prossimo post di questa serie dedicata a Dune, vedrò di tirare le somme, e spiegare perché questo supposto Dune 7 sia una massiva opera di sciacallaggio.

2 commenti:

  1. Bè l'analisi è senza dubbio degna di nota, complimenti per le recensioni!

    Io personalmente tendo a considerare far parte della saga di dune solamente i primi 6 libri + 2 di Dune 7. Questo semplicemente perchè come già detto da te, ci sono numerosi controsensi nei prequel vari.

    Sulla parte del dialogo di Marty e Daniel alla fine di Dune 6 però, posso dire una cosa. Se rileggi attentamente tutta la parte dell'Imperatore Dio di Dune dove Siona e Leto II sono nel deserto, noterai come le visioni mostrano "macchine cacciatrici da cui è impossibile sfuggire", e quello è uno dei punti cardini di Kralizec.
    "After improperly using her still-suit to preserve moisture, dehydration forces her to accept Leto's offer of spice-essence from his body to replenish her, and she endures Spice Agony to discover the scope of Leto's prophecy known as the Golden Path, and glimpses the future where humanity is hunted to extinction by machines."
    Da http://en.wikipedia.org/wiki/God_Emperor_of_Dune


    Quindi ecco perchè Dune 7 (hunters e sandworms) li considero come finale, perchè molte idee sono sviluppate, si vede che vi è la "mano" di Herbert! E poi non sapremo mai nulla del "vero" modo in cui la saga finiva. Per me era simile!

    Ah, poi ecco la foto del dischetto tanto discusso (se è lui):
    http://dune.wikia.com/wiki/Dune_7

    Meno male che hanno scritto Dune 7!!! Saluti

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  2. Sì infatti nel post successivo a questo ho affermato anch'io che sono convinto che Frank Herbert pensasse di far tornare le macchine pensanti come ultimo nemico dell'umanità. ma dubito fortemente che il suo modo di concepire e far intervenire questo nemico fosse quello che ci hanno proposti Herbert/Anderson.

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