Insomma ieri lo sapete c'è stata questa cosa delle manifestazioni un po' in tutto il mondo, soprattutto di ragazzi che hanno bigiato la scuola, eheh, furbi loro, e sono andati per le strade con cartelli che variano da "what i stand for is what i stand on" a "mi si stanno scaldando le birre". La mascotte di questo sommovimento globale è quella ragazzina svedese, Greta Thunberg, che ha sedici anni ma è ancora una bambina, per nulla sessualizzata, non come certe sedicenni che ci siamo capiti no, ha il viso tondo da puttino e va in giro con le treccine e il cappello di lana perché al suo paese fa freddo, almeno per ora.
A molti Greta non sta simpatica. Eminenti personalità pubbliche e private hanno espresso perplessità su questo personaggio, che per molti è troppo artefatto, una figura costruita a tavolino apposta per poter smuovere le masse e far abboccare il popolo bue (di cui ovviamente non fa parte chi espone l'idea, perché i buoi non sono mai quelli dei paesi tuoi, sono sempre gli altri) e portarlo in piazza a protestare, come è successo come questo Friday for Future, eheh, mica scemi, gli scioperi sempre di venerdì così ci si allunga il weekend.
Greta non sta simpatica neanche a me. La sua icona e la sua narrazione sono così palesi che potrebbe benissimo essere un fantoccio con un ventriloquo che le tiene una mano su per il colon e le fa scrivere i cartelloni. Diffido di questi storytelling, per usare una parola cara ai magnaschei. Il nome di Greta lL'ho messo lì nel titolo come clickbait perché avete bisogno di essere triggerati per leggere un testo di più di dodici parole emoji incluse. Eppure, ieri ho visto le immagini e i post di queste proteste in tutto il mondo ed ero contento per loro. E quando ho visto invece commenti negativi, ostili, sprezzanti, ho avvertito uno strano fastidio.
E lì mi sono preoccupato. Perché, alla fine ammecheccazzomenefregammé, se uno stronzo qualunque su facebook dice che quei ragazzini farebbero meglio ad andare a lavorare? Succede sempre quando ci sono delle manifestazioni, che ci sia una fazione opposta che scredita chi era presenta e i loro argomenti, e quando mai questo mi ha irritato? Anche quando fosse una manifestazione che promuove valori a me cari, chessò, un raduno di abducted o un matrimonio pastafariano, non me la prendo mica se arriva qualcuno a dire che quelli lì sono tutti degli imbecilli e andassero a zappare l'orto invece di fare tanto casino. E invece stavolta ho sentito quel prurito ai polpastrelli che non sentivo da tanto, quello che mi ha portato a contravvenire a una delle mie regole e discutere su facebook con degli sconosciuti. Orrore. I did not sign for this.
Allora ho cercato di capire come mai la cosa stavolta suscitasse in me questa reazione. Ci sono arrivato la sera, senza averci mai davvero pensato, lasciando che le subroutine del cervello girassero in background per risolvere il problema. E come spesso accade coi grandi dilemmi della vita, la soluzione è di una banalità disarmante.
Il punto è che non c'è motivo di essere contrari a queste manifestazioni.
Non c'è un solo motivo al mondo, nella storia, nella vita. Mai, in nessun posto, per nessuno.
Mi spiego meglio. Quando la gente manifesta, lo fa per promuovere una propria visione del mondo che ritiene importante. Io manifestante ti faccio vedere che questa cosa merita la tua attenzione. È una questione di ideologie, di sensibilità, di priorità. Ma proprio perché ci sono di mezzo
ideologie, sensibilità e priorità, è normale che qualcuno non sia d'accordo. Che qualcuno abbia una visione opposta e quindi non voglia sostenere quell'idea, e consideri stupido, superficiale o manipolato chi invece ci crede. Facciamo degli esempi di cause per cui manifestare in ordine sparso di condivisibilità, per mostrare come ci sia sempre qualcuno che ha diritto di essere in disaccordo.
Se gli hippy manifestano per la liberalizzazione delle droghe, è normal che i proibizionisti non saranno d'accordo.
Se gli operai manifestano per ridurre l'orario di lavoro, è normale che gli industriali non saranno d'accordo.
Se i texani manifestano per la liberalizzazione delle armi, è normale che i pacifisti non saranno d'accordo.
Se i cattolici manifestano contro l'aborto, è normale che le donne non saranno d'accordo.
Se un comune manifesta contro la mafia, è normale che i mafiosi non saranno d'accordo.
Se le mamme manifestano contro i preti pedofili, è normale che la chiesa non sarà d'accordo.
In tutti questi casi, per quanto una causa possa apparire nettamente giusta per una persona, può apparire nettamente sbagliata per un'altra. Per ragioni di ideologia, sensiblità, priorità. Ci possono essere punti di vista diametralmente opposti e per quanto molti difficili da comprendere, si sa che esistono. La
fede in un'ideologia (politica, religiosa, sportiva) provoca gravi scompensi nelle capacità di ragionamento delle persone, questo è risaputo. È paradossale ma è così, ci siamo tutti abituati, lo vediamo tutti i giorni. Ci possono essere motivi perversi che portano a sostenere qualunque causa contraria al senso comune. Per dire, c'è gente che
giustifica pure la zoofilia.
Ma nel caso del Friday for Future, di Greta, delle proteste per la conservazione del pianeta, il discorso è diverso. Chi può essere contrario a questa causa? Quale ideologia impone di distruggere l'ambiente?
Sì, eccolo lo sveglione con la maglietta rossa e i rasta che dice "cioè, zio, il capitalismo sfrenato, no, cioè lo vedi, come consuma tutto e ci ha portati al collasso invece di valorizzare le persone...", al che gli faccio cenno di sedersi e riprendo la parola. No, gli rispondo, il capitalismo non ti dice che devi distruggere l'ambiente: ti dice che devi fare tutto quello che serve per accumulare capitale, che non te ne frega nulla delle conseguenze delle tue azioni, puoi inquinare le falde, impoverire la gente diffondere la malaria, fregacazzo, basta che fai soldi. Però non è che devi distruggere il mondo. Anche perché da bravo magnaschei le vacanze te le vorrai pur fare in sullo yacht ormeggiato a Zanzibar, no? E allora mica possiamo finire tutti a Zanzibar con l'acqua fino alle ginocchia, bisogna che qualche posto sano continui a esistere. La distruzione degli ecosistemi è un effetto collaterale del capitalismo, non è il suo obiettivo.
Quindi si torna lì.
Non c'è una ragione, per quanto perversa, per cui una persona possa essere contraria a questo messaggio. Indipendentemente da età, collocazione, ricchezza, razza, religione, orientamento sessuale, regime alimentare, o qualunque altra cosa che vi permetta di dividere un gruppo di persone in categorie separate. Cristosanto, anche un sostenitore dell'
estinzione volontaria dell'umanità, pur augurandosi la fine della specie non ritiene di doversi portare il pianeta nella tomba. Se anche non te ne frega nulla del mondo, non hai niente da perdere dal fatto che qualcuno se ne occupi. È una situazione win-win per tutti, sempre, in qualunque condizione.
Ecco perché ho sopportato male tutti quei commenti che puntavano a screditare questo movimento. Perché sono illogici e/o falsi. Nella maggior parte dei casi, presumo, sono una posa. Un atteggiarsi a quello che ha-ha, io mica ci casco,ad andare dietro alla ragazzina con le trecce che manco ha messo su le tette ancora, che poi il nobel per la pace l'hanno dato pure a Obama, bella merda. Qualche ora di di ragionamento dovrebbero portare chiunque a concludere che, se anche non ti importa che il mondo bruci, non cambierà nulla se invece qualcuno soffia sulle fiamme. Anzi, ora che ho messo per iscritto tutto questo, basta qualche minuto, il tempo di leggere questo post. Scusa se non ho aggiunto emoji per facilitare la lettura.
Greta non mi piace. Ho idea che se ci trovassimo insieme a cena sarebbe una di quelle cacacazzo che vogliono la pizza di farina di kamut (che poi non lo sa che il kamut è un nome commerciale mica una varietà di grano, la scema) e la mozzarella senza lattosio ed è pure astemia anche se l'alcool è perfettamente naturale. Sarebbe una serata di sguardi di traverso e tanti silenzi imbarazzati. Ma Greta ha ragione. Lei, e tutti quelli che stanno con lei. Anche tutti quelli che la manovrano, per dio. Hanno tutti ragione, ma non nel senso che sanno loro cosa è giuto fare. Hanno ragione nel senso matematico del termine, come ha ragione la dimostrazione di un teorema: è una correttezza assoluta, che non ammette repliche, che fa parte dello stesso tessuto della realtà.
Greta Thunberg è un personaggio costruito? Può darsi. Il Friday for Future è stato ingigantito dai media? Probabile. Alle manifestazioni c'erano tanti ragazzi che volevano solo saltare un giorno di scuola? Sicuro. Questi bimbetti sono troppo piccoli per capire davvero il problema? Certo, come tanti adulti. Tutti quelli che hanno partecipato sono stati manipolati da qualche centro occulto di potere che vuole far diventare l'ambientalismo l'ideologia dominante? Magari. Di tutto questo di spuò discutore, ma niente toglie un solo grammo alla gravità del concetto di fondo.
Greta ha ragione. E se non siete d'accordo, in realtà non avete semplicemente torto. Non esistete proprio.