Vista la mia adorazione per Charlie Kaufman e tutte le sue opere, pare strano che non abbia mai scritto nulla su Anomalisa, il suo film più recente, di cui è autore e regista, e che ha richiesto qualcosa come otto anni di lavoro. Questa tempistica completamente al di fuori dei parametri hollywowdiani di oggi è parzialmente giustificata se si considera che stiamo parlando di un film in stop motion. Realizzare, animare e filmare decine di pupazzetti è un lavoro immane di per sé, e diventa colossale quando ogni dettaglio dell'ambientazione e dei personaggi è studiato per apparire il più realistico possibile, con l'obiettivo di far dimenticare allo spettatore che sta guardando un film d'animazione invece che un live action.
In realtà, fin dai primi fotogrammi non si può fare a meno di notare che stiamo vedendo dei simulacri invece di "persone vere", nonostante la cura con cui sono realizzati i volti e i movimenti dei personaggi. Quella giunzione ai lati della testa (che io all'inizio avevo interpretato come stanghette degli occhiali) ci ricorda continuamente che stiamo vedendo qualcosa di artificiale, o meglio ancora una maschera. È stata una precisa scelta mantenere questi dettagli, che conferisce a tutti i personaggi su schermo un senso di uncanny difficile da scrollarsi di dosso per l'intera durata del film. Quelli che vedi sono umani, ma non sono proprio umani, e forse lo sanno. Lo sa, o almeno lo intuisce, il protagonista, che arriva pericolosamente vicino a togliersi la maschera.
L'altro particolare determinante, e a mio avviso genuinamente geniale di Anomalisa non si nota subito, ma solo dopo una ventina di minuti. All'inizio è solo un sospetto, poi si pensa di essersi confusi, poi ne abbiamo la conferma: tutti nel film hanno la stessa voce. Escluso il protagonista Michael (e in seguito Lisa), uomini donne e bambini parlano tutti con la stessa voce. Considerando che la voce è fondamentale per caratterizzare un personaggio animato, questo influisce in modo pesante sulla percezione del film, e anzi, in ultima analisi è probabilmente il punto centrale di tutta la vicenda. In effetti, sempre esclusi Michael e Lisa, tutti gli altri hanno anche lo stesso volto, ma questo è un particolare che forse si nota meno, camuffato da diverse acconciature e abiti... o forse è solo colpa della mia comprovata incapacità di distinguere i lineamenti di un volto.
La trama è abbastanza semplice, anzi quasi impercettibile. Il protagonista Michael è l'autore di un manuale di auto-aiuto che ha avuto un discreto successo, e deve tenere una conferenza a Cincinnati proprio sul suo libro. In albergo conosce Lisa, l'unica persona con un volto e una voce diversa dagli altri, e ne rimane subito affascinato, nonostante lei sia bruttina, timida, impacciata. Passano la notte insieme e la mattina dopo Michael inizia a vedere Lisa in modo diverso, anzi uguale, uguale a tutti gli altri. È importante considerare che Anomalisa è l'adattamento di un pezzo teatrale scritto dallo stesso Kaufman, e si nota molto nei tempi narrativi e nella trama portata avanti in pratica dai dialoghi. Mi rendo conto però che il film in questa forma, superato lo straniamento visivo e uditivo iniziale, possa risultare abbastanza noioso. Insomma, alla fine è la solita storia di due persone fuori luogo che si incontrano e cercano di trovare senso l'uno nell'altro: been there, done that.
Ovviamente i lavori di Charlie Kaufman non sono mai da prendersi per quello che appaiono, e i livell di lettura sono molteplici, a volte nascosti sotto strati di indizzi disseminati qua e là. Un esempio è il nome dell'hotel, oppure le voci uguali di cui già ho parlato. Per chi ha familiarità con l'opera di Kaufman, si possono notare tanti temi ricorrenti e citazioni, le più palesi a Essere John Malkovich, ma anche Adaptation, Eternal Sunshine, perfino il meno apprezzato Human Nature. Vedere Anomalisa senza conoscere la "poetica" di Kaufman può essere un'esperienza incompleta, come andare all'opera senza il libretto di sala e quindi non essere in grado di seguire cosa i personaggi stanno dicendo.
Devo ammettere che io stesso mi aspettavo altro (e meglio) da questo film, soprattutto visto il lungo periodo di gestazione, ma forse dopo l'opera definitiva Synecdoche New York avevo aspettative troppo alte, impossibili da raggiungere. La riproposizione di temi già noti e l'adattamento della versione teatrale penalizzano l'impatto di Anomalisa, che resta comunque un'opera di grande ispirazione e tecnicamente impeccabile.
La trama è abbastanza semplice, anzi quasi impercettibile. Il protagonista Michael è l'autore di un manuale di auto-aiuto che ha avuto un discreto successo, e deve tenere una conferenza a Cincinnati proprio sul suo libro. In albergo conosce Lisa, l'unica persona con un volto e una voce diversa dagli altri, e ne rimane subito affascinato, nonostante lei sia bruttina, timida, impacciata. Passano la notte insieme e la mattina dopo Michael inizia a vedere Lisa in modo diverso, anzi uguale, uguale a tutti gli altri. È importante considerare che Anomalisa è l'adattamento di un pezzo teatrale scritto dallo stesso Kaufman, e si nota molto nei tempi narrativi e nella trama portata avanti in pratica dai dialoghi. Mi rendo conto però che il film in questa forma, superato lo straniamento visivo e uditivo iniziale, possa risultare abbastanza noioso. Insomma, alla fine è la solita storia di due persone fuori luogo che si incontrano e cercano di trovare senso l'uno nell'altro: been there, done that.
Ovviamente i lavori di Charlie Kaufman non sono mai da prendersi per quello che appaiono, e i livell di lettura sono molteplici, a volte nascosti sotto strati di indizzi disseminati qua e là. Un esempio è il nome dell'hotel, oppure le voci uguali di cui già ho parlato. Per chi ha familiarità con l'opera di Kaufman, si possono notare tanti temi ricorrenti e citazioni, le più palesi a Essere John Malkovich, ma anche Adaptation, Eternal Sunshine, perfino il meno apprezzato Human Nature. Vedere Anomalisa senza conoscere la "poetica" di Kaufman può essere un'esperienza incompleta, come andare all'opera senza il libretto di sala e quindi non essere in grado di seguire cosa i personaggi stanno dicendo.
Devo ammettere che io stesso mi aspettavo altro (e meglio) da questo film, soprattutto visto il lungo periodo di gestazione, ma forse dopo l'opera definitiva Synecdoche New York avevo aspettative troppo alte, impossibili da raggiungere. La riproposizione di temi già noti e l'adattamento della versione teatrale penalizzano l'impatto di Anomalisa, che resta comunque un'opera di grande ispirazione e tecnicamente impeccabile.
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