È un periodo d'oro per Stephen King, con il continuo avvicendarsi di trasposizioni di suoi lavori, come se in passato fossero mancati. I risultati sono al solito altalenanti, da una dimenticabilissima Torre Nera a un It godibile ma poco incisivo, e i risultati migliori pare possano arrivare dalle storie che nelle premesse non sembrano avere la stessa forza. Il romanzo Il gioco di Gerald infatti è noto per essere uno dei più lenti di King, in cui si passano oltre trecento pagine su unico personaggio incapace di muoversi: come ce lo fai un film?
Eppure un film ce l'hanno fatto, e sorprendentemente è uscito anche bene. La storia non è quella del Gerald del titolo, ma di sua moglie Jessie: rintanati in una cabin in the woods per un weekend romantico, Gerald ammanetta Jessie al letto per risvegliare la libidine sopita ormai da tempo, e si aiuta anche con una magica pasticchina azzurra. Ma l'emozione forse è troppo forte, e il marito ha un attacco di cuore e le crolla addosso, morto. Jessie rimane quindi sola e isolata, legata a letto, senza possibilità di muoversi, mangiare, bere, chiedere aiuto... e con qualche strana presenza che sembra avvicinarsi di notte.
Non ho letto il libro quindi non so se lo svolgimento è lo stesso. Ma il modo in cui viene affrontata la parte centrale del film, con i dialoghi di Jessie con le allucinazioni del marito morto e di se stessa libera, riescono a tenere alto il ritmo. A questi si alternano flashback su un ricordo traumatico della sua infanzia, e momenti di alta tensione quando la presenza misteriosa (reale o immaginaria) si avvicina.
C'è molto in questo film, ed è stato confezionato con un'attenzione particolare a temi molto attuali... forse troppa attenzione (ci torneremo tra poco). Ma il percorso interiore di Jessie è davvero autentico e avvincente, e si arriva a sentire come la sua liberazione dalle manette che la incatenano al letto possa venire solo da questa sua liberazione interiore. Ci sono scene forti, quasi gore, ma sono poche e così ben dosate che non sono nemmeno quelle le più impressionanti del film. Spoiler da qui a fine paragrafo: personalmente la scena più terribile è stata a mio avviso quella in cui si vede il padre di Jessie convincere la bambina a non raccontare dell'episodio avvenuto durante l'eclissi. Un episodio che non si configura tecnicamente come violenza sessuale, ma che certo può avere un impatto sulla ragazzina: il modo in cui il padre riesce a manipolarla facendole credere che sia lei a voler tenere il segreto è una vera mattonata, e parla per migliaia e migliaia di casi simili di cui non si è mai saputo nulla.
Ma questo tentativo di voler mostrare la violenza e la sopraffazione subìta da Jessie (e per estensione, da altre donne) è anche il punto dove il film scivola nel finale. E lo fa in modo grossolano, con una lunga narrazione fuori campo in cui Jessie racconta l'epilogo della sua storia in una lettera a se stessa. Tutto ciò che fino a quel momento era suggerito, allegorico, rimesso all'attenzione e sensibilità dello spettatore, viene spiattellato con le parole. Come se arrivati a quel punto gli autori si fossero chiesti "sì ok, ma si capisce cosa vogliamo dire?" e nel dubbio abbiano deciso di renderlo esplicito. Nel momento in cui, durante un sogno, Jessie vede se stessa da ragazzina, seduta sul letto dove ha parlato con il padre, con le manette che le ha messo Gerald, si capisce perfettamente il valore metaforico di quella immagine. Invece no, è stato necessario citare espressamente le manette che lei ha ricevuto, da bambina e da adulta. Anche il mistero della presenza/mostro viene svelato, e se anche questa soluzione è fedele al libro (non so), avrei preferito di gran lunga che il dubbio rimanesse vivo. Non capisco perché si sia voluta rovinare tanta atmosfera con un infodump così brutale, e se dovessi consigliare a qualcuno la visione direi di terminarla a 6-7 minuti dalla fine.
Da notare anche come il film sia punteggiato di riferimenti ad altre opere kinghiane: l'eclissi e altri particolari di Dolores Claiborne, le cose preziose, la bag of bones, Cujo. La storia in realtà non è direttamente collegata alle altre, quindi si tratta poco più di easter egg, come quelli sparsi all'interno de La Torre Nera e lo stesso It. Qui fortunatamente si incastrano abbastanza bene negli eventi da non distrarre, ma visto che ultimamente piace a tutti fare questo tipo di giochi, starei attento a non arrivare al punto in cui queste piccole citazioni siano il punto focale della narrazione, invece della storia in sé.
Nessun commento:
Posta un commento