Coppi Night 30/10/2011 - Frankenstein Junior

Anche i grandi classici, di tanto in tanto, hanno l'occasione di manifestarsi ad una Coppi Night. Difficilmente vinceranno mai film come Via col vento o Guerra e pace (anche se questo io l'ho proposto), ma un Ritorno al futuro (film di cui sono il tutor) o un Sergio Leone sono già capitati, e ora al conto si aggiunge anche l'opera di Mel Brooks.

Proprio perché si tratta di un immancabile classico, non mi sembra il caso di procedere con una vera e propria recensione, perché non avrei nulla da aggiungere a quanto è già stato detto in decenni di storia del cinema. Di Frankenstein Junior oggi si può dire che è un po' superato quanto a ritmo e struttura, con recitazione e scene forse più vicine al teatro che al cinema, ma rimane a distanza di tanti anni un film ancora valido, antesignano di tutte le parodie semidemenziali che partono appunto con Mel Brooks, passando per i fratelli Zuckerman e approdando tristemente sui recenti Scary Movie.

Liquidate in due frasi le impressioni sul film, prendo spunto per una riflessione di altro tipo. Non so se si può parlare di un cambiamento negli standard di lavoro dell'industria cinematografica (almeno quella italiana), ma è interessante notare come in un prodotto tanto vecchio sia stata messa una cura tanto approfondita nell'adattamento dei dialoghi da riuscire a trasporre (in modo grossolano, ma efficace) battute basate su giochi di parole intraducibili. Per esempio nella scena della carrozza:

- Werewolves. [Lupi mannari.]
- Where wolves? [Dove lupi?]
- There wolves. There castle. [Là lupi. Là castello.]
Che in italiano diventa il famigerato "lupi ululì, catello ululà". È forse ingenuo, ma anche ingegnono e sicuramente valido, in tono con il film che già in precedenza si soffermava sull'assurda parlata del servitore gobbo. Ci sono anche altri esempi, ma questo è sicuramente il più calzante. La cosa fa riflettere perché se si pensa a prodotti più recenti, in cui parole di uso comune vengono tradotte in modo del tutto fuori contesto e insensato, viene da pensare che l'approccio all'adattamento dei film sia cambiato drasticamente.

Nessun commento:

Posta un commento