La fine dell'era della tv in casa Piscu

Venerdì è arrivato anche qui (una tra le ultime zone italiane) il temuto switch off. Ovvero, da quel momento tutti i segnali televisivi trasmessi sulla banda analogica (uhf/vhf) sono stati spenti, e si può ricevere solo il nuovo segnale digitale. I cinque televisori di casa Piscu, da quello stesso momento, sono regrediti alla funzione esclusiva di monitor per altri apparecchi come videoregistratori (sì, ce l'ho ancora!) e lettori dvd. Nessuno finora aveva acquistato un decoder, e nessun televisore è abbastanza nuovo da riuscire a ricevere il digitale come dote innata. A dirla tutta, nessun televisore è abbastanza nuovo da funzionare con un sistema più moderno del tubo catodico.

Per cui, da venerdì in casa mia non c'è più la televisione. Ora, io non sono un grande televisofago, anzi il tempo che passo seguendo il palinsesto è piuttosto limitato: quando sono a casa preferisco intrattenermi al computer, e se ho voglia di guardare un film lo faccio più spesso lì, o appunto guardando un dvd. Capita raramente che trovi in tv qualcosa che mi interessa. L'unico appuntamento pressoché fisso è quello dell'ora di pranzo, che passo volentieri seguendo i cartoni su italia 1, a patto che si tratti di classici come Simpsons, Dragon Ball, Lupin, e in periodi fortunati pure Futurama. Allo stesso tempo però, non sono un integralista anti-tv, e sono molto scettico quando sento quei discorsi da bar secondo cui tutti i presunti mali della società attuale, dal consumismo alla superficialità, dai cani assassini alle stragi del sabato sera, provengano dall'influenza malefica della televisione. Ho sempre pensato che ognuno sia libero di farsi intrattenere come preferisce, ben conscio del potere del telecomando che gli consente di zittire l'apparecchio quando si fa più invadente o più noioso.

Ma da un paio di giorni, anche il telecomando ha perso il suo potere. Con tutta la buona volontà, non è in grado di far apparire anchorman e presentatori, comici e vallette, moderatori e politicanti, predicatori e calciatori. Poco male. È mia ferma intenzione non acquistare il decoder, proposito confermato proprio ieri mattina, quando recandomi al supermercato per comprare qualche ingrediente per la cena [seppie ripiene con patate, nda], ho visto una scatolina con scritto "DECODER DIGITALE" in almeno metà dei carrelli. No, io non ne voglio fare parte. Non escludo che qualcun altro in famiglia decida di dotarsene, ma a me non interessa.

Come ho smesso di ascoltare la radio quando l'unico conduttore che seguivo è stato sospeso, adesso ho il pretesto per liberarmi anche della presenza della tv. Senza rancori, ma con determinazione. Si può vivere anche senza televisione, no? Bene, scopriamo come si sta.

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