A luglio siamo tornati a una media regolare di letture, anche se in generale le pagine consumate sono meno del solito per via del caldo che spezza la voglia di leggere, almeno a me.
Il primo libro che ho letto è The Separation di Christopher Priest. Un romanzo che stavolta non si colloca nel macrocontesto del Dream Archipelago ma è una storia a sé, ambientata all'epoca della Seconda Guerra Mondiale. È la storia di due gemelli londinesi, Jack e Joe Sawyer, che partecipano come canottieri alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e in seguito sono coinvolti nella guerra, uno come pilota della RAF e l'altro come autista di ambulanze per la Croce Rossa. Ma la storia non procede in modo lineare. Ci sono infatti linee temporali diverse che si sovrappongono (una è quella che conosciamo, nell'altra l'Inghilterra ha fatto un accordo di pace con la Germania nel 1941), e come accade spesso in molti lavori di Priest, si gioca con sosia e doppleganger, non solo per i due gemelli ma anche per altri personaggi centrali della storia, come Rudolf Hess e Winston Churchill. La storia viene raccontata due volte, prima da parte del pilota e poi dell'autista, ma si tratta di storie in universi differenti, che però si toccano e si intrecciano, pur rimanendo separati. Alla fine della lettura però mi sono sentito in qualche modo insoddisfatto: non tanto perché la vicenda non segue un percorso chiaro (cosa che ho già imparato ad apprezzare in Priest), quanto perché sembri che manchi una vera chiusura. Tutto il racconto dei fratelli è inserito in una cornice narrativa dove uno scrittore di romanzi storici dell'altro universo (quello in cui UK e Germania hanno siglato la pace) che trova il diario del pilota che racconta la storia del nostro universo. A metà del libro troviamo ancora lo scrittore, ma poi il romanzo si conclude con il diario dell'autista, tratto in parte da archivi di musei oggi inesistenti, e non si sa più nulla dello scrittore. Ho avuto addirittura il sospetto che il mio ebook fosse difettoso e mancassero dei capitoli, il che non può essere una buona sensazione. Probabilmente se fossi stato più esperto del periodo della WWII avrei
potuto cogliere molti più dettagli, ad esempio a proposito di Hess e del
suo piano di pace con gli inglesi non approvato da Hitler, ma la storia di per sé mi è parsa incompleta al di là dei livelli di interpretazione allegorica. Pertanto per la prima volta devo dire che un romanzo di Christopher Priest mi è "soltanto piaciuto". Voto: 6/10
Cambiamo decisamente genere, contesto e prodotto, passando a una raccolta di racconti di un giovane autore italiano. Lorenzo Crescentini si è sentito nominare diverse volte negli ultimi anni nell'ambiente della sf italiana, appunto per i suoi racconti pubblicati e per il coinvolgimento in vari progetti (è ad esempio il curatore di Dinosauria). Animali è un'antologia che include racconti di genere diverso, da fantascienza a weird e horror. Si tratta probabilmente di racconti scritti in momenti diversi della carriera dell'autore perché si può rilevare qualche differenza nella maturità della scrittura tra una storia e l'altra. Per la maggior parte si tratta di racconti "plot heavy" in cui un'idea principale viene sviluppata fino alle sue conseguenze più estreme. Per la verità non ci sono spunti di originalità straordinaria, e forse per questo i lavori più validi sono quelli in cui oltre allo sviluppo dell'idea in sé si assiste anche a un'evoluzione dei personaggi. Tra i lavori migliori si possono includere Un'introduzione alla meccanica delle cronofaglie (l'idea di fondo mi ha ricordato la Terra spezzettata in segmenti temporali de L'occhio del tempo di Clarke e Baxter), I corridori (che avevo già letto su un numero di Robot), La cosa che non è sua madre (qualche affinità con Babadook), L'arca (dove ho trovato alcune affinità con la serie della Torre Nera di King o anche con Paradox di Massimo Spiga). Altri mi sono sembrati meno riusciti, ad esempio tutta la serie di Impresa Nuova Vita dove il tentativo di storie leggere dal tratto umoristico non ha funzionato del tutto. Una cosa interessante è notare come alcune storie sono tra loro collegate, a volte anche solo grazie a una singola frase che le colloca in un unico universo narrativo. Sono piccoli easter egg che danno un diverso senso di proporzioni e possono far pensare a un futuro fix-up di alcune storie, come forse già in parte è L'arca. In generale comunque la qualità è buona, ma c'è margine di miglioramento, soprattutto se si insiste nella direzione delle storie orientate ai personaggi, che sono quelle che riescono a coinvolgere e rimanere di più. Voto: 7/10
Infine ho letto un libro di quelli che quando li hai finiti ti chiedi come hai fatto a non averli letti prima: Nova di Samuel Delany. Non mi era capitato per le mani prima della ripubblicazione di Urania di qualche mese fa (insieme a Einsetin Perduto che avevo già letto tempo fa come Una favolosa tenebra informe). Nova è un romanzo scritto negli anni 60, la lingua, la storia e i personaggi sono talmente vivi e coinvolgenti che il peso dei decenni non si sente affatto, a differenza di tanti altri romanzi di sf di quell'epoca. La vicenda potrà anche non essere scientificamente rigorosa o completamente coerente (in un paio di occasioni mi sono chiesto perché succedesse una certa cosa), ma lo sviluppo è talmente efficace che ci si passa sopra. In cima a tutto, c'è anche una gustosa trama laterale sulla funzione e il valore del romanzo come forma d'arte, affidata a uno dei personaggi principali e che va poi a chiudere in modo inaspettato l'intero libro. L'universo e i personaggi di questo romanzo sono indimenticabili, ed è un peccato che la loro storia si limiti a queste poche pagine, ma d'altra parte è proprio quello il senso di un romanzo, come appunto ci viene spiegato. Credo che letto in lingua originale sarebbe stato anche meglio, perché la lingua e i dialetti presenti hanno un ruolo centrale e probabilmente non erano facili da trasporre, comunque anche questa traduzione riesce a mantenere una certa "letterarietà". Delany è un autore giustamente considerato tra i più talentuosi della fantascienza e questo libro ne è ulteriore dimostrazione. Voto: 9/10
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