Ultimi acquisti - Marzo 2015 (parte due)

Dopo aver illustrato album ed EP nella prima parte del post, passiamo adesso ai singoli, con i quali intendo tracce uniche arricchite al più da un remix. Si parla di diverse cose interessanti.


Cominciamo con un disco che in realtà stavo già ascoltando da alcuni mesi ma che ancora non possedevo: Awake di Santé (con un featuring per la parte vocale) è una di quelle tracce ma decise, una techno che si colloca efficacemente a metà strada tra il semplice ascolto e l'uso in pista. Agoria si diverte a giocare un po' con i suoni nel suo remix, e il disco risulta così completo. Pezzo fissa del momento, uno degli esempi non frequenti in cui il testo di un pezzo techno conferisce forza ed emotività.




Questo l'ho preso semplicemente perché era bello da vedere, si tratta di fatto del mio primo vinile stampato. Poi l'ho anche ascoltato e allora mi sono convinto: Len Faki remixa Everything di Fauntleroy, traendone la parte più psichedelica e inseerndo un paio di drop ben studiati. Ottimo pezzo da ascoltare a ripetizione, con ogni componente che assume a turno la sua importanza.






Passiamo nel reame della techno più hard, con Arrivals di Jay Lumen: due tracce che fanno a meno di qualunque tipo di melodia, concentrandosi sulle componenti essenziali, kick, hat e clap, con qualche vocal di contorno per enfatizzare i momenti topici. Un genere di musica che per quanto possa apparire ripetitivo riesce a non stancare mai, anche se non è più in auge come una ventina d'anni fa...





Dall'hard alla minimal più tipica, e il nome che focalizza l'attenzione qui è ovviamente Villalobos, che insieme a Tobias si impegna per questo EP remixando Ambiq. Non era una cosa facile, perché Ambiq è un album di Claudio Puntin, Samuel Roher e Max Louderbauer (quest'ultimo già collaboratore di Villalobos in altre occasioni) di difficile definizione, sospeso tra ambient, jazz musica astratta. Forse l'unica strada per un remix era una minimal looposa e asimmetrica, come quella in cui Villalobos eccelle. Ne esce quindi un disco lento e riflessivo, che trasmette in modo efficace le atmosfere del lavoro originale.


Concludiamo con un disco che non dovrebbe rientrare tra i miei acquisti. Dj Slugo infatti è (brrr, solo a dirlo ho i brividi) un rapper, credo anche di media fama. E non avrei mai preso questo se non avessi notato sul retro che la musica di questo pezzo è in effetti di Nicolas Jaar, il che cambia tutto. Ghetto è un pezzo deep house sul quale il suddetto Slugo canta alcune semplici frasi di classica impostazione rap. Ma a fare la differenza è appunto Jaar, e il fatto che il lato B del vinile presenti la versione dub, che non eccelle magari in virtuosismi di nessun tipo ma è più che suffficente a giustificare l'acquisto.

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