Non è una cosa che faccio abitualmente, mettermi a fornire resoconti degli eventi live a cui mi capita di partecipare e/o presiedere. Tuttavia come ho fatto per la prima uscita pubblica di Spore, mi piaceva fare il punto anche della "prima volta" di Dimenticami Trovami Sognami, che è stato giusto una settimana fa. Per tirare le somme di questa prima esperienza, niente di più.
Dovreste già sapere che la presentazione si è svolta alla Miskatonic University, nel centro di Reggio Emilia, e avremmo potuto tranquillamente dire che fosse l'evento più partecipato della serata, se non fosse che nella strada accanto c'era l'inaugurazione di un forno che distribuiva cibo gratis, e si sa, dove si mangia a scrocco non manca mai la gente. Si fa presto a riempire un locale piccolo come quello (ma piccolo nel senso di contenuto e caloroso, non claustrofobico), ma i posti a sedere erano tutti prenotati e qualcuno è rimasto pure in piedi, cosa che è sempre di buon incoraggiamento.
Avevamo concordato con Giorgio Iguana Raffaelli di Zona 42 una semplice scaletta, con qualche minuto di presentazione iniziale e una serie di domande, e abbiamo pressappoco seguito quella. Devo ammettere che c'è stata un po' di difficoltà all'inizio, soprattutto da parte mia, nel cercare di descrivere il libro. Il fatto è che mi risulta problematico rispondere a una domanda semplice del tipo "di cosa parla", perché non credo si possa individuare un singolo tema o una singola linea narrativa che può racchiudere tutto il romanzo in poche righe, e qualche inceppamento ci può essere stato, come potete constatare dalla foto qui annessa, in cui se riuscite a cogliere la gestualità potete leggere da parte mia un "ehm, sì, roba così" e di Giorgio qualcosa del tipo "sì, ok, non si capisce ma ce lo facciamo andare bene". Ho comunque cercato di suggerire gli spunti iniziali, forse senza risultare troppo convincente, ma con le domande successive siamo riusciti ad approfondire l'argomento, e probabilmente sono riuscito anche a suscitare un certo interesse, perché gli interventi del pubblico non sono mancati. Non ho ben chiaro quanto sia durato il tutto, presumo un'ora o poco più, ma è stato tutto molto scorrevole. Alla fine solito giro di complimenti e dediche (dico "solito" perché è abbastanza comune alla fine di una presentazione letteraria, non perché ci sono abituato dall'alto della mia esperienza di Autore...), ma anche diverse occasioni di chiacchiere con gli ospiti (qualcuno conosciuto, qualcuno no) a proposito di fantascienza, libri, editoria, cibo, rugby (sì, mi hanno trascinato anche in quello), e personaggi locali, tutto molto colloquiale e distensivo.
Cosa posso trarre, stavolta, dalla prima presentazione del nuovo libro? Innanzitutto, DTS interessa, questo sì. Se consideriamo anche che l'ho venduto con l'abilità di una betoniera, è evidente che il contenuto del romanzo ha sicuramente un certo appeal. Nel pubblico erano presenti (pressappoco in egual misura) persone che lo avevano già letto e che non lo conoscevano, e l'interesse era alto per entrambi gli schieramenti. Le domande che abbiamo ricevuto (non solo io, anche l'editore) non sono quelle di circostanza per l'autore esordiente, ma ben studiate e circoscritte, stimolanti da ricevere. Di questo siamo rimasti molto contenti sia io che i miei mecenati di Zona 42. Certo, può anche darsi che il pubblico fosse filtrato dalla location stessa: la Miskatonic University è un tempio dedicato alla narrativa d'immaginazione, e davvero, se siete anche nel raggio di 100 km vale una visita, io ho passato almeno mezz'ora a frugare negli scaffali e alla fine da bischero che sono non mi sono deciso a prendere niente, ma ho visto titoli da salivazione molesta (che poi ho sfogato su ravioli di patate e gnocchi fritti, ma questo è un altro discorso), e una grande attenzione anche per l'underground italiano, con una buona rappresentanza di autori e case editrici di medio-piccolo livello. Quindi, se non siete venuti per DTS, andateci per centinaia di altri motivi più validi, mi raccomando.
In secondo luogo, è molto diverso parlare di un romanzo piuttosto che di un racconto (o una serie di), così come lo è scriverlo. Non dico più difficile o più faticoso, ma richiede un approccio differente, che ancora devo inquadrare... ma che sicuramente mi piacerà approfondire nelle prossime occasioni, che non dovrebbero mancare. Non so se mi studierò qualcosa di precotto da sfornare al momento, come il buon senso suggerirebbe, o mi butterò a improvvisare per tenere alta l'adrenalina, ma penso di poter migliorare da questo punto di vista.
Infine, devo riconoscere che il contatto diretto col pubblico è la cosa più bella di questo lavoro. DTS è piaciuto praticamente a chiunque l'abbia letto finora (non mi sto sbrodolando, riporto quanto mi è arrivato, magari chi gli è rimasto di traverso non me l'ha fatto sapere, o magari... retcon?), e questo mi fa piacere, ma non è niente in confronto alla possibiltà di parlare direttamente con qualcuno che ha condiviso lo stesso percorso, fare battute sul purè e su tutte le citazioni geek presenti nel libro, intendersi con mezze parole e strizzate d'occhio. Quindi alla fine i ringraziamenti vanno a chi è venuto ad ascoltarci e conoscerci, e ha avuto quella curiosità che io ho inviduato come unico requisito per poter leggere e apprezzare il mio libro. È stato un piacere e un onore, e spero ricapiti presto.
Alla prossima!
E' stato bello esserci.
RispondiEliminaAlla prossima occasione.