Bustina # 25

Nell'ultimo rapporto letture ho parlato del romanzo Creature della luce e delle tenebre di Roger Zelazny,  che come ho detto mette in scena una serie di personaggi superumani, per lo più divinità egizie. Tra i pochi personagi umani ci sono un mago e un sacerdote, che fanno un po' anche da coppia comica della storia. Nel capitolo in cui viene presentato, il sacerdote si trova ad assistere a un'esecuzione, e il condannato gli richiede una benedizione prima della morte.

Queste sono le belle parole da lui spese per la vittima:

Ove mi sia possibile essere udito da qualsiasi cosa, che potrà o meno curarsi di ciò che dico, io chiedo, se importa, che tu venga perdonato dalle cose che, avendole tu fatte, o omesso di fare, richiedano il prdono. Al contrario, se non lo richiedono, ed è invece necessario qualcos'altro per assicurarti ogni possibile beneficio cui tu sia eligibile dopo la distruzione del corpo, io domando che questa cosa, qualunque essa sia, ti venga concessa o tolta, a seconda dei casi, in modo da assicurarti l'assegnazione dei benefici suddetti. Chiedo questo in qualità di intermediario eletto tra te e ciò che potrebbe non essere te stesso, ma che potrebbe avere interesse nel favorirti affinché tu riceva tutto ciò che è possibile ricevere, e che potrebbe essere, in qualche modo, influenzato da questa cerimonia. Amen.

Ho riletto questa formula diverse volte, perché all'inizio temevo di non averla ben compresa, ma poi ho realizzato che si trattava proprio di un condensato di indeterminatezza che esprime con estrema efficacia il ruolo delle credenze legate all'aldilà, superstiziose o religiose che siano (e ammettendo che ci sia differenza tra le due).

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