Doctor Who 13x03 - Once, Upon Time

I primi due episodi di questo serial sono stati senza dubbio interessanti, hanno riacquisito quel sapore di Doctor Who che era mancato troppo spesso nelle passate stagioni, e dopo un primo episodio di setup e uno semi-filler, adesso siamo arrivati sostanzialmente all'episodio-spiegone. In Once, Upon Time (e forse non è stata nemmeno una grande idea un titolo del genere a così breve distanza da Twice Upon Time) veniamo catapultati qua e là avanti o indietro nel tempo al fine di ottenere vari elementi delle storie di diversi personaggi incontrati finora: il Dottore, Yaz, Dan e Vinder, e inoltre ci viene aggiunta anche Bel, viaggiatrice solitaria (e ovviamente badass) sopravvissuta al flux.

Da una parte questa puntata ha degli elementi positivi. Lo sfasamento temporale permette di costruire le scene con i protagonisti ma al di fuori dal loro ruolo, e questo riesce a trasmettere il senso generale di confusione. Ovviamente anche il breve cameo del Dottore-Ruth, o il Fugitive Doctor, è sempre piacevole, e riaccende la sperenza che questa incarnazione del Dottore che lavora per la Division diventi prima o poi protagonista, perché, ammettiamolo, è davvero forte. Potrebbe essere una delle migliori cose introdotte da Chibnall nella serie. Vedere inoltre il passato perduto del Dottore, quando faceva parte della Division è intrigante e utile a dare qualche informazione sulla natura della minaccia in corso. Anche alcune tracce di backstory per Vinder sono utili a collocare questo personaggio all'interno della storia presente.

Dall'altra parte però, ci sono anche molti aspetti piuttosto meh e altri esplicitamente goffi, che si riesce ad amalgamare in una storia coerente. La stessa struttura frammentata dell'episodio è un problema, quando il filo conduttore è una comodissima distorsione temporale per cui ognuno si trova proprio laddove è utile che si trovi, e il Dottore riesce comunque a raggiungerli. E le backstory in alcuni casi non hanno davvero niente da dire, come nel caso di Yaz (povera, cara Yaz, semre relegata al ruolo più inutile, quando finirà questa sofferenza per lei?) e anche di Dan, le cui sottotrame non hanno praticamente nessuno svolgimento. C'è anche un discreto problema con la risoluzione della puntata: il Dottore impiega lo stesso trucco visto nel passato, per trasportare uno di quei "guardiani del tempo" al suo posto e ristabilire così l'ordine, però... possibile che fosse così semplice? E i malvagi Swarm/Azure si limitano a dire "ah beh, ok, allora noi andiamo, eh" come se la cosa non avesse nessun valore per loro: ma non erano lì per distruggere il tempo, non erano lì per sconfiggere il Dottore una volta per tutte dopo eoni di attesa? Invece no, schioccano le dita e ciao.

Un altro problema piuttosto notevole è la natura della battaglia in corso. I cattivi evocano dei concetti molto interessanti, ovvero una guerra tra lo Spazio e il Tempo, che è qualcosa di profondo e mindblowing: il Tempo come entità senziente (e malevola: time is evil) che è stata imbrigliata dallo Spazio, proprio su questo pianeta, ma che sta cercando di ribellarsi. È un'idea con un potenziale enorme, però ci viene soltanto raccontata, non vediamo e non capiamo cosa questo comporta: rimane tutto nelle parole misteriose ed evocative di Swarm, che per carità, ha un gran fascino, ma insomma vorrei capire meglio che cosa sto rischiando.

Anche perché, il subplot di Bel l'avventuriera ci mostra l'universo dopo il passaggio del flux, e... beh, non è che sia così tragica. Nel primo episodio del serial l'impressione era che il flusso fosse una tempesta cosmica che annichilisce completamente la materia, e si sono visti anche dei pianeti interamente disgregati; ora invece si scopre che sì ok, è stato brutto ma tutto sommato ce la siamo cavata. La situazione non sembra peggiore di un'alluvione o un uragano, qualcuno ci è rimasto ma alla fine i mondi sono sopravvissuti e c'è ancora tanta gente in giro. Questo ridimensione enormemente la portata della minaccia come ci era stata presentata all'inizio, e quindi fa crollare molte delle aspettative. In genere, le stakes di una storia dovrebbero salire man mano che si procede, non scendere.

Si prova a ritirare su l'attenzione con l'introduzione di un (altro) nuovo personaggio, che appare al Dottore dicendogli che quello che sta succedendo è tutto programmato ed è tutto causa sua. Un'entità che a quanto pare tutto vede tutto sa e tutto può, come se ancora non ne avessimo abbastanza  di creature onnipotenti, e che ha tutto l'appeal della Eloise Hawking di Lost. Inutile in questo caso teorizzare chi possa essere, la sua apparizione è così breve e dall'intento così palesemente teaser che discuterne sarebbe cedere alla trappola.

In generale tutta la puntata soffre un po' di quel difetto a cui ci ha abituato Chibnall per cui i personaggi dialogano principalmente a mezzo di exposition: si spiegano continuamente le cose, si dicono cose che dovrebbero sapere già, e a volte le dicono a sé stessi perché si rivolgono in realtà al pubblico: per esempio a un certo punto il Dottore in mezzo al vortice temporale dice "ah, sto per essere trascinata di nuovo su Time nel passato!" quando è una cosa che abbiamo già visto e capito, e sarebbe bastato mostrarcela apparire lì per capire cosa era successo. Ma l'esempio più clamoroso è Bel l'avventuriera, che nel suo messaggio registrato a Vinder rivela con una naturalezza da Miss Italia che porta dentro di sé "il nostro finora non ancora nato figlio". Una battuta comica nella sua goffaggine.

Su Bel e Vinder si potrebbe aprire un altro capitolo di speculazione, ma purtroppo la questione non ci appassiona abbastanza per poterci interessare alla loro identità. Ci sono concrete possibilità che si tratti dei genitori del timeless child, perché proprio non possiamo fare a meno di rievocare questa aggiunta alla lore, ma anche in questo caso soffermarsi a esaminare le ipotesi non è molto utile.

Accontentiamoci di un cliffhagner finale che conduce probabilmete a un altro episodio di quasi-filler, ma che se non altro ci riporta in scena i Weeping Angels. Alla fine in questa terza parte di Flux sono riemersi molti dei difetti riscontrabili finora sotto la conduzione di Chibnall, comunque l'interesse per la stagione rimane abbastanza alto.


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