Doctor Who 13x04 - Village of the Angels

I Weeping Angels sono universalmente riconosciuto come una delle migliori invenzioni del Doctor Who moderno, grazie anche a un episodio introduttivo eccezionale (Blink, scritto dal caro Steven Moffat) che li ha fatto diventare subito uno dei mostri "classici", che stanno lassù sul podio con Dalek, Cybermen, e Sontaran. La cosa interessante che è successa con gli angeli e che li differenzia da questi altri è che, essendo stati sfruttati molto poco (escluso qualche breve cameo, ci sono solo quattro storie con protagonisti gli angeli, inclusa questa di adesso) hanno mantenuto buona parte del loro mistero e pericolosità, per una versione orizzontale del principio di conservazione del ninjutsu per cui un nemico che compare poco continua a essere minaccioso. Mentre i Sontaran hanno quasi sempre una vena comica, come abbiamo visto appena due episodi fa, e pure i Dalek e Cybermen hanno avuto le loro occasioni dissacranti, i Weeping Angels sono ancora inquietanti come la prima volta che li abbiamo visti, al punto che il Dottore stesso ne ha un certo timore. Quindi fa sempre piacere sapere che vedremo una nuova storia in cui loro sono il nemico principale, anche se ci auguriamo in realtà che non accada così di frequente.


Village of the Angels, come prevedibile, è un episodio semi-filler nel serial Flux, in cui lasciamo parzialmente da parte la trama principale del conflitto cosmi che era invece al centro dell'episodio precedente. Dottore e compagni si ritrovano di nuovo sbalzati altrove, stavolta perché è lo stesso angelo che ha occupato il Tardis a condurli in in una cittadina isolata degli anni 60. Qui il Dottore parte alla ricerca dell'anomalia che deve essere la causa che li ha attirati lì, mentre Dan e Yaz si mettono invece a indagare sulla scomparsa di una bambina (e che fine avrà fatot mai, con gli angeli in giro?). Il tutto viene naturalmente ostacolato dall'intrusione dei Weeping Angels, che si manifestano in molte occasioni e costringono i personaggi al solito assedio. Il meccanismo ormai è noto fin da Blink e forse in questo senso si ha qualche ripetizione di troppo delle catchphrase che si sono accumulate col tempo, come appunto Don't blink e That which contains the image of an angel is an angel. Comunque la tensione rimane sempre abbastanza alta, grazie soprattutto al mistero intorno a Claire, la ragazza che avevamo già visto brevemente nel primo episodio della stagione, che sembra in qualche modo legata agli angeli e costringe il Dottore a entrare nella sua mente per indagare. All'esterno invece il dottor Jericho fa la sua discreta figura, e riesce a diventare un personaggio efficace in memorabilel nel pochissimo tempo che gli viene dedicato.

Dove l'episodio soffre un po' di più è proprio nel modo in cui i Weeping Angels conducono il loro attacco coordinato. Per alzare la posta c'è sempre il rischio di introdurre nuove regole e regalargli nuovi poteri, come quello di comunicare in maniera diretta o quello di ricostituire un disegno fatto a pezzi (???). Anche la nozione che al secondo zap di un angelo si sia inevitbailmente morti viene introdotta qui per la prima volta e contraddice ciò che è già stato visto in passato, in particolare in The Angels Take Manhattan. Inoltre c'è anche una sorta di fraintendimento di base, per cui sembra che basti toccare gli angeli (invece di esserne toccati) per venire sbalzati nel tempo, ma non dovrebbe funzionare così, perché quando gli angeli sono fermi perché osservati sono letteralmente di pietra, non sono "immobili ma coscienti", sono davvero critallizzati in una forma inorganica e incapaci di compiere qualunque azione. Sono tutte piccole incosistenze che minano in parte il coinvolgimento, soprattutto perché se mi cambi le regole del gioco io non so più quando dovrò avere paura e quando invece sentirmi al sicuro. C'è anche da considerare che la minaccia degli angeli funziona principalmente se la vittima è da sola, perché se ci sono due o più persone a conoscenza del loro funzionamento, basta che rimanga una sola a osservarla a turno, mettendosi d'accordo su quando sbattere gli occhi: difficile che tutti battano le palpebre proprio nel medesimo millisecondo!

Comunque al di là di queste sottigliezzze da fanboy cacacazzi, la storia rimane abbastanza interessante, almeno quella che ha a che fare direttamente con gli angeli, mentre al solito alla povera Yaz tocca il subplot inutile. Ci sono momenti di tensione ben costruita e soluzioni visive interessanti, come l'angelo fiammeggiante. Anche la soluzione finale del mistero è intrigante, e riesce a collegare in maniera abbastanza naturale questa avventura alla trama orizzontale di Flux, anche se forse si inizia a sovradimensionare il ruolo della Division, al rischio di farla diventare questa entità onnipotente (come se ne mancassero, in questo serial) che ha sempre manovrato i fili e di cui nessuno sapeva niente. L'inseguimento finale nel cimitero degli angeli però è una scena davvero intensa, e il momento finale in cui il Dottore sembra arrendersi e optare per la semplice fuga mi ha fatto davvero sentire un brivido, come non mi succedeva dai tempi di Villa Diodati... e probabilmente non è un caso che l'autrice che affianca Chibnall in questo episodio sia proprio la stessa del migliore di tutta la run del Tredicesimo Dottore.

La puntata si conclude ovviamente con un altro cliffhanger, stavolta davvero impressionante ma che probabilmente, come in tutti i casi precedenti, si sgonfierà in un attimo appena iniziato l'episodio successivo. Qualcuno ha già ipotizzato che questa immagine finale sia la conferma della fan theory secondo cui i Weeping Angels sarebbero Timelord condannati, ed è per questo che hanno poteri temporali e si nutrono di energia temporale potenziale, ma non credo che si arriverà a niente del genere. Alla fine Village of the Angels, nonostante qualche sbavatura nell'uso di questo villain epico, è un altro valido episodio di questa stagione sorprendente, e una degna aggiunta al campionario di apparizioni degli angeli. Poteva andare molto, molto peggio.


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