Qualche settimana fa ho dedicato qualche ora delle mie sere a seguire la quarta (e credo conclusiva) stagione di Sherlock, serie investigativa creata da Steven Moffat e Mark Gatiss che riprende la figura dell'investigatore collocandolo nella Londra contemporanea. La serie ha avuto un gran successo, soprattutto per le interpretazioni di Benedict Cumberbatch e Martin Freeman nei ruoli di Holmes e Watson, e forse anche per la sua forma insolita di pochi, lunghi episodi della lunghezza di un film.
Personalmente, devo ammettere, Sherlock non mi ha mai convinto fino in fondo. Tecnicamente ben fatto, interpretazioni convincenti (il mio preferito è Mycroft, che è lo stesso Mark Gatiss) e con un approccio molto moderno e accattivante allo spettatore, ma carente proprio nella parte "investigativa". La soluzione dei misteri non è quasi mai soddisfacente, anzi appare forzata, aggiunta per ultimo, e si basa spesso su elementi labili... il che non è il massimo quando si parla appunto di una serie che ha per protagonista Sherlock Holmes. Questa quarta serie in particolare è stata piuttosto fiacca da questo punto di vista, e se posso dire di aver apprezzato in certi casi l'aspetto umano/emotivo delle vicende, siamo davvero a livelli pessimi per quanto riguarda plot ed enigmi.
Per questa voglia insoddisfatta di soluzione dei casi sono andato a riprendermi quello che ricordo come il miglior detective della tv: l'Adrian Monk di Tony Shalhoub, dell'omonima serie Monk che conta otto stagioni uscite tra il 2002 e il 2009. Partiamo comunque dal presupposto che non sono esattamente un appassionato delle serie investigative: i vari procedural tipo CSI non mi dicono molto. Preferisco le serie in cui a portare avanti è un detective imperfetto, brillante ma impacciato, che non si affida a sofisticate tecniche scientifiche di rilevazione degli indizi, ma conta principalmente sulle sue capacità di osservazione e deduzione. L'archetipo televisivo di questo tipo di detective è Colombo, ma abbiamo degni successori tra cui appunto Monk e Dirk Gently (in entrambe le sue incarnazioni su schermo).
Andando quindi a rivedermi un po' di Monk, ho notato che le affinità con Sherlock sono numerose, almeno per quanto riguarda il protagonista in sé. Adrian Monk e Sherlock Holmes sono entrambi individui estremamente intelligenti, capaci di cogliere piccoli particolari e dedurre da questi numerosi fatti. In entrambi gli show vediamo più volte il detective che osservando semplicemente gli abiti di una persona riesce a capire dove è stata di recente, cosa ha mangiato, quanto ha dormito, come procede la loro relazione. Da questo punto di vista, si possono considerare i due come pari livello. Ma al di là dell'acume, che pure è una caratteristica abbastanza frequente per i detective della tv (altrimenti non farebbero i detective), c'è un altro aspetto fondamentale che li accomuna: la loro sociopatia.
Tanto Monk che Sherlock soffrono del rapporto con il mondo esterno e le altre persone. Il primo è affetto da una vasta gamma di paranoie, fobie, idiosincrasie e disturbi ossessivo-compulsivi (tanto che uno dei payoff della serie è Obsessive Compulsive Detective); Holmes invece è completamente e forse volutamente refrattario ai rapporti umani, ignora tutte le normali regole di convivenza civile e nozioni di attualità. Entrambi, se potessero, si limiterebbero a risolvere i misteri nella tranquillità del proprio studio, evitando l'incombenza di parlare con persone e rispondere a domande. Tollerano appena la presenza del rispettivo assistente e le richieste dei clienti e agenti di polizia che li chiamano in causa.
Pertanto si potrebbe pensare a due serie tutto sommato simili nello svolgimento, eppure la differenza è sostanziale, e per qualche ragione continuo a considerare Adrian Monk più abile di questo Sherlock Holmes. Mi ci è voluto un po' a capire quale fosse il nodo della differenza tra i due, ma dopo la visione di qualche episodio della prima stagione di Monk ci sono arrivato.
Il fatto è che pur essendo entrambi dei brillanti investigatori antisociali, la loro sociopatia influisce in modo diverso sul loro lavoro. Sherlock non ha la minima considerazione di ciò che gli avviene intorno, del modo in cui le persone lo percepiscono e di cosa ci si aspetta da lui, fin dai più basilari concetti di decenza ed educazione. Procede spedito sulla sua strada come un treno, abbattendo qualunque ostacolo incurante dei danni che provoca. Non esita a sminuire, avvilire e anche colpire direttamente chi gli si para di fronte. Non rispetta alcun tipo di autorità e non segue nessuna delle procedure richieste per il suo particolare lavoro.
Al contrario, Monk è costantemente ostacolato dai suoi problemi. Le sue manie per l'igiene, l'ordine, la simmetria, lo portano ad agire in modo irrazionale e controproducente: quando stringe la mano a qualcuno, deve pulirsi con una salvietta; se qualcuno ha la camicia stropicciata, deve lisciarla; non può sporcarsi, correre, arrampicarsi, bagnarsi e così via. Tutto ciò comporta difficoltà enormi per qualcuno che dovrebbe agire "sul campo", toccando e osservando e annusando per carpire i dettagli nascosti.
E c'è anche un'altra differenza importante nel loro modo di lavorare: il modo in cui sono percepiti dagli altri. Sherlock è riconosciuto come un genio, è famoso e viene adorato e anche amato nonostante la sua mancanza di riguardo e inibizioni. Ha una squadra di persone pronte ad aiutarlo e sostenerlo, tra i quali addirittura il fratello che lavora per il Governo e può fornirgli tutte le informazioni riservate di cui ha bisogno. Anche l'intelletto di Monk è noto e apprezzato, ma lui viene trattato più come un idiot savant che un eroe. Il suo talento non è in dubbio, ma le sue fissazioni sono continuamente schernite e minimizzate. Anche i suoi ex colleghi della polizia non si fanno remore a deriderlo e respingerlo, quando i suoi atteggiamenti si fanno incomprensibili o fastidiosi, salvo poi chiedere il suo aiuto quando sono in difficoltà.
Ecco quindi dove viene fuori il vero valore dei due. Se entrambi sono in grado di risolvere casi complicati, da una parte Sherlock Holmes lo fa con la sua insolenza e nell'ammirazione generale, dall'altra Adrian Monk deve combattere continuamente per ottenere con le sue sole forze lo stesso risultato. Questo lo rende, alla fine dei conti un detective migliore.
Andando quindi a rivedermi un po' di Monk, ho notato che le affinità con Sherlock sono numerose, almeno per quanto riguarda il protagonista in sé. Adrian Monk e Sherlock Holmes sono entrambi individui estremamente intelligenti, capaci di cogliere piccoli particolari e dedurre da questi numerosi fatti. In entrambi gli show vediamo più volte il detective che osservando semplicemente gli abiti di una persona riesce a capire dove è stata di recente, cosa ha mangiato, quanto ha dormito, come procede la loro relazione. Da questo punto di vista, si possono considerare i due come pari livello. Ma al di là dell'acume, che pure è una caratteristica abbastanza frequente per i detective della tv (altrimenti non farebbero i detective), c'è un altro aspetto fondamentale che li accomuna: la loro sociopatia.
Tanto Monk che Sherlock soffrono del rapporto con il mondo esterno e le altre persone. Il primo è affetto da una vasta gamma di paranoie, fobie, idiosincrasie e disturbi ossessivo-compulsivi (tanto che uno dei payoff della serie è Obsessive Compulsive Detective); Holmes invece è completamente e forse volutamente refrattario ai rapporti umani, ignora tutte le normali regole di convivenza civile e nozioni di attualità. Entrambi, se potessero, si limiterebbero a risolvere i misteri nella tranquillità del proprio studio, evitando l'incombenza di parlare con persone e rispondere a domande. Tollerano appena la presenza del rispettivo assistente e le richieste dei clienti e agenti di polizia che li chiamano in causa.
Pertanto si potrebbe pensare a due serie tutto sommato simili nello svolgimento, eppure la differenza è sostanziale, e per qualche ragione continuo a considerare Adrian Monk più abile di questo Sherlock Holmes. Mi ci è voluto un po' a capire quale fosse il nodo della differenza tra i due, ma dopo la visione di qualche episodio della prima stagione di Monk ci sono arrivato.
Il fatto è che pur essendo entrambi dei brillanti investigatori antisociali, la loro sociopatia influisce in modo diverso sul loro lavoro. Sherlock non ha la minima considerazione di ciò che gli avviene intorno, del modo in cui le persone lo percepiscono e di cosa ci si aspetta da lui, fin dai più basilari concetti di decenza ed educazione. Procede spedito sulla sua strada come un treno, abbattendo qualunque ostacolo incurante dei danni che provoca. Non esita a sminuire, avvilire e anche colpire direttamente chi gli si para di fronte. Non rispetta alcun tipo di autorità e non segue nessuna delle procedure richieste per il suo particolare lavoro.
Al contrario, Monk è costantemente ostacolato dai suoi problemi. Le sue manie per l'igiene, l'ordine, la simmetria, lo portano ad agire in modo irrazionale e controproducente: quando stringe la mano a qualcuno, deve pulirsi con una salvietta; se qualcuno ha la camicia stropicciata, deve lisciarla; non può sporcarsi, correre, arrampicarsi, bagnarsi e così via. Tutto ciò comporta difficoltà enormi per qualcuno che dovrebbe agire "sul campo", toccando e osservando e annusando per carpire i dettagli nascosti.
E c'è anche un'altra differenza importante nel loro modo di lavorare: il modo in cui sono percepiti dagli altri. Sherlock è riconosciuto come un genio, è famoso e viene adorato e anche amato nonostante la sua mancanza di riguardo e inibizioni. Ha una squadra di persone pronte ad aiutarlo e sostenerlo, tra i quali addirittura il fratello che lavora per il Governo e può fornirgli tutte le informazioni riservate di cui ha bisogno. Anche l'intelletto di Monk è noto e apprezzato, ma lui viene trattato più come un idiot savant che un eroe. Il suo talento non è in dubbio, ma le sue fissazioni sono continuamente schernite e minimizzate. Anche i suoi ex colleghi della polizia non si fanno remore a deriderlo e respingerlo, quando i suoi atteggiamenti si fanno incomprensibili o fastidiosi, salvo poi chiedere il suo aiuto quando sono in difficoltà.
Ecco quindi dove viene fuori il vero valore dei due. Se entrambi sono in grado di risolvere casi complicati, da una parte Sherlock Holmes lo fa con la sua insolenza e nell'ammirazione generale, dall'altra Adrian Monk deve combattere continuamente per ottenere con le sue sole forze lo stesso risultato. Questo lo rende, alla fine dei conti un detective migliore.