La prima Coppi Night del 2017 sdogana i documentari, che non erano mai stati proiettati prima (e a quanto mi ricordo, nemmeno proposti), ma quando tra le possibili scelte è comparsa questa amena storiella su come i ratti convivono con l'uomo, nessuno ha saputo resistere. Soprattutto tenendo conto del fatto che è vietato ai minori di 14 anni!
In effetti non so bene come recensire un documentario. Non c'è una trama da riportare, ci sono solo dei salti di città in città, tra USA, UK, India e Vietnam, per mostrare modi diversi di confrontarsi con i roditori. Sono chiamati in causa un po' tutte le figure che ruotano intorno a queti animaletti, dai disinfestatori ai biologi, dai medici ai responsabili della sanità pubblica. In effetti alcune nozioni sono piuttosto impressionanti, come la stima di quanti ratti vivono a New York e di come sia fondamentalmente impossibile contenerli, alla visione della varietà e quantità di parassiti che i ratti veicolano (vermi, larve, batteri, protozoi). Ed è anche interessante constatare come, nonostante i nostri validi sistemi sanitari, malattie come la leptospirosi sono tuttora a rischio di diventare epidemiche. Del tipo, se domani tornasse a girare la peste, siamo sicuri che finirebbe meglio che nel 1300?
Il documentario punta molto sulla forza delle immagini, come le dissezioni dei ratti catturati (umanamente uccisi con iniezione dopo anestesia) e la caccia notturna degli accalappiatopi indiani, che li inseguono letteralmente uno per uno e li uccidono tirandogli il collo, così da non spargere sangue. Ma anche nella civilissima Inghilterra non è che ci si comporti in maniera più matura, eh.
Un altro aspetto interessante, e forse trattato un po' superficialmente, è quello dell'evoluzione parallela di umani e ratti. Il modo in cui questi ultimi siano riusciti ad adattarsi a vivere negli ambienti urbanizzati, stabilendo comportamenti che gli permettono una vita agiata e prolifica, e svilupando una progressiva resistenza ai veleni (tanto che a morire sono i predatori che si nutrono di loro, ma non loro), dovrebbe darci qualche indizio su quanto possiamo davvero considerarci padroni di questo pianeta. Non che i ratti abbiano il potere di sovvertirci, certo... ma non ne hanno nemmeno l'interesse. Ma i rapporti di forza tra noi e il resto degli organismi della Terra, per come siamo abituati a considerarli, sono chiaramente da mettere in discussione.
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