Il romanzo racconta la storia di Peter Leigh, un pastore cristiano (per la precisione evangelista, a quanto ho capito) inviato come missionario sul pianeta
Oasis, su cui la multinazionale USIC ha stabilito un avamposto in previsione di una futura possibile colonizzazione. Peter lascia a Londra la moglie
Beatrice, con cui si mantiene in contatto epistolare tramite un costoso sistema di comunicazione interstellare, e si prepara a evangelizzare i nativi, che scopre essere già seguaci della religione e curiosi di scoprire
la Bibbia, che per loro è il
Libro delle Cose Nuove e Strane. Gli oasani sono umanoidi, piccoli e miti, interamente coperti da tuniche e guanti, ma non hanno un volto come quello umano, soltanto una sorta di escrescenza bulbosa simile a un nocciolo di pesca, in cui è difficile distinguere lineamenti e organi di senso. Nonostante questo, parlano inglese (pur con qualche difficoltà a pronunciare alcuni suoni), e già da tempo hanno instaurato uno stabile rapporto di baratto con la base USIC: cibo locale (un fiore bianco che può essere lavorato in diversi modi) in cambio di medicine. Ma oltre al cibo, gli alieni vogliono la religione, e per questo Peter è stato selezionato e spedito in fretta su Oasis per poter mantenere attivo il commercio con gli indigeni.
La storia si svolge principalmente su tre piani narrativi. Il primo è
la missione di Peter presso gli oasani, i tentativi di diffondere la parola di Dio (in cui lui crede fermamente, dopo un passato da tossicodipendente) nel modo corretto, nonostante le barriere comunicative. Gli alieni sono per lo più schivi e riservati, ma lo trattano con rispetto e accettano con entusiasmo i suoi insegnamenti, tanto che ognuno di loro ha scelto come nome umano "Jesus Lover" seguito da un numero. Per aumentare la sua immersione nella cultura locale, Peter vivrà alcune settimane con loro (un giorno su Oasis dura circa quattro giorni terrestri), e inizierà così anche a comprenderne la lingua, che nel libro è resa con simboli appositi che sostituiscono le lettere del nostro alfabeto. Un altro piano su cui si sviluppa la storia è quello della
base USIC, dove Peter torna periodicamente, e nel quale non riesce a trovare una sua collocazione. Tutti i membri della base sono altamente specializzati (fisici, chimici, geologi, ingegneri, meccanici ecc) e qualificati per partecipare a una missione del genere, mentre lui non capisce per cosa è stato scelto e cerca di stabilire con poco successo un punto di contatto con gli altri. Inoltre, nonostante tutti siano estremamente indaffarati e competenti, nessuno sembra sapere quale sia l'obiettivo a lungo termina della USIC, e a nessuno importa. L'unico compagno con cui entra più in confidenza è Grainger, la farmacista che lo accompagna nei viaggi verso il villaggio degli oasani, ma anche questo è un rapporto conflittuale, perché lei lo sfida continuamente nell'applicazione dei suoi dogmi alla realtà di Oasis. Infine ci sono le
comunicazioni con la moglie Bea, rimasta sulla Terra, all'inizio curiosa di sapere come procede la sua missione, poi, man mano che la sua situazione si complica (sulla Terra si succedono disastri naturali e collassi finanziari che destabilizzano l'equilibrio globale), desiderosa di un contatto più stretto e di una maggior presenza del marito.
Questi tre fili principali si intrecciano nel mostrare come Peter sviluppi lentamente una
distanza sempre più marcata tra sé e il suo mondo, la sua specie, sua moglie. Vivendo insieme agli oasani inizia a sviluppare una sorta di "mal d'Africa" nei confronti del pianeta, inizia ad apprezzarne i panorami completamente spogli e l'umidità soffocante, quasi tangibile. Allo stesso tempo, le vicende della Terra, i nomi delle persone, persino il volto di Bea, gli diventano più difficili da comprendere e ricordare. In tutto questo l'unica cosa che rimane immutata è la sua fede, la convinzione che Dio lo abbia posto di fronte a un compito importante, mentre è sua moglie ad avere ripensamenti sulle misteriose Vie del Signore.
C'è molto in questo libro, e nonostante sia abbastanza corposo e praticamente privo di "azione", la lettura è assolutamente immersiva. Non è tanto il
sense of wonder, perché Oasis di fatto non è un bel posto e di meraviglia se ne trova poca, ma nel suo lento progredire Peter attraversa diverse fasi di presa di coscienza di sé e di chi gli sta intorno. Il tema più immediato è chiaramente quello della
religione, affrontato in più occasioni sia con gli alieni che con gli umani, ma anche
l'amore e la dedizione al prossimo sono importanti, comprendere ciò che ci unisce e ciò che ci rende diversi, così come il desiderio di trovare un
proprio ruolo nel mondo (qualunque sia questo mondo). Nonostante non sia un testo che punta a sorprendere il lettore, ci sono un paio di rivelazioni di grande effetto, come quella che spiega la smania degli oasani per la religione cristiana, un'idea tanto semplice quanto desolante nella sua applicazione. Il focus della narrazione è sempre su Peter, ma anche i personaggi secondari (Grainger, Jesus Lover Five, BG, persino il gatto Joshua) hanno una
dimensione reale, nessuno di loro si limita ad assolvere una funzione narrativa, ma si percepisce l'esistenza di una storia per ognuno.
Avendolo letto in inglese, non posso essere sicuro che la traduzione italiana sia perfettamente fedele, soprattutto per quanto riguarda le parti in cui viene riportata la lingua degli alieni: visto che sono alcuni suoni particolari a richiedere l'uso delle lettere oasane (di solito le lettere sibilanti), ci sono parole che una volta scritte con l'alfabeto alieno si riescono a comprendere (
Jesus, Church), ma che tradotte risulterebbero diverse. Questo diventa importante più avanti nel libro, quando Peter inizia a usare il loro linguaggio, e riesce a trasportare bene al lettore lo sforzo di interpretazione da lui compiuto.
Il libro delle cose nuove e strane è un romanzo fortemente
umano, perché sfiora tanti argomenti che ci preoccupano da sempre (la morte, la solitudine, l'incertezza del futuro), e senza offrire risposte fa vibrare alcune corde sensibili. È uno di quei libri che potete anche
non chiamare fantascienza, se la cosa vi mette a vostro agio, ma che permette al lettore di adottare un nuovo punto di vista, dal quale le cose possono apparire diverse, e come accade a Peter, lasciarlo decidere se questo sia un bene o un male.