Coppi Night 11/12/2011 - Come ammazzare il capo e vivere felici

Ultimamente avevo manifestato uno scarso entusiasmo per le americommedie elette a proiezione all'interno delle Coppi Night. Il fatto è che, bene o male, in questo tipo di film si sa bene cosa aspettarsi e lo si ottiene, cosa che mi lascia sempre un certo vuoto, come quando bevi il primo bicchiere d'acqua la mattina che ti pulisce la bocca ma non ti disseta. Un genere che quindi raramente mi soddisfa del tutto, e che mi costringe a brevi recensioni sottotono, a meno che la frustrazione non sia proprio la frustrazione a spremermi fuori le parole.

Ma, accidenti, stavolta non è così! Perché questo Horrible Bosses, il cui titolo italiano è stato inutilmente complicato, è una commedia davvero valida. Oh, non sto scherzando: stiamo parlando di roba al livello di classici come Animal House o di prodotti più recenti come The Hangover e Hot tube time machine. Già la trama in sé non presenta la solita situazione di Coppia Sfaldata da rimettere insieme, o lo Sfigato e il Figo, o il Grande Bussatore che incontra l'Amore, ma parte da un'idea più originale: i tre protagonisti, impiegati di medio livello, odiano a morte i loro capi per ragioni diverse. E "a morte" non è una metafora: il loro disprezzo è tale che decidono di ammazzare i boss in questione, convinti di poter finalmente vivere sereni grazie all'omicidio. Dopo aver rifletutto sulla cosa, i tre si accordano per un'azione alla Hitchcock: "delitto per delitto", ovvero ognuno farà fuori il capo di un altro in modo da non attirare i sospetti. Naturalmente il compito non si rivela così faicle, e già dalle prime fasi esplorative il trio combina i casini che si potevano attendere da soggetti del genere. Naturalmente un film di questo tipo finisce sempre bene, quindi alla fine i tre otterranno quello che vogliono, ma il modo in cui tutti arrivano a liberarsi degli odiati capi non è scontato come si potrebbe pensare, anzi viene raggiunto con una serie di rivolgimenti della trama abbastanza efficaci. La credibilità della trama vacilla solo quando uno dei tre afferma di odiare il suo capo perché si tratta di una Jennifer Aniston decisamente porca che insiste per scopare continuamente sul lettino del dentista: ora, per quanto la Aniston non sia certo avvenente quanto la mia recente infatuazione Antje Traue che vedete qui sotto, alzino la mano gli uomin che sarebbero in grado di rifiutare un'offerta del genere, e addirittura arrivare a ritenerla offfensiva (ho messo tre F apposta). Ma il personaggio in questione in effetti dimostra di essere il più squilibrato, quindi si può attribuire il suo atteggiamento irrazionale a una evidente tara genetica.

Se quindi si parte da una storia già interessante, e si aggiunge un ottimo livello delle gag, che non solo sono davvero divertenti, ma anche continue, si ottiene già una commedia che colpisce nel punto giusto. Fare esempi dei momenti più divertenti è poco utile, ma tra recitazione, battute ed equivoci la sequenza non si interrompe mai, e in alcuni casi mi sono trovato a ridere per un minuto di fila. Le gag si basano principalmente sull'inettitudine dei protagonisti, opposta al sadismo dei loro capi, e nonostante alcune battute più sordide di carattere anatomico-sessuale, non scade mai nel trash.

Infine è da apprezzare anche il cast: i tre protagonisti non sono nomi noti, ma si adattano perfettamente alle loro parti, e altrettanto efficaci sono gli attori di supporto, decisamente più famosi: oltre alla già citata e assatanata Jennifer Aniston, ci sono un perverso edonista Colin Farrel e un ottimo Kevin Spacey che interpreta a meraviglia uno psicopatico dirigente egocentrico, il più pericoloso e malvagio dei boss, che di fatto diventa il villain principale del film.

Questa combinazione di elementi ben amalgamati dà origine a un film non solo divertente, ma anche appassionante e originale. Uno dei pochi casi di commedia che rivedrei volentieri, e che, sono sicuro, alla seconda visione apprezzerei quanto la prima.

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