Più o meno per gli ultimi sessant'anni per il lettore italiano di fantascienza medio, fantascienza è sinonimo di Urania. La cosa si è presto traslata dal lato degli autori, per cui vale il principio che per uno scrittore di fantascienza essere pubblicato su Urania sia il maggior riconoscimento ottenibile. Per quanto io non mi conformi del tutto a questa idea (e in passato ho parlato su questo blog del come e perché, cercate pure), quando il coach ti convoca in nazionale, tu anche se giocavi all'estero comunque rispondi alla chiamata. E si può essere schizzinosi ma è pur sempre Mondadori, fa curriculum.
Ed ecco quindi che sullo speciale Millemondi n. 87 di Urania in uscita a luglio nelle edicole, ci sarà un volumi intitolato Distòpia, che raccoglie i racconti di tredici autori italiani tra i quali figuro anch'io.
Distòpia ripete l'esperimento dell'anno scorso, quel Millemondi intitolato Strani Mondi che per la prima volta dopo decenni proponeva appunto un'antologia di racconto di autori italiani. Le mie impression su quel volume le potete rileggere qui, ma al di là delle opinioni sulla qualità, quel libro ha segnato senza dubbio un momento importante, perché testimonia l'interesse anche da parte dei "big" (come lo è in Italia la collana da edicola di Mondadori) verso gli autori contemporanei di fantascienza.
L'antologia del'anno scorso scorso non aveva un tema, mentre invece a questo giro è stato richiesto di scrivere racconti a tema "distopia", che a sua volta ha avuto un discreto sdoganamento negli ultimi anni presso il pubblico generalista, anche se spesso il termine viene usato a sproposito. Inoltre distopia e postapocalissi si sono fatti esasperantemente attuali con la pandemia in corso, per cui il tema potrebbe risultare perfino troppo mainstream ora come ora, ma il lavoro era già avviato mesi prima quindi non si poteva tornare indietro.
Così dopo Fanta-scienza mi trovo di nuovo in una raccolta dal titolo estremamente generico. Non mi sorprenderei se entro il prossimo anno pubblicassi qualcosa in una raccolta intitolata Narrativa e poi magari una che si chiami Scrittura. Comunque sono in buona compagnia, perché se pure siamo le riserve della sf italiana ci sono panchinari d'eccellenza come Valerio Evangelisti e Nicoletta Vallorani. Oltre ad autori di comprovata esperienza e qualità, come Giovanni De Matteo e Giampietro Stocco, e qualcuno della nuova generazione che ho già apprezzato altre volte come Linda De Santi. Su di me però ricade la grossa responsabilità di formare il ricordo finale nella mente del lettore, visto che il mio è l'ultimo racconto del libro. Quindi l'impressione complessiva alla fine della lettura sarà in buona parte influenzata dal valore della mia storia. No pressure.
Quanto al mio racconto Seocrazia, è una storia particolare non soltanto per la trama in sé, ma perché fa da cardine per una sorta di universo narrativo condiviso, che mi pregio di definire il MEMEVERSE, nel quale si collocano anche altri racconti già pubblicati in giro. Attenzione, il racconto è assolutamente autonomo ed è scritto per essere letto da solo, ma alcuni elementi di contorno e riferimenti incrociati portano a collocarlo all'interno di un contesto più ampio che già si affacciava in altri miei lavori. Non sto ad approfondire adesso, ne parlerò più nel dettaglio in un post successivo e soprattutto nella newsletter, quindi se volete sapere tutto sul Memeverse, fate preso a iscrivervi.
Essendo collana da edicola, sarà difficile recuperare Distòpia dopo alcune settimane dall'uscita, quindi se siete interessati è il caso di piantonare le edicole di zona o addirittura richiederlo/prenotarlo dal vostro giornalaio di fiducia.
Bella notizia. Lo cerco sicuramente.
RispondiEliminaInutile dire che lo compreò e forse lo recensirò pure.
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