E così siamo arrivati alla fine di questa stagione troppo breve di Westworld. Sarebbe il momento ideale per fare un bilancio complessivo, ma preferisco ragionarci meglio a mente fredda, magari dopo aver rivisto anche qualche spezzone, quindi rimando il post riepilogativo a più avanti. Per adesso concentriamoci a esaminare cosa è successo in questo Crisis Theory.
Se qualcno aveva avuto il dubbio che alla fine di Passed Pawn avessimo davvero perso Maeve e Dolores, bastano tre minuti a levarsi il dubbio. Infatti scopriamo subito che l'unità di controllo è stata salvata da Caleb, che seguendo le istruzioni del suo assistente (programmato da Solomon o Dolores?) arriva nel deposito con il corpo di backup, la vecchia versione metallica invece di quella biologica. Breve confronto per convincere Caleb di quello che dovrà fare, ovvero diventare il leader dell'imminente rivoluzione. Per mettere in atto il piano finale però, Dolores e Caleb devono raggiungere Rehoboam e caricare in lui il piano elaborato da Solomon. Ma intanto Serac si è accorto della fregatura e ha mandato Maeve a prenderla. Segue un'altra battaglia tra le due, con Dolores che approfitta del vantaggio strutturale del corpo metallico, ma risparmia Maeve quando avrebbe l'occasione di eliminarla. A chiudere la partita è però Charlotte, che ormai è definitivaente diventata una persona differente rispetto alla Dolores da cui si è originata.
Mentre la rivolta deflagra e Caleb viene trattato come Tyler Durden da frotte di seguaci sconosciuti, Dolores viene collegata a Rehoboam in cerca della chiave per l'accesso ai dati di accesso al Sublime. Per fare questo, Serac fa scorrere ed eliminare uno per uno i ricordi di Dolores, cancellandone così l'identità pezzo per pezzo. Maeve interviene per accelerare il processo, e abbiamo il loro primo confronto pacifico, in una dimensione sospesa nella mente di Dolores. Qui apprendiamo finalmente qual era il suo vero piano, con un piacevole ritorno al suo primo discorso nella prima puntata: I choose to see the beauty. Nonostante tutta la sofferenza che ha subito a opera degli umani, lei ne vede la bellezza, ma non per via del programma che le impediva di ricordare il male, proprio perché vuole concentrarsi su quello.
Alla fine quindi abbiamo la conferma che quello di Dolores era davvero un piano filantropico. Quello che ha sempre cercato di ottenere è per gli umani la stessa libertà che hanno ottenuto gli host. In sostanza, il percorso che vediamo nella stagione 3 è per l'umanità lo stesso che è avvenuto per gli host nella stagione 1. I parallelismi sono evidenti e così il risultato: un caos distruttivo che porterà alla morte della quasi totalità degli individui, ma che è l'unico modo per potere avere un mondo davvero nuovo, in cui forse potranno vivere entrambe le specie.
Dolores si sacrifica del tutto per questo, perché viene rimosso fino all'ultimo suo ricordo. Con un po' più di tempo a disposizione, mi sarebbe piaciuto che questo aspetto fosse sottolineato meglio. Se l'accesso ai ricordi, e quindi al proprio passato che definisce l'identità, è stata una chiave così importante per Dolores (e gli host in generale) di acquisire la coscienza, allora la sua rimozione avrebbe meritato di essere sottolineato. Ma con venti minuti di episodio rimasti non c'era tempo di svilupparlo più di tanto...
Alla fine il personaggio chiave diventa proprio Caleb, che scopriamo essere stato davvero scelto da Dolores che lo aveva già conosciuto in un parco apposito usato per simulare operazioni di guerra (l'ultimo parco Delos che rimaneva da scoprire, quindi ora li conosciamo tutti: Westworld, Shogunworld, The Raj, Warworld, il parco medievale e quello per l'addestramento militare). Il loro incontro quindi non è stato casuale, ma forse pilotato proprio da lei, visto che la vediamo accedere alla app per criminali. È Caleb a compiere l'inevitabile scelta finale di disattivare il sistema (e vabbè, lo sapevamo dall'inizio che sarebbe finita così), in modo da permettere a tutti di scegliere per se stessi.
Di Serac invece scopriamo che per quanto si mostrasse onnipotente era in realtà una vittima della sua stessa creazione. Nel tentativo di ammaestrare l'umanità ha deciso di ammaestrare anche se stesso e si è sottoposto al controllo di Rehoboam. Qui bisogna fare attenzione e non penasre che Rehoboam sia l'IA malvagia che manipola il burattino: Rehoboam continua a essere un'intelligenza "al servizio" di chi la usa, è invece lo stesso Serac che ha deciso di rimettere ad esso tutta la sua volontà.
Completamente relegata a sidequest l'avventura di Bernard, che dopo un fugace incontro con un'altra copia di Dolores (l'ultima in circolazione con le sembianze di Lawrence ex El Lazo), va a visitare la moglie di Arnold, padre del figlio che è sempre stato il suo ricordo cornerstone. Abbiamo quindi un momento molto intenso, in cui Bernard chiede alla donna (che ha problemi di memoria) come abbia fatto a lasciare andare suo figlio, e lei gli rivela che non lo ha fatto. È una rivelazione che riscrive quanto compiuto da Bernard nella prima stagione, dopo aver capito che i suoi ricordi erano finti, e detto al figlio che doveva lasciarlo. Ora invece lei gli dice che quel ricordo può portarselo dentro. Ed è come diceva anche Maeve per sua figlia: this pain, is all i've left of her.
Bernard poi fa un'incursione nel Sublime, di cui ha sempre avuto la chiave dentro di sé (anche questa, una sorpresa che si poteva facilmente intuire già qualche episodio fa), in cerca non si sa bene di cosa. Scopriamo però nella scena post credit che ci è rimasto parecchio, abbastanza da risvegliarsi coperto di polvere in un mondo dai colori postapocalittici. Chissà se Stubbs nella vasca è ancora funzionante...
Anche William ha ben poco da fare in questo episodio. Dopo aver dichiarto di dover distruggere tutti gli host, lo vediamo agire soprattutto dopo i titoli, in una scena ambientata in un futuro non meglio definito (ma probabilmente prima di quella di Bernard). Infiltrato in un laboratorio Delos a Dubai, incontra Charlotte che ormai si è completamente votata al ruolo di villain e sta mettendo su un'armata di host, probabilmente per portare a compimento il piano iniziale di sterminio dell'umanità. E il primo androide della serie è proprio il Man in Black, che dà prova delle sue abilità uccidendo il suo modello originale biologico. Fine di William? Non ne sono sicuro. Sì, William muore in quel momento, ma potremmo ancora vedere sene di lui prima di arrivare a quel punto, e c'è da considerare la scena postcredit della stagione scorsa, in cui era evidente che qualcuno in un futuro lontano (più lontano di questo) stava cercando di ricostruire una sua copia completa e fedele.
Nel complesso, il finale di stagione risulta soddisfacente e risolve alcuni dei dubbi rimasti dagli episodi precedenti. Anche Maeve alla fine ne esce con la reputazione pulita, anche se si può ancora avere qualche dubbio sulla facilità con cui si sia piegata a combattere Dolores quando non era davvero sicura che fosse lei il suo nemico. Rimango dell'idea che fare 10 episodi come le precedenti avrebbe dato il tempo necessario per esplorare meglio i nuovi personaggi (Serac e Caleb), e avrebbe permesso di dare più peso a certi momenti significativi.
Il conflitto che si prepara per la stagione 4 (già confermata) è quello tra Charlotte/MIB da una parte, e Caleb/Maeve dall'altra. Stavolta Bernard dovrebbe tornare al centro dell'azione, dopo la sua esperienza nel Sublime dove deve aver scoperto qualcosa di rilevante (probabilmente che anche lì le cose non vanno bene come si sperava). E Dolores? Possibile che sia finita davvero, che non ci sarà più Evan Rachel Wood nella prossima stagione? No, è davvero fuori discussione. Quindi in un modo o nell'altro, rivedremo anche lei. Di tempo per pensare a come rimetterla in gioco ce n'è a sufficienza. Ci si rivede nel 2022, a questo punto.
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