Di solito evito di fare due post di autopromo di seguito, ma visto che sto riempiendo un po' meno il blog e le cose si sovrappongono, mi trovo a dover segnalare questa pubblicazione poco dopo il racconto su Spore. Peraltro non mi è chiaro come mai non lo avessi già segnalato visto che è già fuori da un paio di settimane.
Comunque, picchia e mena sono riuscito a piazzare un racconto su Robot, la più longeva e di fatto forse l'unica rivista di fantascienza in italia. Sul numero 86 troverete il mio racconto Locuste, che era arrivato finalista all'ultimo Premio Robot, oltre al racconto vincitore di Linda De Santi e altre storie di Greg Egan, Lavie Tidhar, Nicoletta Vallorani, che insomma mica è poco. Oltre alle illustrazioni di ognuno (quella del mio racconto è di Matteo Di Gregorio) e una copertina stupenda.
Locuste è un racconto che con gli insetti non ha nulla a che vedere. Credo che in termini molto ampi si possa definire un post-apocalittico, forse climate-fiction, ci sono nozioni di evoluzionismo, o almeno una branca molto specifica di esso, ma il tema centrale è comunque qualcosa che ha a che fare con l'identità, ma insomma non ve lo devo dire io, sennò che l'ho scritto a fare.
Per me pubblicare su Robot è un traguardo importante perché erano diversi anni che ci provavo. Devo dire che finora tutte le volte che ho partecipato al premio sono finito tra i finalisti o almeno tra i segnalati (ad esempio anche con Memehunter, poi uscito in seguito per Future Fiction). Questa volta sono riuscito a fare entrambe le cose visto che oltre a Locuste in finale anche l'altro che avevo inviato, Bootstrap è stato menzionato, e ci sono buone probabilità che venga pubblicato, ma si parla dell'anno prossimo. Comnque per ora tenetevi le locuste, e degli hamburger istantanei ne parleremo più avanti.
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