I miei vent'anni con Futurama

Il 28 marzo del 1999 andava in onda Space Pilot 3000, il primo episodio di Futurama. All'epoca avevo tredici anni non ancora compiuti e di Futurama non seppi nulla per almeni altri tre.

Questo per mettere subito in chiaro che no, non è stato un colpo di fulmine, non ero lì fin dal primo minuto starry eyed davanti la tv, non schiumavo dall'hype (che nel 1999 non esisteva proprio come concetto) e vivevo benissimo senza Futurama. Quindi posso parlare dei vent'anni di questa serie con una certa rilassatezza, senza dover stare a rincorrere i dogmi del SEO che vorrebbero far uscire questo articolo il 28 marzo alle ore 08:40 per accalappiare il traffico in entrata all'apertura degli uffici. Ma alla fine è vero, in un certo senso Futurama la vita un po' me l'ha cambiata, quindi questi vent'anni è giusto celebrarli. E siccome su questo blog ne ho già parlato e non mi va di fare il post su diciotto cose che non sapevi su Futurama, parlerò invece di come ho sviluppato il gusto per la serie.

Il primo episodio che ho visto è A fishfull Dollars, quello in cui Fry diventa ricco e compra l'ultima scatola di acciughe del mondo, e si scontra con Mom che vuole utilizzare l'olio di acciuga per i suoi scopi. Naturalmente all'epoca non sapevo il titolo dell'episodio, perché in tv non passavano i titoli, nemmeno quelli tradotti in italiano (per lo più trasposti in senso letterale, senza cogliere i calembour). Venni a sapere di Futurama da un amico, un compagno di classe delle scuole medie che mi raccontava di questo cartone nuovo dove c'era un robot che beveva e ruttava, e che altro serviva per volerlo guardare? Ma già allora non ero così sensibile all'entusiasmo per cui non corsi subito a sintonizzarmi su Italia 1 il giorno dopo, mi capitò di vedere quel primo episodio per caso, e lo riconobbi proprio come uno di quelli di cui mi aveva parlato (ripensandoci a posteriori questo significa che probabilmente era già la prima replica della stagione, perché lui l'aveva già visto e davano lo stesso episodio).

Era divertente, l'ambientazione curiosa e poi avevo già letto tutto Asimov, parecchio Fredric Brown (almeno quello che si trovava in italiano) e forse stavo affrontando Dune, iniziando sciaguratamente dai preludi. Quindi insomma, era roba per me. Iniziai a seguirlo con più attenzione.

Il momento di svolta ci fu quache tempo dopo, d'estate. La domenica spesso andavamo al mare, a Viareggio. Col treno, andavo alla stazione in bicicletta, la incatenavo lì (non proprio davanti la stazione, un po' defilata perché fosse meno esposta a furti). Il viaggio d'andata di solito era gradevole, anche perché partivamo prima della media degli altri, col treno delle 7:50 o giù di lì. Prima delle 9 eravamo già in spiaggia mentre il grosso della gente arrivava dalle 10:30 in poi. Di solito andavamo al Bagno Felice perché aveva anche il campetto da calcio e una partita in mattinata si faceva sempre. Il viaggio di ritorno invece era una tortura. Tutti riprendevano il treno nello stesso momento e a parte quella volta in cui invece di prendere il treno che da Viareggio andava a Firenze via Luca prendemmo quello via Pisa e ci costrinsero a scendere a Pontedera, la sopravvivenza sui quei vagoni, dopo una giornata di sole, sabbia e salsedine, schiacciati nei corridoi come... beh, come acciughe, ecco, insomma era un momento di sconforto.

Spesso prima di tornare alla stazione prendevamo un gelato o una granita o una bottiglia di coca per caricarci prima di affrontare il viaggio. Una di quelle domeniche avevamo lasciato la spiaggia un po' prima del solito e quindi facemmo un giro sulla passeggiata prima di andare a prendere il treno. Io e il mio amico, quello stesso che mi aveva parlato di Futurama per la prima volta, entrammo alla Galleria del Disco, che c'è ancora ma è molto diversa da com'era. E lì trovai il cofanetto della prima stagione di Futurama. Sto parlando di videocassette, sto parlando di un'epoca in cui internet era una connessione dial-up 56k che si pagava a scatti al minuto e se chiamava la zia si interrompeva. Non solo non esisteva lo streaming, ma ancora dovevano nascere i torrent, e se Emule girava già non era ancora arrivato da noi. Forse c'era giusto Napster, ma tre ore per scaricare una canzone che poi non era quella che cercavi era abbastanza frustrante.

Non mi ritenevo così appassionato di Futurama da volere il cofanetto. In realtà non credevo nemmeno che si dovesse essere particolarmente appassionati per fare quell'acquisto. Futurama mi piaceva, ce l'avevo davanti, avevo un po' di soldi: perché no? Credo fosse l'estate del 2001, i gadget nerd non erano ancora uno status symbol e sì, le torri gemelle erano ancora in piedi. Non c'era bisogno di giustificazioni particolari. Durante il viaggio di ritorno in treno, quando si liberò un posto a sedere (di solito a Lucca si svuotava di una buona metà), mi misi a guardare le cassette e mi accorsi che la copertina di ognuna delle tre formava un disegno unico. Era pieno di particolari, alcuni li riconoscevo e altri no, ma ero sicuro che avessero tutti un significato preciso. Non sapevo nemmeno se avevo davvero visto tutti gli episodi, ma nei giorni dopo mi ci misi e li guardati tutti più volte.

Nelle stagioni successive non fui così costante nel seguirlo, perché l'orario di trasmissione in tv non mi facilitava la visione diretta. In media arrivavo a casa alle 15 o poco prima, e riuscivo a vedere solo gli ultimi 2-3 minuti quando lo davano alle 14:30. Per rimediare programmai il videoregistratore in modo che registrasse in automatico le puntate. Nel pomeriggio la guardavo, e se mi piaceva abbastanza la tenevo, altrimenti ci registravo sopra. Più volte mi pentii di aver registrato sopra un episodio che col senno di poi mi resi conto che meritava di essere tenuto. Ricordate: no streaming, no torrent, e Futurama non si trovava nemmeno al noleggio DVD, quello self service con la tesserina ricaricabile. No, non sto inventando, DVD e VHS hanno convissuto per un certo periodo, almeno in casa mia.

Credo di essermi reso conto di avere un problema con Futurama quando ho capito che non ce n'era più. Mi ci volle un po' ad accorgermi che le puntate che giravano erano sempre le stesse. Non lo sapevo ancora, ma la serie era stata interrotta dopo quattro stagioni, e in tutto ne esistevano una sessantina, di cui un paio mai trasmessi in tv (questa è una di quelle cose che non sapevate di Futurama, ma è storia per un altro post, se mai avrò voglia). Ebbi lo stimolo di documentarmi per capire se mi mancava qualcosa o se davvero non c'era altro, e allora appresi la triste raltà. E fu lì che mi sembrò terribile, ingiusto, che il mondo non meritasse Futurama. Era troppo intelligente, troppo coerente, troppo profonda perché la gente lo capisse. Grazie a dio non avevo nessuno con cui condividere quella passione e all'epoca non esistevano ancora le subreddit, altrimenti avrei preso probabilmente la strada del fandom tossico integralista come succede oggi a Rick & Morty.

Mi rifugiai quindi nei gadget. Di lì a poco mi ritrovai maggiorenne, con un lavoro e un conto in banca, ebbi la disponibilità di una carta prepagata mia e quindi potevo spendermi quei soldi nelle cazzate che volevo. Action figure, portachiavi, mazzi di carte. Toynami, Kidrobot, Funko. Con i dvd iniziai a seguire la serie in lingua originale, e fu come scoprirla di nuovo da capo. Anche se tante battute le ho fisse in testa nella loro versione doppiata, che poi tutto sommato non era così male salvo parecchie battute non tradotte.

Poi vennero i film, ero già all'università. Appena uscito Bender's Big Game lo scaricai subito, perché era già iniziata l'era delle cose che si scaricavano, e feci la punta su Ebay (era ancora più diffuso di Amazon, anche se per poco) appena fu disponibile il dvd in italiano. Perché lo volevo, e glielo dovevo. Si diceva che la serie fosse stata rimessa in produzione proprio grazie alle ottime vendite di dvd e accessori vari, per cui se con i miei soldi potevo aiutare Futurama a vivere era il minimo che potessi fare.

Il resto è abbastanza recente da poter essere trovato su questo blog. Io ho iniziato a sostenere di essere il maggior esperto italiano di Futurama e giuro, nessuno mi ha mai contraddetto quindi lo sono davvero, no?

Futurama è finito, non ci sono indizi su un suo possibile ritorno. Se doveva essere il potere necromantico di Netflix a resuscitara, sarebbe dovuto già succedere. Non è successo, non succederà. Quello che abbiamo di Futurama è già tutto quello che c'è.

A me mancano ancora un po' di accessori, ad esempio non ho l'action figure di URL che credo ormai sia introvabile, e non ho mai avuto la fortuna di trovare il peluche del Robodiavolo. Maledico chi ha pensato che fosse una buona idea sprecare uno slot di action figure per Nudar, ma tutti erano eccitati per il ritorno della serie e si sono fatti prendere dall'entusiasmo per il nuovo personaggio, presumo. Peraltro, Nudar lo andai a comprare in un negozio di fumetti a Viareggio. Era giusto la settimana dopo quell'incidente con il treno che esplose ammazzando un sacco di gente. Me lo ricordo perché scendere con il treno alla stazione a poche centinaia di metri da dove era avvenuto il disastro mi fece un certo effetto. Ripresi il treno immediatamente successivo, appena una mezz'ora dopo.

Ma forse è un bene sapere che c'è qualcosa che ancora mi manca di Futurama, qualcosa che potrei scoprire o trovarmi davanti all'improvviso. Intanto, quel cofanetto di VHS ce l'ho ancora, anche se in qualche punto il nastro si era rovinato e l'immagine sfarfallava, e comunque non ho più un videoregistratore e non potrei più vederlo. Ma c'è, so dov'è, e so tutto quello che significa, che è in parte quello che ho scritto qui e in molte altri parti tante altre cose.

Ho parlato di me, non di Futurama. Ma è un po' come quando a un funerale parli della persona che se n'è andata, in realtà parli di come tu hai conosciuto quella persona. Non c'è altro modo di farlo.

Tanti auguri. Here's to another lousy twenty years.

 

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