L'ultima stagione di Game of Thrones si è fatta aspettare più del solito e ha lasciato tanto tempo ai fan per speculare su ipotesi e teorie, da quelle più scontate alle assurdità complete. Nel giro di poche settimane si concluderà una delle saghe più seguite dell'epoca contemporanea delle serie tv, e anche se molti (io per esempio) hanno forti dubbi sulla qualità delle ultime stagioni, è indubbio che GoT ha già lasciato il segno.
E via via che i fili si annodano e misteri si sciolgono, la questione più importante che rimane sul piatto è: come finirà Game of Thrones? Ovvero, chi sarà alla fine a conquistare il tanto agognato Trono di Spade? Con l'inizio della final season sono saltati fuori articoli, podcast e dirette streaming, centinaia di migliaia di parole per affrontare questo argomento. E la cosa un po' mi stupisce, perché con tutto il rispetto per questi professionisti del nerdom, la questione mi sembra di una banalità estrema. E la cosa paradossale è che tra tutti i commenti, leak, headcanon ed esegesi che mi è capitato di vedere (sicuramente una parte infinitesima di quanti ce ne sono in giro), nessuno sembra considerare questa possibilità.
Quindi adesso ve lo dico io, come finisce Game of Thrones. Ovvero, risponderò a quella domanda: chi siederà sul Trono di Spade?
La risposta, banale e lampante, è una sola: nessuno.
Non ci sarà nessuno sul Trono di Spade. Non lo intendo in senso metaforico, proprio in senso letterale: nessuno diventerà il nuovo legittimo sovrano, nessuno sarà Re degli Andali, dei Primi Uomini, Protettore del Regno eccetera eccetera. A dirla tutta, il Trono di Spade non esisterà più.
Può sembrare una soluzione estrema e forse anche provocatoria, ma è l'unico finale tematicamente coerente. Anzi, l'unico possibile, per rispettare il tema di fondo della serie, quello che potremmo considerare come l'arco narrativo dell'intera saga.
Tutta la storia di Game of Thrones si basa sul concetto che il potere è fallibile, corruttibile, perverso. Anche quando si manifesta negli individui più virtuosi finisce per condurre a storture, come abbiamo visto nella prima scena del pilot, quando Ned Stark esegue la sentenza capitale su un disertore colpevole soltanto di portare l'avviso dell'imminente attacco dei white walkers. La stessa identica cosa che continua a ripetersi in scala sempre più ampia nel seguito della serie. Tutto ciò che succede in otto stagioni non è altro che una conseguenza di questo assunto di base, l'intrinseca deformazione del potere, legittimo o usurpato che sia. Tutti i personaggi si sono confrontati con questa idea e hanno fallito, pagando in prima persona, spesso con la vita. Finora nessuno è riuscito davvero a opporsi al paradigma del potere costituito. Anche la Regina dei Draghi, tanto solerte nel liberare gli schiavi dai loro padroni, alla fine dei conti sembra molto determinata a riprendere il potere che è convinta le spetti per nascita, e si dimostra piuttosto permalosa quando qualcuno rifiuta inginocchiarsi a lei, per essere una che intende "rompere il meccanismo".
"When you play the game of thrones, you win or you die", ci viene detto molto presto, e finora si è dimostrato sempre vero. In effetti si potrebbe molto facilmente dedurre che anche quando vinci, la vittoria è solo temporanea, e a sua volta porterà con ogni proababilità alla morte. Il gioco del trono non si può vincere davvero. L'unica strategia è limitare le perdite, ovvero, non giocare.
Questo è il compimento naturale della serie. Una presa di coscienza dei protagonisti rimasti in campo, che realizzano di non poter cambiare niente finché continueranno a perpetuare gli stessi schemi. Finché qualcuno siederà sul Trono di Spade, finché ci sarà un Trono di Spade, la storia continuerà a ripetersi. La minaccia esterna degli zombie di ghiaccio è soltanto il catalizzatore che dovrebbe permettere ai più intelligenti di raggiungere questa consapevolezza. La fine del Regno, la fine del gioco. Solo così potranno tornare tutti a essere liberi, e magari anche rimanere vivi.
Non c'è un altro finale che abbia senso dal punto di vista tematico. Sì certo, ci saranno di mezzo le battaglie, in qualche modo sconfiggeranno o faranno arretrare gli zombie, il popolino acclamerà i draghi e tutte quelle cose lì. Ma il punto principale della storia è che il punto della storia deve cambiare. Altrimenti tutto quello che c'è stato finora perde ogni significato.
Ovviamente, non so se la serie finirà davvero così. Quindi questo è un How it should have ended fatto in anticipo. Ma seriamente, qualunque fine diversa da questa traviserebbe in modo completo e colpevole il senso dell'intera storia, facendo crollare tutta l'impalcatura narrativa messa su fin dal primo minuto. Poi si sa, per il fanservice si può fare questo e anche peggio. D'altra parte ci sono spin-off da produrre e gadget da vendere, quindi una speranza che tutto cambi perché niente cambi deve rimare viva nello spettatore bulimico.
Vedremo tra qualche settimana se hanno osato mantenersi coerenti alla loro opera o si sono piegati alle necessità del fandom. Adda passà l'inverno.
"When you play the game of thrones, you win or you die", ci viene detto molto presto, e finora si è dimostrato sempre vero. In effetti si potrebbe molto facilmente dedurre che anche quando vinci, la vittoria è solo temporanea, e a sua volta porterà con ogni proababilità alla morte. Il gioco del trono non si può vincere davvero. L'unica strategia è limitare le perdite, ovvero, non giocare.
Questo è il compimento naturale della serie. Una presa di coscienza dei protagonisti rimasti in campo, che realizzano di non poter cambiare niente finché continueranno a perpetuare gli stessi schemi. Finché qualcuno siederà sul Trono di Spade, finché ci sarà un Trono di Spade, la storia continuerà a ripetersi. La minaccia esterna degli zombie di ghiaccio è soltanto il catalizzatore che dovrebbe permettere ai più intelligenti di raggiungere questa consapevolezza. La fine del Regno, la fine del gioco. Solo così potranno tornare tutti a essere liberi, e magari anche rimanere vivi.
Non c'è un altro finale che abbia senso dal punto di vista tematico. Sì certo, ci saranno di mezzo le battaglie, in qualche modo sconfiggeranno o faranno arretrare gli zombie, il popolino acclamerà i draghi e tutte quelle cose lì. Ma il punto principale della storia è che il punto della storia deve cambiare. Altrimenti tutto quello che c'è stato finora perde ogni significato.
Ovviamente, non so se la serie finirà davvero così. Quindi questo è un How it should have ended fatto in anticipo. Ma seriamente, qualunque fine diversa da questa traviserebbe in modo completo e colpevole il senso dell'intera storia, facendo crollare tutta l'impalcatura narrativa messa su fin dal primo minuto. Poi si sa, per il fanservice si può fare questo e anche peggio. D'altra parte ci sono spin-off da produrre e gadget da vendere, quindi una speranza che tutto cambi perché niente cambi deve rimare viva nello spettatore bulimico.
Vedremo tra qualche settimana se hanno osato mantenersi coerenti alla loro opera o si sono piegati alle necessità del fandom. Adda passà l'inverno.
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