Ho già affermato in passato di gradire i film interpretati dalla coppia Simon Pegg/Nick Frost: ho ritenuto La fine del mondo un film eccezionale, e anche gli altri due della Trilogia del Cornetto non sono male. In questo caso però la coppia non è diretta da Edgar Wright (che per dire, ha tirato fuori anche Scott Pilgrim vs The World), quindi non ci si può aspettare la stessa combo vincente degli altri film, tuttavia anche il risultato finale non è nemmeno malaccio.
In Paul seguiamo l'avventura di due nerd autodichiarati (il film inizia con i due che vanno alla Comiccon di San Diego, basta questo a inquadrarli) e appassionati di ufologia, che si trovano ad accompagnare proprio un extraterrestre, il Paul del titolo, che sta fuggendo dagli agenti governativi che hanno intenzione di catturarlo e smembrarlo. Il particolare di rilievo è che Paul, pur essendo il esteticamente tipico Grigio a cui siamo abituati, si comporta diversamente da come ci si aspetterebbe da un alieno proveniente da una civilità capace di viaggio interstellare: è chiassoso, volgare, beve, fuma, e di certo non ha nessun interesse a porsi come maestro degli ingenui umani con cui entra in contatto. Molto diverso quindi dall'immagine classica che viene di solito veicolata degli alieni, più simile al Roger di American Dad che agli illuminati visitatori di Incontri ravvicinati.
Il film procede quindi sui binari della commedia, con i classici equivochi e situazioni paradossali, più una buona dose di battute su sesso e funzioni corporali (molto simili tra Umani e Grigi). Ben presto la storia si trasforma in una lunga carovana di inseguimenti, fino a quando tutti i personaggi (principali e secondari) si riuniscono nel finale. Nessuna trovata particolarmente originale, ma l'insieme funziona abbastanza bene, soprattutto se si è in grado di notare le decine di riferimenti ai classici della fantascienza, e in questo senso il film si rivolge probabilmente a un pubblico simile ai propri protagonisti. La cultura nerd, anche se ovviamente irrisa un paio di volte (l'occasione era troppo ghiotta), ne esce alla fine dei conti valorizzata, e sicuramente fa una figura migliore della religione, alla quale Paul si oppone con una certa insistenza.
Ne risulta comunque una visione gradevole, 90 minuti standard di intrattenimento un po' sopra le righe, con una commedia che non rivanga come al solito tra gruppi di amici e matrimoni.
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