Ma Star Wars è fantascienza? (e argomenti correlati)

Il titolo è un clickbait spudorato, ma in effetti se oggi non parlo di Star Wars che ci sto a fare nella blogsfera? In merito all'uscita de Il risveglio della forza ho già condiviso su facebook le mie impressioni e attese, quindi non ripeto il discorso. Quello che in questo post volevo esporre è il mio punto di vista iniziale sulla saga, con il che intendo i 6 film, senza considerare tutto l'expanded universe (che comunque, a quanto ho capito, è stato retconizzato). Dopodiché risponderemo anche alla domanda del titolo, che è materia d'esame nei corsi di fantascienza da quarant'anni a questa parte. Si tratta di un passaggio doveroso, e siccome ho idea che nelle prossime settimane non si parlerà d'altro, tanto vale riunire in un unico posto le mie considerazioni per non dovermi ripetere di continuo.


Partiamo dall'inizio. Ho visto gli episodi IV-V-VI quando già avevano questa numerazione, cioè nell'edizione rimasterizzata degli anni 90 o giù di lì. All'epoca mi aggiravo intorno ai dieci anni di età, e naturalmente mi sono goduto i film per l'avventura, la varietà, la storia semplice ma epica. Niente di male in tutto questo. Certo, a rivederli oggi noto facilmente le ingenuità e incongruenze che pur abbondano anche nella prima trilogia. Ma ci si passa sopra senza preoccuparsi troppo, grazie anche all'effetto nostalgia.

Passiamo quindi al nodo cruciale intorno a cui si sono sviluppate negli anni tutte le discussioni a tema Guerre stellari: quanto fa schifo al confronto la seconda trilogia, quella dei prequel? Il responso è pressoché unanime, ed è difficile trovare un sosentiore convinto degli episodi I-II-III. Nemmeno io posso fare altro che convenire: i tre film più nuovi sono obiettivamente scialbi, superficiali e scivolano proprio su quegli aspetti che avrebbero dovuto renderli grandiosi. Ci sono alcuni errori piuttosto grossolani e imperdonabili, se si considera il potenziale (anche meramente commerciale) dietro questi film. Non sto a fare l'elenco di quelli che sono i (numerosi) peccati commessi in questi film, ma se vogliamo riassumere in un paio di "filoni tematici", si parla di occasioni sprecate e riscritture improprie. Tra le occasioni sprecate troviamo il repentino e didascalico passaggio di Anakin Skywalker al Lato Oscuro o l'approfondimento del rapporto maestro-allievo tra Skywalker e Kenobi; le riscritture sono l'invenzione dei midichlorian o Yoda che brandisce la spada laser.

Il lettore accorto noterà che non ho citato Jar Jar Binks tra i peccati mortali, e questo a ragion veduta. È vero, il gungan è diventato l'icona dell'imperfezione dei prequel, ma io credo che per quanto irritante e fuori posto, il povero Jar Jar sia solo un sintomo dei problemi di fondo. Tutto sommato, se si eliminano le scene in cui compare, la struttura narrativa rimane intatta, cosa che invece non si può dire degli altrettanto detestabili Ewok dell'episodio VI.

Quindi, in sostanza, riconosco che gli episodi I-II-III sono dei film mediocri, quando avrebbero potuto essere colossali, ma alla fine dei conti risultano per lo più godibili, con la sola eccezione del II, che rimane evitabile per buona parte della sua durata. D'altra parte, anche IV-V-VI hanno i loro buoni momenti che bisogna superare stringendo i denti, a voler essere obiettivi. Insomma, non ci siamo mai trovati di fronte a dei capolavori assoluti.

E qui ci si ricollega alla domanda iniziale. Se Star Wars non è un capolavoro, perché è diventato uno dei rappresentanti storici del cinema di fantascienza? Insomma, è o non è fantascienza? Va bene, lo sappiamo, le etichette non sono sempre così utili, e individuarle non è necessariamente un bene (lo abbiamo imparato parlando di Ammaniti, no?). Ma dai, non ci giriamo intorno... Star Wars va considerato sf?

La mia risposta (opinabile quanto volete, e fatelo pure) è no. In Guerre stellari non c'è niente di quell'elemento speculativo che dovrebbe ritrovarsi di un'opera di fantascienza. Alieni, astronavi, laser, iperspazio, pianeti... tanti elementi esotici, ma non basta il worldbuilding per ottenere questa etichetta. Volendo trovare un'etichetta più appropriata, forse si può pensare al planetary romance, qualcosa sul genere di John Carter. Ma di certo Star Wars non è rappresentativo degli scopi e potenzialità della fantascienza, sviluppandosi su modelli per lo più afferenti al fantasy, o al romanzo d'avventura/esplorazione. Anzi, probabilmente si puà imputare alla famiglia Skywalker una buona parte della responsabilità per l'attuale percezione distorta del cinema di fantascienza, per cui oggigiorno questa classificazione viene applicata ai film di supereroi ma non a Her, tanto per dire.

Con questo non sto facendo un discorso radical snob del tipo "guardateli voi questi filmetti". Ho già detto che la serie di Star Wars è per buona parte godibile e mi godrò anche i nuovi film (per i quali ho buone aspettative). Ma non consiglierò mai a qualcuno che voglia vedere dei buoni film di sf L'impero colpisce ancora o La minaccia fantasma.

13 commenti:

  1. Resisterò alla tentazione di scrivere un post infinito e commenterò soltanto la parte strettamente in topic, ovvero l'appartenenza di SW al genere fantascientifico.
    Ho l'impressione che tu voglia riscrivere ex post la storia della fantascienza. Essa si presenta come un amalgama di elementi eterogenei e incoerenti, a volte davvero incompatibili. Di fronte a questo spettacolo che può spiazzare e irritare, tu individui ciò che ti piace, stabilisci un'ortodossia e la applichi retroattivamente, componendo un canone che si può approvare o disapprovare dal punto di vista estetico, ma che non corrisponde alla storia del genere letterario.
    Questa operazione è del tutto legittima per un lettore che vuole avere le idee chiare su cosa leggere o per uno scrittore che scelga uno stile e dei contenuti determinati (e tu continua a farla come scrittore, perché vale la pena). Ma accolgo il tuo invito a opinare (e mi rammarico di non avere anch'io a disposizione il grassetto) per dire che invece sì, SW è fantascienza come lo sono le space opera più ignoranti, i planetary romance, e persino i filmini con le venusiane seminude che corrono incontro ai cosmonauti terrestri. E che depennare queste narrazioni dall'universo fantascientifico è controproducente e non corrispondente al vero.
    Non voglio nascondermi dietro un dito; anche personalità illustri hanno compiuto la tua operazione normativa dall'alto: da Lem che definiva tutti gli scrittori di fantascienza dei ciarlatani escludendo se stesso e PKD, al critico Suvin che riconosceva la vera fantascienza soltanto in quella che esprimeva l'anelito utopico rivoluzionario, fino ad Asimov che faceva molta fatica ad accettare la speculazione non scientifica e che nelle sue 'grandi storie' perseverava ancora a fine anni '50 nella ricerca dell'hard sf, trascurando la sociologica.
    Ma in una prospettiva storica bisogna riconoscere che la sf non ha solo nobili natali: che non c'è soluzione di continuità tra i romanzi coloniali del primo ottocento, i viaggi verniani, le esplorazioni di altri pianeti della golden age e i planetary romance con elementi antropologici stile Le Guin. O tra le edisonate di fine ottocento, i radioamatori di Gernsback e la fantascienza del monito tecnologico post-atomico.
    Si può discutere dell'interesse mio o tuo per le diverse forme della fantascienza, della loro qualità contenutistica e formale, della loro capacità trasformativa individuale o sociale. Ma se stacchiamo l'etichetta 'fantascienza' diventiamo fondamentalisti come quelli del mainstream letterario, anzi, peggio: perché sotto l'etichetta resterà l'alone della colla come sui libri in regalo.
    La storia della fantascienza, a mio avviso, non si può retconizzare.

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  2. Devo dire che sono d'accordo con entrambi.

    Per me Star Wars non è fantascienza, nel senso che, nella sua definizione più classica la fantascienza affronta l'impatto di una scienza (sia essa una scienza esatta come la fisica o scienze più umanistiche la sociologia o la psicologia) o di una tecnologia, siano esse reali o immaginarie, sull'individuo o sulla società.
    Tutto questo non c'è in Star Wars. E lo stesso film lo ammette iniziando come una favola "tanto tempo fa in una galassia lontana".

    Sono, però, anche d'accordo con Time quando dice "se stacchiamo l'etichetta 'fantascienza' diventiamo fondamentalisti come quelli del mainstream letterario".
    Tutto sommato le etichette lasciano il tempo che trovano e spesso sono difficili da collocare con precisione, su opere che si pongono al confine.
    Avoledo fa fantascienza o mainstream? China Mieville? E lo stesso P.K. Dick, se vogliamo essere completamente ortodossi, siamo sicuri che si possa definire scrittore di FS?

    Alla fine, le vario micro-classificazioni di dettaglio fra gli infiniti sottogeneri mi interessano poco. Ricordo di aver letto tempo fa una definizione tautologica del genere che suonava un po' come "fantascienza è tutto ciò che chiamiamo fantascienza".
    In questo senso, Star Wars, certamente lo è :P

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  3. Angelo, "fantascienza è tutto ciò che chiamiamo fantascienza" non è soltanto una tautologia o una boutade.
    Chi è il soggetto del "noi"? Tutti ognuno singolarmente? Gli scrittori? Gli editori? I librai? I critici? I fan? o laggente? Sta tutto qui.
    Io sono a favore, almeno in parte, di una "sociologia della letteratura" e quindi credo che le comunità (al plurale) di lettori o spettatori abbiano facoltà di decidere cosa sia fantascienza, fossero anche totalmente in balia del mercato.

    E poi c'è, come dicevo, l'evoluzione storica. Non vedo perché, solo perché la fantascienza di un altro tipo ci piace di più, dovremmo smettere di chiamare così qualcosa che è nato come fantascienza e ha persino preceduto, a volte, la fantascienza che ci piace di più.

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  4. Quoto timetrapoler (ciao Jacopo!) in tutto e per tutto, tranne su quel "La storia della fantascienza, a mio avviso, non si può retconizzare." che dopotutto col fantasy non è andata così?
    (quel che è la percezione del romanzo fantastico in italia prima e dopo il signore degli anelli, tanto per dire…)
    Dobbiamo solo aspettare il romanzo di fantascienza che si imponga nell'immaginario generalista (dici niente…).

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    1. Sì, hai ragione Iguana Jorgio, la retconizzazione è anzi un'operazione tipica della recezione artistica e letteraria (anche critica a volte). Il mio "non si può" era più un "non si dovrebbe, a voler fare le cose per bene".

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  5. la questione per quanto frivola (i problemi sono ben altri e blabla) è complessa. so bene che le origini della sf (quella letteraria in particolare) sono tutt'altro che nobili, tuttavia il mio non è un tentativo di tracciare un confine di qualità e quindi stabilire che la sf degna di questo nome è solo quella che porta a un determinato livello di indagine tecnico/scientifica. le sfaccettature e i registri sono infiniti, tuttavia credo che si debbano individuare dei requisiti di base per poter dichiarare qualcosa come appartenente alla sf. a mio avviso SW non li ha.

    faccio un controesempio: molte delle opere di Van Vogt sono delle avventure strutturate intorno ai continui plot twist, mostri e mutanti vari che si scontrano, e in ultima analisi delle grosse vaccate. narrativa pulp di intrattenimento del livello più spicciolo. ma nonostante questo, Van Vogt parte da spunti speculativi e li sviluppa, se pur in una trama avventurosa. quindi fantascienza è e rimane, anche se non porta a sconvolgenti rivelazioni sulla natura del cosmo.

    Star Wars invece è l'espressione più tipica della concezione "xxx in space". l'impero... nello spazio! i samurai... nello spazio! la lotta tra il bene e il male... nello spazio! ma se togli "spazio" ai vari space empire, space knights, space battle, quello che rimane mantiene il suo senso, perché appunto la componente fantascientifica consiste unicamente nell'ambientazione, ed è quindi sulo una patina superficiale.

    quindi non si tratta di retconizzare la storia della sf, ma di vederla in prospettiva. il senno di poi in genere permette di fare valutazioni più accurate, non il contrario!

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    1. Avevo capito il tuo punto di vista, e puoi citarmi tutte le vaccate che vuoi: samurai, cavalieri, vampiri ecc., ma non mi convinci. E non so se l'hanno fatto - credo e spero di no - ma se ci fosse persino un porno con assenza di gravità, astronavi e altri elementi di ambientazione fantascientifica, a mio avviso sarebbe fantascienza.

      Proprio perché la fantascienza è ANCHE ambientazione e può legittimamente essere anche SOLTANTO ambientazione, trasposizione nello spazio e su altri pianeti di qualcosa di preesistente. Semplicemente perché il nostro spazio geografico terrestre non presentava più misteri, luoghi esotici e fascinosi, isole remote e inaccessibili dove trovare stranezze e ambientare avventure, e allora gli scrittori hanno ampliato le possibilità di ambientazione nello spazio e nel tempo.

      Certo, come scrittore hai il dovere di lavorare affinché la fantascienza sia, nella sua produzione e fruzione attuale, ciò che tu ritieni essere la migliore fantascienza: quella estrapolativa e - per usare un termine vecchiotto - "impegnata". Ma negare la fantascientificità a ciò che non ha queste qualità, come se l'essere fantascienza fosse in sé un merito non mi sta bene. E ripeto che è come chi disprezza tutta la narrativa fantascientifica come se la fantascientificità fosse in sé un demerito.

      Continuo ad aver l'impressione che non vuoi dire che SW è fantascienza proprio per ripicca nei confronti di coloro che credono che sia LA fantascienza :)

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    2. no, io non concordo sul fatto che la fantascienza si possa considerare solo una questione di ambientazione, e lo intendo sia in senso inclusivo che esclusivo. una storia nel futuro o nella galassia lontana può non essere fantascienza, come una storia nel passato e a pontassieve può esserlo.

      se l'ambientazione fantascientifica (futuro, spazio, pianeti) non è funzionale alla storia, allora è solo un artificio, quindi irrilevante. se in SW invece di pianeti alieni e astronavi metti isole e galeoni, non perdi un solo grammo della storia che si svolge. che non vuol dire che deve essere per forza coerente scientificamente, l'iperspazio mi va benissimo se il modo in cui si arriva da un mondo all'altro non è determinante, ma in SW nessuno degli elementi dell'ambientazione fantascientifica ha questo tipo di centralità.

      poi ripeto: io non sto facendo un discorso sulla leggerezza o sulla qualità delle storie. ci sono tante opere di sf (sì, anche sf pornografica) che hanno zero contenuto, ma presentano quei requisiti per cui non mi metterei mai a dire che non sono fantascienza. non dico che l'etichetta fantascienza sia "marchio di qualità", infatti parlavo delle innumerevoli vaccate che si possono trovare, e che in media mi piacciono anche.

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    3. Provo a dare per buona la tua opinione. Il discorso si fa molto più complesso.
      Perché, se a poter essere estrapolate sono anche le tecnologie, e le tecnologie si realizzano nel nostro mondo empirico grazie al progresso scientifico, quand'è che un topos della fantasceinza "scade" da estrapolazione tecnologica ad ambientazione?
      Quando Verne immaginò per la prima volta (magari ce ne sono stati altri prima di lui, non so) un viaggio sulla Luna non più a cavallo di una creatura o un oggetto magico, ma in una macchina - una specie di cannone - fu fantascienza, siamo d'accordo? Dopo quante volte è divenuta banale ripetizione e quindi elemento da relegare all'ambientazione?
      Non credo si possano distinguere nettamente contenuto e ambientazione.

      Altra osservazione con domanda annessa. Dune (in questo caso parlo del libro) è decisamente più complesso e interessante di SW come trama, ma ha tanti elementi in comune con i film di Lucas: la storia epicheggiante, il misticismo, il fascino del pianeta esotico e delle diverse culture a seconda del pianeta d'origine. Questi elementi, secondo me, sono decisamente centrali rispetto ad altri che immagino tu ricerchi maggiormente in una narrazione fantascientifica. Dunque, Dune è fantascienza?

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    4. per rispondere alla prima domanda, io direi mai. non ha importanza se qualcosa di concepito come fantascientifico si compie nel "mondo reale" e diventa quindi quotidiano. l'opera, contestualizzata nella sua epoca, rimane comunque di fantascienza, e in ogni caso spesso la speculazione tecnologica in sé e per sé non è nemmeno l'obiettivo dell'opera, ma un punto di partenza. ma nel caso di SW non mi sembra che si possa applicare questo discorso. perché usare "astronave" invece di "galeone" non serve a dare una connotazione diversa alla storia.

      e no, la distinzione tra contenuto e ambientazione in genere non è netta e nemmeno semplice, ma nel caso di SW mi sembra che si possa fare senza difficoltà.


      in merito a Dune, la presenza di elementi "fantasticheggianti" (vogliamo dire così?) non pregiudica la natura della storia e il contesto ricco di speculazione: tecnologica, sociale, ecologica, filosofica. io non sto parlando di cosa in un'opera di sf NON deve esserci, parlo di cosa DEVE esserci perché si possa considerare tale. la mistica, l'epica, l'eroismo, anche i mostri e la magia non sono necessariamente in contrasto con la sf, che a mio avviso non è tanto una questione di ambientazione, ma di approccio ai temi.

      faccio altri due esempi: il film "Daybreakes", che nonostante si basi sul vampirismo ha sicuramente un approccio più da sf che da fantasy/horror, oppure "Eleanor Cole" di Forlani (mi pare che tu l'abbia letto), dove scienza e magia convivono nello stesso mondo.

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  6. che poi il discorso vale anche al contrario, e per questo citavo il post su Ammaniti. anche ciò che non "nasce" come fantascienza (indipendentemente che sia per ignoranza o malafede), può diventarlo se effettivamente i contenuti rispettano quei requisiti iniziali. e se siamo tutti d'accordo che Anna è ascrivibile alla sf, anche se nessuno lo ha detto, perché non dovrebbe essere possibile riconoscere che invece Star Wars NON lo è?

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    1. Mettiamola così, Andrea: pur non essendo Star Wars fantascienza, viene percepito dalla maggior parte della gente come se lo fosse. Questo perché, per la maggior parte delle persone "non addette ai lavori", la FS è una questione di ambientazione più che di sostanza. E' per questo che tanti non lettori di FS, dopo aver letto Spore ti dicono "ma dai! Ma questo è davvero un libro di fantascienza?" e quando vedono un adulto con in mano un Urania, chiedono: "ma ancora leggi queste cose"?

      Questo è un problema?
      Forse sì, per noi che proviamo a scriverla (o almeno, io provo, tu ci riesci ;): perché i ragazzini oggi leggono Hunger Games, gli adulti leggono Anna, ma sono convinti di leggere altro (quando ho provato a convincere una mia collega che 1984 è fantascienza, mi ha guardato piuttosto dubbiosa).

      Forse la soluzione giusta è quella di Ammaniti: a toglierci quell'etichetta (potremmo dire, a seconda delle occasioni, che scriviamo mainstream, narrativa speculativa, techno-thriller, distopia, ucronia...) e lasciare che siano i nostri scritti a piacere (o a non piacere) al di là delle classificazioni ontologiche...

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    2. sì, ecco, hai centrato il punto. chiaramente tutto il mio discorso parte dalla constatazione che la fantascienza viene percepita dal "grande pubblico" in questo modo. il mio intento era appunto suscitare attenzione su come inquadrare questi film. certo che se pure voi mi remate contro! :D

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