Una discreta variazione di generi e temi nei libri letti il mese scorso, qualità altalenante.
La lettura principale di novembre è stata The Subtle Knife, il secondo volume della trilogia di Philip Pullman His Dark Materials. Il mese scorso avevo parlato di come avessi trovato affascinante The Golden Compass ma non ero riuscito a entrare completamente in sintonia con la protagonista. In questo libro, a Lyra si affianca un altro personaggio principale: Will, un ragazzino del nostro mondo (quindi senza deamon). E Will è il personaggio che aspettavo e che sono arrivato a considerare fin da subito un vero eroe: abbandonato dal padre (che a sua volta ricoprirà un ruolo centrale nella storia), cresciuto presto per prendersi cura di una madre non in salute, costretto a difendersi e uccidere per proteggere la sua famiglia, abbastanza forte da poter maneggiare il coltello del titolo, artefatto dal potere immenso. Ma The Subtle Knife si prende anche il tempo di espandere la storia che nel primo libro si era vista solo da un punto di vista limitato, e si scopre così che sta per scoppiare una guerra, un conflitto totale che coinvolge tutti i mondi, quello di Lyra quanto il nostro e ogni altro. Gli eserciti si stanno formando, e i due protagonisti sono tenuti a schierarsi, in un continuo salto tra mondi in cui troviamo spettri, angeli, zombie e così via. Apprendiamo anche che l'alethiometro di Lyra non è l'unico strumento che permette di conoscere la verità, ma ce ne sono anche altri a noi noti, come l'I Ching e un software molto specifico. Tra i nuovi personaggi secondari introdotti infatti il più interessante è forse Mary Malone, ex suora del nostro modno passata alla ricerca astrofisica, che lavora a un progetto di studio sulla materia oscura (notare l'assonanza con il titolo della serie). Questa commistione tra ciò che consideriamo scienza e quella che nel libro precedente sembrava solo magia aggiunge un livello di complessità ulteriore che rende il tutto più convinvente e vicino a noi. Il libro si conclude con un cliffhanger e avevo tanta voglia di passare subito al successivo, ma ho voluto inframezzare con qualcosa di più disimpegnato. Voto: 8/10
Sono passato a leggere Aibofobia, un thriller di Mariachiara Moscoloni il cui titolo mi aveva stuzzicato fin dall'inizio (e di cui ho rimandato la lettura fin troppo). La storia si svolge intorno a una serie di omicidi che sembrano avere un collegamento con qualche disciplina esoterica, visto che si scopre presto che sembrano avvenire tutti in prossimità di luoghi "speciali" e contrassegnati dal quadrato magico (sator-arepo-tenet-opera-rotas). La trama viene seguita da più punti di vista, un avvocato, la sua segretaria e un libraio indagato per uno degli omicidi. Gli indizi si accumulano e alla fine si scopre il collegamento con i palindromi, così come l'origine remota di tutta la vicenda. Devo ammettere però che nonostante l'enigma sia costruito in modo da suscitare curiosità, la sua soluzione non è altrettanto soddisfacente. O meglio, anche se si capisce cosa è successo, non è del tutto chiaro perché, ovvero la ragione per cui l'assassino ha ucciso chi ha ucciso. Inoltre un paio di sottotrame collegate ai personaggi secondari non hanno una chiusura completa, quindi forse qualche approfondimento in più soprattutto nella parte finale avrebbe fatto comodo. Voto: 6.5/10
E infine passiamo alla sf action di quella schietta: Abaddon è un romanzo che si può sostanzialmente inquadrare (per stessa ammissione dell'autore Giuseppe Menconi) come l'equivalente letterario di un videogioco fps: team di soldati speciali che fa irruzione in un'astronave aliena e si fa strada tra i mostri a mitragliate. Questo non significa che sia una storia banale ammazza-il-mostro-e-scappa. Il protagonista che narra in prima persona è un decorato veterano di guerra meno coraggioso di quello che tutti si aspettano da lui, e quando si trova chiuso con la sua squadra dentro l'astronave (che staziona da decenni immobile nel cielo), è costretto a dimostrare chi è davvero e prendere decisioni che sperava di non dover mai più affrontare. La storia dietro l'astronave, che si svela man mano tra un raid di mutanti e l'altro, è lunga e complessa, abbraccia molte dimensioni ed epoche. Alla fine dei conti niente di sconvolgente o particolarmente originale, e forse qualche richiamo di troppo a immaginari già conosciuti (un paio di sequenze mi sembrano pari-pari scene di Stargate), ma l'attenzione è tenuta sempre viva e si rimane con un dubbio abbastanza pesant riguardo al finale, non è affatto certo che le cose si siano concluse nel modo migliore. Voto: 7/10
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