Coppi Night 19/10/2014 - Ralph Spaccatutto

Forse è un mio problema, o forse soltanto una fase passeggera, ma l'insofferenza che provo ultimamente nei confronti dei film, soprattutto quelli più popolari, mi sta portando a preferire di gran lunga la visione di un bel "cartone", termine con il quale intendo tutto il cinema d'animazione che a mio avviso, negli ultimi anni, spesso ha molto più da dire rispetto al resto. È per questo che al mio turno del Coppi Club ho proposto un'intera rosa di film d'animazione, e per inciso me ne sono visti un paio nel frattempo (non avevo ancora visto Il gigante di ferro, stupido che ero!).

In effetti avevo già visto Ralph Spaccatutto poco dopo la sua uscita, ma ho voluto proporlo e alla fine è stato questo a spuntarla. Il titolo mi aveva attirato fin dall'inizio perché la sua prospettiva sul mondo dei videogiochi, intesi soprattutto come i vecchi arcade da sala giochi, era estremamente interessante. Non mi posso definire un videogiocatore, ma le mie ore ce le passo (anche in questo caso, a periodi, alternando fasi di picco ad altre di stasi), e graziaddio faccio parte (per un soffio) di quella generazione che ha messo le mani sul Commodore 64, il Dreamcast e il Super Nintendo. Insomma, conosco tutti i giochi "classici" della storia, e soltanto vedere i riferimenti a questi sparsi per tutto il film basterebbe a ritenersi soddisfatti.

Ma il film non si limita a questo, e gli autori sono stati più bravi che furbi, perché in effetti sarebbe stato anche troppo facile fondare un'intera storia sul senso di nostalgia provato dagli spettatori vedendo Qbert e Bowser. La storia di Ralph, cattivo dei videogiochi intenzionato a redimersi, è molto più complessa di quanto possa apparire in partenza, e se all'inizio può sembrare che il film non porti da nessuna parte, arrivati alla fine si realizza che l'eroe ha compiuto l'intero percorso di riscossa-affermazione-caduta-rivincita tipico di tutte le saghe epiche. Se al di là delle citazioni il livello delle gag è forse più adatto agli spettatori più piccoli, la storia una volta dipanata interamente ha una complessità che richiede un impegno ben maggiore, così come i momenti più drammatici raggiungono un'intensità notevole (all'interno del contesto). La forza maggiore di questo film è forse la coerenza con cui il "mondo segreto" dei videogame viene illustrato, con i suoi meccanismi e le sue regole, e come gli eventi si costruicano proprio sulla base di queste regole, o sulla loro deliberata elusione. Questo è quel tipo di coerenza che appunto non ritrovo in molti dei film moderni, e basta rileggere quanto dicevo di The Winter Soldier per capire a cosa mi riferisco. È chiaro che il livello di credibilità è diveros, ma fatte le giuste proporzioni, all'interno del suo universo narrativo Ralph è molto più coerente di Capitan America.
 
C'è anche da dire che forse lo svolgimento della trama non è del tutto equilibrato, e che probabilmente la parte centrale fatica a trovare una collocazione, con la presenza della bambina come controparte di Ralph che risulta piuttosto irritante, almeno fino a quando non si inizia a scoprire che c'è qualcosa di più di quello che si vede inizialmente. Tutte le rivelazioni sono poi concentrate negli ultimi venti minuti, quando forse avrebbero potuto essere diluite meglio per mantenere l'attenzione viva anche nelle parti precedenti. Tuttavia, come molti altri "cartoni", Ralph Spaccatutto non si può definire un film per bambini. La sola presenza di tanti riferimenti ai videogiochi degli anni 80-90 basta da sola a far capire che il pubblico ideale è maturo, di almeno 30 anni o giù di lì, e che forse solo per poter approdare sul mercato il tiro è stato poi corretto cercando di rendere il prodotto appetibile anche al pubblico più giovane. La classica situazione in cui il genitore usa la scusa del "porto i bimbi al cinema" e poi esce lui coi lacrimoni.

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