Doctor Who 8x03 - Robot of Sherwood

In un'epoca precedente, le storie di Doctor Who si dividevano essenzialmente in due filoni: quelle di ambientazione futura/fantascientifica, e quelle di ambientazione passata/storica. Agli albori infatti l'intento era anche quello di proporre una serie adatta ai ragazzi con qualche contenuto istruttivo, per questo la ricostruzione di epoche e civiltà passate e l'incontro con grandi personaggi storici era piuttosto frequente. Proprio il primo serial (quei blocchi di 4-6 episodi di 20 minuti circa in cui si divideva la serie classica) si svolgeva nel 100.000 avanti cristo, alla prese con una tribù che aveva perso il segreto del fuoco, e in seguito il Primo e il Secondo Dottore si ritrovano tra gli altri nella Francia rivoluzionaria, tra gli Aztechi, in compagnia di Marco Polo e così via. Col tempo però questo tipo di storie si rivelò meno apprezzato, e già nel corso dell'era del Secondo Dottore venne abbandonato: gli episodi ambientati nel passato restarono, ma anche in questi era sempre inserito un elemento insolito/fantascientifico. Nella serie moderna, basta pensare agli incontri con Dickens, Shakespeare, Van Gogh, Churchill eccetera: non esistono più quindi puntate storiche "pure", ma sempre contenenti qualcosa di fuori dall'ordinario che nei libri di storia non  è riportato.

Premetto questo per dire che forse non sarebbe male tornare ogni tanto a un periodo storico e visitarlo per quello che già conosciamo, senza necessariamente introdurre alieni, robot, mostri eccetera. Voglio dire, se ci si preoccupa che Doctor Who rimanga uno show di fantascienza, basta il pretesto del viaggio nel tempo per soddisfare la condizione. Anche perché nella maggior parte dei casi questo tipo di storie si risolve nello schema: robot/alieno/mostro infiltrato nell'epoca passata - rischio di distruzione del pianeta/alterazione della storia - intervento del Dottore - ripristino della storia conosciuta. Il fatto che i robot/alieni/mostri intervengano in mesopotamia, piuttosto che alla corte di Federico II o durante la crisi di Cuba cambia poco. E naturalmente tutto questo discorso si applica alla perfezione all'ultima puntata: conoscere Robin Hood è già eccezionale di per sé, aggiungerci dei robot che complottano con lo Sceriffo di Nottingham per impadronirsi del mondo (trama vista in almeno 1/4 delle puntate dal 1963 a oggi) non aggiunge praticamente nulla. Certo, c'è il tema di fondo dell'eroe leggendario, la cui storicità è dubbia, che rispecchia lo stesso ruolo del Dottore. L'unica frase significativa dell'episodio è proprio "Se non vuoi essere un eroe, smetti di comportarti come tale", ma questo non ha niente a che fare con la minaccia alienorobotica, e poteva benissimo essere usato in un contesto storico puro.

L'episodio in effetti scorre a balzelli, e se da una parte le scene tra il Dottore e Robin sono divertenti con il loro tentativo di squalificarsi a vicenda, altre parti sono meno efficaci (lo Sceriffo e Clara, i robot schiavisti che si fanno battere senza troppe difficoltà da dei vassoi...). Inoltre, nonostante non si possa negare la sua abilità nell'interpretare il Dottore, qui Capaldi appare un po' fuori luogo, e in effetti questo, per i toni e la struttura, sembra più un episodio scritto per Matt Smith che per lui. È anche possibile che qualche sceneggiatura già pronta da tempo sia stata riciclata adesso, ma il risultato è fiacco.

Da rilevare che in Robot of Sherwood c'è solo un piccolo riferimento all'arco narrativo di questa stagione, quando si scopre che i robot erano diretti alla "terra promessa" (per un momento ho pensato che potessero anche questi essere un'evoluzione dei cyborg rivisti in Deep Breath). E nonostante i dubbi sulla figura del nuovo Dottore continuino a fare da leitmotiv, qui non abbiamo sostanziali sviluppi su questo fronte. Tutto considerato quindi l'episodio risulta mediocre, e avrebbe beneficiato forse diqualche frivolezza in meno. Voto 5/10

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