Coppi Night 05/02/2012 - Equilibrium

Anche se in finale avevo votato per Scanners invece di questo, si tratta di un film di cui avevo sentito parlare e che da tempo mi ero ripromesso di vedere. Ora che ho colmato la lacuna, posso dire che Equilibrium non è un gran film. Per riassumere il problema in una sola parola, si può dire che è soprattuto superficiale.

Mi spiego meglio. La storia di per sé non è troppo originale: l'ambientazione è un futuro distopico in cui, per mantenere sotto controllo le pulsioni istintive dell'uomo (ed evitare conflitti e guerre potenzialmente distruttivi), l'élite al comando ha deciso di eliminare per legge le emozioni, attraverso la somministrazione capillare di una droga e l'eliminazione di tutte le possibili fonti di "turbamento", il che include tutte le forme di arte. Il protagonista è un cleric, un agente delle forze dell'ordine che si occupano appunto di scovare depositi di opere e darli alle fiamme. Dopo il confronto con un collega colpevole di tenere per sé alcune delle opere sequestrate, il protagonista (il buon vecchio fisicatissimo [tranne che in The Machinist] Christian Bale), inizia lui stesso a interessarsi a ciò che dovrebbe distruggere, e si mette in saccoccia qualche aggeggio interessante. Chiarimento: no, non sto parlando di Fahrenheit 451, questo è Equilibrium. Il cleric prosegue per un po' su questo doppio binario, dubbioso su quale lato scegliere, finché decide che la causa giusta è quella degli abitanti del sottosuolo, uomini "autentici" che provano emozioni "autentiche" e vivono vite "autentiche", e si allea con loro per portare al crollo l'attuale sistema dispotico. Nel frattempo ha modo di confrontarsi in diversi combattimenti con armi da fuoco, nei quali schiva le pallottole, o con armi improvvisate, con le quali spolpetta la faccia ai suoi avversari nonostante gli stiano sparando da otto centimetri di distanza. Chiarimento: questo non è Matrix, è Equilibrium. Alla fine, nonostante doppiogiochisti e tradimenti e sorprese e imboscate, il cleric riesce nella sua missione, e nelle scene conclusive si odono i boati degli scontri degli abitanti del sottosuolo saliti in superficie per reclamare la loro libertà contro il regime. Chiarimento: questo non è V per Vendetta, è Equilibrium.

Appurato che il film non avrebbe potuto vincere l'Oscar per miglior sceneggiatura originale, rimane da esaminare come viene portata avanti la storia. Ed è qui che la superficialità di cui parlavo prima si fa più evidente. Tralasciando le palesi impossibilità fisiche (e le assurdità del tipo: armi nascoste nelle maniche condotte senza alcuna difficoltà all'interno del Tempio Sacro del Despota), ci sono tanti altr particolari così scontati da far scadere ogni tentativo di profondità. Ad esempio, nelle prime scene il protagonista attacca un covo di dissidenti, e tra le opere che poi dà alle fiamme si trova nientemeno che la Gioconda. Quale manifestazione più stucchevole del concetto "stanno distruggendo l'Arte!"? Oppure, il formidabile piano della resistenza secondo cui per affossare il regime si debba uccidere il Tiranno: certo, perché un'istituzione basata sulla diffusione di droga e l'uso repressivo della violenza può essere fermato semplicemente rimuovendone il capo? E poi: i dialoghi con la ragazza tenuta prigioniera, i continui tentativi di salvare vite umane nel modo più ottuso possibile, il rapporto con i figli: tutto è così scontato che, se non fosse per le centinaia di morti occorsi nel film, potrebbe trattarsi di una puntata dei Puffi. E che dire del messaggio finale trasmesso, secondo cui la violenza pare essere l'unico modo per arrestare un sistema che promuoveva l'abolizione della violenza? L'unica scena che ho apprezzato di più è stata quella con i cani, sterminati senza pietà perché ritenuti privi di valore (tanto che un agente chiede: "che cosa ci fanno, li mangiano?"), perché si sa che la violenza sugli animali fa più impressione di quella sugli uomini. Ma anche questo è solo un breve inciso, e quattro minuti dopo si ritorna a un eccidio di agenti.

Per cui, Equilibrium mi è sembrato un tentativo rozzo di dare maggior spessore a una trama concepita per mettere in scena combattimenti frenetici a livelli crescenti di difficoltà. Ma paradossalmente, anche in questo, risultano più appassionanti gli scontri di Scott Pilgrim vs The World. Mi dispiace per Christian Bale, e anche per Sean Bean, che ultimamente vedo morire troppo spesso.

Nessun commento:

Posta un commento