Silvio Donà - Pinocchio.2112

Nell'acre e antipatico post in cui esponevo le mie ragioni di diffidenza nei confronti degli autori italiani pubblicati da Urania, concludevo facendo alcuni esempi virtuosi, tra i quali Pinocciho.2112 di Silvio Donà. Ecco perché ho deciso di prendere questo libro come primio esemplare da recensire sul nuovo blog. Non avverrà spesso, che mi metta a recensire quanto ho letto, sia perché commento già ogni lettura sulla mia pagina aNobii e in seguito nei rapporti letture mensili su questo blog, sia perché, come spiego descrivendo le rubriche, penso che valga la pena spendere qualche parola in più solo nel caso di libri ingiustamente sconosciuti, potenzialmente interessanti, mediamente reperibili. E Pinocchio.2112 risponde prefettamente a questi criteri.

Pinocchio.2112, come si può forse dedurre dalla parte numerica del titolo (che in effetti indica l'anno gregoriano cui si svolge la vicenda), è un libro di fantascienza. A questo punto, prima che metà dei lettori di questo post chiuda la finestra disgustata, faccio una precisazione: non è la fantascienza che credete voi, cresciuti a Star Wars e Independece Day. Non ci sono astronavi, non ci sono alieni, non ci sono robot, non ci sono laser, non c'è il teletrasporto, e a dirla tutta pure i computer scarseggiano. Vi pare incredibile che una storia senza nessuno di questi elementi possa essere fantascienza? Beh, allora probabilmente non sapete con cosa avete a che fare. La fantascienza si annida dove meno ve lo aspettate... ma questa è storia per un altro ipotetito post futuro.

Volendo inserire Pinocchio.2112 in un genere più specifico, si potrebbe parlare di distopia, di cui metto il link di wikipedia per non dover stare a definire. Gli elementi distopici del romanzo si trovano principalmente nell'ambientazione: la società descritta (e presumibilmente tutta quella ancora esistente) vive sottoterra, in enormi agglomerati che degli abissi d'acciaio di Asimov hanno solo il senso di claustrofobia. Questo perché l'umanità si è rifugiata nei sotterranei del pianeta in seguito a qualche catastrofe che ha reso la superficie inabitabile, e qui i sopravvissuti sono regrediti come tanti morlock, fino a costituire una società ben lontanta da quella del benessere che si è persa in seguito alla catastrofe. Com'era inevitabile, il potere si identifica con un'arma carica, il pasto non è una sicurezza, la vita è una merce di scambio.

Ma non l'unica merce di scambio. Perché come in ogni epoca e in ogni civiltà, anche in questo 2112 esistono individui ricchi e potenti in grado di potersi permettere lussi eccezionali. E una delle rarità più richieste nel XXII secolo sono i libri: vecchi e ammuffiti parallelepipedi di carta, gli ultimi sopravvissuti accidentali di un mondo quasi dimenticato, oggetti di culto di cui la funzione è nota ma inutile, dato che sono in pochi a saper leggere. Ma se c'è qualcuno in grado di permettersi un lusso, deve esistere qualcuno in grado di procurarglielo, ed è qui che troviamo il protagonista: Angelo, che racconta in prima persona la sua storia, è un "cercatore", anche se forse sarebbe più appropriato parlare di cacciatore di libri. Il suo lavoro consiste nell'avventuarsi per i labirinti dell'immensa prigione sotterranea, alla ricerca di librerie abbandonate e volumi non del tutto consumati dall'umidità e dai pesciolini d'argento. Si tratta di una professione pericolosa, perché sono in molti a volersi appropriare di quegli stessi tesori, e comunque nei cunicoli bui dell'habitat non è che si facciano incontri piacevoli.

Angelo cerca i libri non solo per rivenderli, ma anche per passione e amore, e lui stesso ne tiene molti da parte in una sua collezione privata. In seguito alla sua caccia, incontrerà prima un ragazzino, Lucignolo, e poi verrà contattato da Scipione Rega, di fatto il capo assoluto dei sotterranei. Questi e altri avvenimenti gli cambieranno la vita, e lo porteranno a scoprire la verità sul mondo in cui vive, che forse è anche peggiore di quanto sembrerebbe a prima vista. Non rivelerò altri particolari della trama, credo di aver inquadrato a sufficienza la situazione.




Che cos'ha di bello questo libro? Perché ho voluto citarlo come esempio di un buon romanzo italiano di fantascienza?

Innanzitutto, è un libro onesto. Che forse non è il termine più appropriato per definire quello che intendo, ma non me ne vengono in mente di migliori. È "onesto" nel senso che la storia è semplice, coerente, senza esagerati balzi di tentata genialità, senza pretese di totale annichilimento della struttura metatestuale. Il che non significa nulla, ma è precisamente quello che il libro stesso fa: dice quello che racconta, non cerca di abbindolarvi per insegnarvi qualcosa o farvi capire che l'autore è più bravo di voi e potrebbe rigirarvi come vuole. Questo, per quanto mi riguarda, è uno dei maggiori difetti, e sicuramente il più irritante, che si possono attribuire a tanta narrativa italiana contemporanea. Pinocchio.2112 è una storia raccontata per il piacere di raccontare, e che quindi si legge per il piacere di leggere.

In secondo luogo, è un libro di grandi sentimenti. Primo fra tutti l'amore per i libri e la lettura, che si capisce subito dal titolo, e viene confermato dalla professione del protagonista. Chiunque capisca l'emozione di aprire un libro, accarezzarne le pagine, inspirarne l'aroma, non può rimanere indifferente di fronte ad alcuni passaggi contenuti qui. Ma non solo, perché anche le persone e i loro sentimenti sono importanti, e in certi momenti, quando vengono a incrociarsi con quelli dei libri, creano momenti davvero commoventi. Un esempio può essere questo brano, in cui Angelo si trova a confronto diretto con il boss Scipione:

Il grande Scipione Rega prende tra le mani un po' tremanti il libricino illustrato e, inaspettatamente, sorride. Lo fain un modo particolare, diverso da ogni altro suo sorriso. Negli occhi passa qualcosa che, con stupore, registro essere commezione.
- Le avventure di Pinocchio... - mormora sfogliando qualche pagina.
- Lo conosce? - chiedo senza riuscire a mascherare la sorpresa.
- Ti sembra strano che il capo di un'Organizzazione sappia leggere, cercatore?
- No, non è questo... io non intendevo...
- Ti stupisce allora che abbia letto dei libri?
Non rispondo. Sono su un terreno minato e temo di poterlo offendere.
- Ho imparato a leggere proprio su questo libro, da bambino - rivela Scipione.
- Anch'io! - controbatto d'impulso.
Strano, incomprensibile potere dei libri.
Ci guardiamo e, per il piccolo spazio di quello sguardo, non siamo più il capo della città sotterranea e il cercatore, ma solo Scipione e Angelo. Il piccolo libro illustrato è un cordone ombelicale che ci lega in un modo oscuro.
Come si vede in questa scena, nella quale il riferimento del titolo è esplicitato, l'alchimia che unisce personaggi e libri è potente, e permea tutto il romanzo. I personaggi stessi sono mossi da intenzioni e sentimenti ragionevoli, e se questo rende in alcuni casi le loro mosse prevedibili, non di meno contribuisce a creare una storia equilibrata e verosimile, senza improbabili eroi o fastidiosi deus ex machina.

La scrittura è pulita e scorrevole, riesce a seguire adeguatamente la tensione della narrazione, e come nel brano di sopra arriva a momenti molto intensi, senza mai risultare pesante o dispersiva. Un appunto tecnico si potrebbe fare nei confronti di alcune sezioni di infodump un po' grossolano, ma niente che affatichi la lettura. Inoltre, rispondendo in privato a questa mia segnalazione, l'autore (preciso subito: non lo conoscevo prima, è stato lui a contattarmi dopo aver letto la mia recensione su aNobii; quindi non c'è alcun interesse personale in questa recensione) mi ha spiegato che nella prima versione queste informazioni erano più diluite, ma in seguito l'editore gli ha chiesto di condensarle per esigenze di impaginazione.


C'è poco altro da aggiungere. Credo di aver reso l'idea di come questo libro valga pienamente il tempo speso per leggere le sue 170 pagine. L'ultima osservazione utile potrebbe essere che, nonostante sia dichiaratamente una storia di fantascienza, Pinocchio.2112 è un romanzo che può essere letto anche da quelli là che all'inizio stavano per abbandonare il post prima che spiegassi che non avrei parlato di collapsar e reti tachioniche.

Pinocchio.2112 di Silvio Donà è uscito nel 2009 per Leone Editore, una piccola casa editrice con un catalogo di tutto rispetto. Per 15 euro potete acquistarlo in libreria (non è impossibile da trovare, io l'ho visto un paio di volte sugli scaffali di negozi diversi) oppure sull'e-shop della casa editrice.

4 commenti:

  1. Avevo il romanzo nella lista dei desideri in Anobii.
    Grazie a questa e a un paio di altre recensioni positive mi sono deciso a comparlo.
    L'ho letto tutto in un lungo trasferimento in treno.
    Niente da dire. Effettivamente un bel romanzo.

    Lucio

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  2. Bene, mi hai incuriosito. Anche se la pila di romanzi da leggere comincia a essere pericolante. Devo puntellare... :)

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  3. IN effetti soldi ben spesi!

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  4. Comprato al Salone del Libro. L'ho letto con piacere e sono contenta di averlo preso. Ero dubbiosa perché non sono appassionata di fantascienza, invece il romanzo è proprio bello e ci si commuove anche parecchio.

    Grazia (the pink lady)

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