Rapporto letture - Marzo 2022

Incredibile, un rapporto letture per un solo mese! Ultimamente l'accidia mi ha portato a raggruppare più mesi insieme, ma stavolta invece ho trovato l'occasione per farne uno solo. Non vi ci abituate.

 

Il primo di marzo è stato La ricerca onirica di Vellit Boe di Kij Johnson. Si tratta di una novella (non so se la lunghezza si qualifica come romanzo) ambientata nel mondo onirico lovecraftiano, ma non nel senso che è ispirato a Lovecraft, è proprio quello, in modo dichiarato. La protagonsita è un'insegnante all'accademia femminile di Ulthar, che dopo la scomparsa di una studentessa riprende il suo ruolo di avventuriera e parte alla sua ricerca, sapendo che la condurrà nel mondo della veglia (cioè il nostro). Il viaggio è un pretesto per mettere in scena il vasto parco creature dell'universo lovecraftiano e i pantheon di divinità capricciose e malefiche, tuttavia la storia non è un semplice esercizio di fanservice, perché il viaggio è raccontato in modo credibile e costituisce anche un percorso di cambiamento per la protagonista. Il momento in cui emerge nel nostro mondo e trova l'obiettivo della sua ricerca è intenso senza bisogno di effetti speciali, e dà una conclusione poetica alla quest. Io che non sono per nulla esperto di mitologia lovecraftiana probabilmente mi sono perso molti riferimenti, ma anche così è stata una lettura discreta. Voto: 7.5/10

 

Sono passato poi a Non tutto il male, romanzo di esordio di Andrea Cassini di cui però ho già letto altri racconti (ne abbiamo pubblicato anche uno su Specularia). Lo si potrebbe definire un weird con elementi onirici (cosa che non sapevo prima di leggerlo, quindi il collegamento col precedente è casuale), ambientato in una città costruita su un albero in fiamme in cui ogni persona è accompagnata da un fantasma di varia forma. Dato che la città è plausibilmente destinata alla rovina, c'è molta gente che vorrebbe abbandonarla, e il protagonista si occupa di aiutare gli abitanti a suicidarsi. Su questo si innesta però una serie di complicazioni, come il fatto che lui non abbia un fantasma e tenga in casa la sua compagna immobilizzata in uno stato di semi-vita le cui cause sono sconosciute. Il tutto poi scorre su piani secanti di sogno/realtà/allegoria, ed è sempre difficile (per lo stesso narratore) distinguere cosa sia successo davvero e cosa sia parte di un qualche tipo di allucinazione, e quanto sia in effetti importante distinguere le due cose. Il romanzo riesce molto bene attraverso la scrittura a rendere quest'atmosfera onirica, anche se per mia deformazione professionale avrei gradito qualche approfondimento nel worldbuilding di questa città-albero-incendio, che mi rendo conto (arrivato alla fine) che abbia senso per come è rappresentata, ma insomma mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sulla sua topografia non euclidea (e quanto tra i personaggi hai un cartografo, quale occasioen migliore?). Il libro va letto tutto con la consapevolezza che ogni scena è da interpretare su livelli diversi, e concludendolo si aggiunge un ulteriore livello che spiega ma non completa i precedenti. Forse non una lettura facilissima, ma capace di suscitare reazioni forti, se si riesce a sintonizzarsi. Personalmente mi sono trovato in parallelo a leggere questo e giocare a Hollow Knight con cui condivide inaspettatamente molti elementi, dai sogni al tram alla dama in bianco immobilizzata, per cui è stata un'esperienza davvero immersiva. Voto: 7.5/10


E arriviamo alla fine della saga della Terra Spezzata, della quale ho già parlato rendendo nota la mia totale assuefazione. Nora K. Jemisin ha creato un universo complesso, ricco e coerente, perfetto per raccontare una storia di ribellione e resistenza,  facendo muovere personaggi credibili in un contesto epico ma non artificioso. Detto questo, e ribadendo che si tratta di un ciclo di altissimo livello che merita tutto i premi che ha vinto (nonostante io stesso fossi scettico), devo ammettere che Il cielo di pietra è il più debole dei tre. Il problema principale a mio avviso è che dopo il finale di Il portale degli obelischi, alla protagonista non resta molto da fare se non spostarsi verso la battaglia finale. Infatti la sua parte della storia è soltanto un lungo viaggio durante il quale però non succede praticamente niente, e parallelamente invece viene dato spazio alla storia di un'altra delle fazioni in gioco che fa da lungo prequel alla storia che si svolge qui. Arrivato a questo punto però io voglio sapere cosa fa Essun, e come arriverà alla sua battaglia finale, per cui il lungo antefatto di uno degli altri personaggi, per quanto di per sé ben fatto, non mi suscita lo stesso interesse. Anche il climax finale, se pur efficace, mi è sembrato un po' sbrigativo rispetto alle premesse sollevate fino a quel punto. In compenso ci sono tantissime scene memorabili e frasi di un'intensità tale da spingermi a fare l'angolo alle pagine per ritrovarle. Questo per dire che può sembrare che io stia parlando di un libro mediocre, ma in effetti è soltanto leggermente inferiore ai due capolavori precedenti, ma il livello di partenza era altissimo. Voto: 8/10

 

E infine un po' di matematica, perché bisogna sempre tenersi in allenamento. Ho scoperto questo Bestiario matematico quando stavo facendo ricerche su altri bestiari, e appena mi è comparso davanti ho deciso che dovevo leggerlo. Il libro di Paolo Alessandrini è una buona raccolta di "stranezze" della matematica, dallo zero all'infinito, dai frattali al gioco della vita di Conway, fino anche alla menzione del mio caro Godel e i suo Teorema di Incompletezza. Personalmente l'ho trovato un po' entry level, nel senso che molte delle bestie di cui parla le conosco e le ho addomesticate da tempo, ma mi rendo conto che lo scopo del libro fosse proprio quello di far scoprire a dei profani, con un linguaggio più chiaro possibile, queste strane creature. Quindi è comunque un ottimo libro per mostare ai diffidenti e agli allergici alla matematica come questo settore sia pieno di sorprese, magie e lati oscuri. In questo senso direi anzi che può essere una buona lettura propedeutica per Sinfonia per theremin e merli.


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