Rapporto letture - Aprile 2019

Mese atipico, con autori praticamente esordienti, altri d'esperienza, alcuni di livello internazionale e pure saggi oltre alla narrativa. Poi dite che leggo sempre la solita roba, mi raccomando...


Iniziamo con Cenere, il primo libro di Zona 42 di un'autrice italiana donna (c'era qualche autrice in Propulsioni d'improbabilità ma in misura ridotta sul totale). Peraltro Elisa Emiliani è poco più che esordiente, ha qualche titolo all'attivo ma si tratta più o meno di autopubblicazioni, e non è questo il momento per discutere se l'autopubblicazione sia editoria propria o no. Sia come sia, Cenere è una distopia, di quelle con le ragazze quindicenni come protagoniste. Non lo definirei young adult, perché per struttura e arco narrativo lo vedo più "maturo", nel senso non propriamente pensato per un pubblico giovane, ma questo non vuol dire che non possa essere apprezzato anche dai ragazzi. Il libro racconta la storia di Ash e delle sue amiche, nella provincia romagnola di un futuro molto prossimo, dove la pervasività dei social ha mosso il passo successivo e il sistema politico/economico, qui chiamato semplicemente "corporativismo" detiene un controllo abbastanza capillare sulla vita dei cittadini. Le ragazze non si pongono molti problemi, abituate a questo modello di società, fino a quando non trovano un documento criptato che racconta proprio di quelle libertà personali che loro non hanno e mai pensavano potessero esistere. La cosa miglire di questo libro è come protagoniste e personaggi secondari sono resi, con una loro identità e personalità ben definita, e a leggere sembra quasi di sentire gli aneddoti di vecchi compagni di scuola. Questi personaggi si integrano con perfetta naturalezza nell'ambiente in cui si muovono, e traspare un senso di autenticità davvero appagante. Forse l'impalcatura inizia a scricchiolare un po' nel momento in cui, dopo metà libro, avviene un fatto che fa accelerare la trama e il piano delle ragazze per liberarsi dal regime corporativo. Da lì in poi la storia assume i connotati un po' troppo statici della distopia standard, seguendo alcune trovate che a mio avviso non sono del tutto coerenti con il sistema descritto all'inizio. Si tratta comunque di un buon romanzo, con una fortissima personalità e temi molto attuali. Voto: 7/10


A seguire abbiamo Antropocene, una raccolta di saggi e racconti compilata da Future Fiction e Italian Institute for the Future. I curatori Francesco Verso e Roberto Paura hanno selezionato una serie di racconti di cli-fi, ovvero climate fiction, storie che si concentrano sulle conseguenze dell'alterazione del clima e dell'ecosistema dovute in particolare all'intervento umano. I racconti arrivano da tutto il mondo, con autori che sono già comparsi nel catalogo di Future Fiction come Clelia Farris, Chen Qiufan e Jean-Loius Trudel. A ogni racconto è associato poi un articolo di un ricercatore che illustra il tema principale della storia appena letta. L'accoppiata racconto-saggio si rivela vincente poiché il primo solletica la curiosità su un certo aspetto, che viene approfondito subito dopo fornendo anche altri spunti interessanti a margine di quelli trattati nella storia. Personalmente la coppia che mi ha dato più soddisfazione è il racconto Macaoni giganti di Marian Womack e il successivo pezzo di Gennaro Fucile, ma in generale sia le storie che gli articoli sono di livello, con nozioni tutt'altro che scontate. Voto: 8/10


Infine un autore che ha segnato la fantascienza italiana ed è scomparso da poco più di un anno. Conosciuto soprattutto per le sue Memorie di un cuoco di astronave (scritto quando ancora il mondo non era in fissa per la cucina), Massimo Mongai nella sua carriera ha scritto un sacco di cose, anche al di fuori dello stagno della fantascienza. E infatti Morte a Montecitorio è un thriller investigativo, che parte proprio con la scoperta di un omicidio nel Parlamento italiano. Interessante la scelta del protagonista, che è un commissario di polizia da poco eletto in parlamento, e gode quindi di privilegi derivanti dai due incarichi che lo rendono pressoché intoccabile nelle sue indagini. La storia dietro l'omicidio annoda tra loro intrighi di palazzo, pettegolezzi, mafia, e televisione. Devo ammettere però che ci sono un paio di cose che non mi hanno convinto del tutto. Al di là di aver individuato abbastanza presto chi fosse il colpevole, perché la sua apparizione non è stata nascosta troppo bene, ho trovato in generale la prosa meno brillante di quella che mi aspettavo da Mongai, e inoltre il protagonista duro e puro, che non sbaglia e non cede mai, non mi ha per nulla trascinato con lui. Probabilmente ci sarebbe qualcosa da dire anche sul modo in cui sono rappresentate la maggior parte delle donne nella storia, io non sono uno che crede al test di Bechdel ma qui non c'è una donna che non sia portata in scena a causa della sua relazione sessuale con un personaggio maschio. Lettura moderatamente piacevole, e che ha il pregio di non trascinarsi più del dovuto, ma certo non memorabile: Voto: 6/10

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