Coppi Club 06/08/2017 - La La Land

Non avrei mai pensato di vedere questo film, anzi, mi ero ripromesso di non farlo. Non volevo vederlo perché, conoscendomi, ero ragionevolmente sicuro che non mi sarebbe piaciuto. E quindi avrei dovuto dire che no, La La Land  non mi è piaciuto, nonostante sia stato osannato come uno dei capolavori dell'ultima stagione cinematografica, e allora gli altri avrebbero pensato che stavo soltanto facendo il bastian contrario, perché la posa del cinico decostruttore di miti funziona sempre, raccatta un sacco di like, e te vuoi solo far finta di essere uno stronzo senza cuore, scommetto che nemmeno Stranger Things ti è piaciuto, vero?

Ora, il fatto di base è che i musical non mi piacciono. Mi piacciono i film; mi piace la musica; questo non significa che film + musica mi debba piacere. Tutto qui. Forse La La Land non è tecnicamente un musical, perché molte scene si svolgono con dialoghi normali, non musicati, ma insomma, quando la scena d'apertura (spettacolare quanto si vuole) contiene gente che balla sulle macchine in coda e una banda di percussionisti nel cassone di un camion, beh, un pizzicorino al naso mi viene.

Quando il Coppi Club praticamente si coalizza proprio per farmi vedere questo film e assistere alla mia reazione, mi metto l'animo in pace e decido di cercare di valutarlo in termini oggettivi. Parto già preventuo per l'idea del musical, ma cerchiamo con tutte le forze di scorporare questa avversità iniziale e trarre dal film quanto di meglio possibile. E il problema è che purtroppo, anche al netto di canti e balli che possono risultarmi irritanti, il resto del film mi è parso piuttosto piatto.

Niente di innovativo nella trama, va bene. La starlette in cerca di affermazione, il musicista che insegue il sogno; la Hollywood dove tutto è possibile e il Talento trova la sua strada; l'amore impossibile che viene ostacolato dalle ambizioni e viceversa. Una storia classica, che può sempre funzionare, ma per molti versi non guizza mai fuori dal beenthere-donethat. Per contro, ho visto solo qualche settimana fa Whiplash dello stesso Chazelle e con una tematica di fondo molto simile (la musica, il talento, la gavetta, il sogno) e l'ho trovato immensamente più significativo. In Whiplash il protagonista deve effettivamente faticare per raggiungere il suo obiettivo, qui invece pare che tutti abbiano la strada spianata e soprattutto non cambiano. Sia Emma Stone che Ryan Gosling (bravissimi, niente da dire) non hanno uno sviluppo dei rispettivi personaggi, è la loro relazione a cambiare ma alla fine del film sono le stesse persone che erano all'inizio. A cosa sono servite quindi tutte le loro vicissitudini?

Non dico che sia un film brutto, e alcune sequenze devo dire mi sono piaciute. A mio avviso la più forte ed efficace è quella del concerto in cui Gosling si esibice con il gruppo in mezzo alle ovazioni del pubblico, e anche se sta facendo in senso stretto quello che ha sognato per tutta la vita, in realtà è profondamente infelice e fuori posto. Ci sono anche altre belle scene, come i provini della Stone e anche la "storia alternativa" alla fine. Ottime le coreografie, per quel che ne posso capire. Ma niente di più. Due ore e mezzo in cui mi viene continuamente ripetuto di credere nei propri sogni, e il cui messaggio finale è "fai andare avanti le cose e forse succederanno". Mi rimane tra le mani una storia mediocre, forse eseguita in modo eccellente, che non riguarderei mai.

E no, Stranger Things non l'ho visto e non credo che lo vedrò.

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