Coppi Night 20/03/2016 - Battle Royale

Quando è uscito il film di Hunger Games c'è voluto poco prima che emergessero dalle loro tane i beforeitwascool a dire "ah, ma è solo una copia di Battle Royale che comunque è pure cento volte meglio". Conoscevo quindi questo film come l'antesignano di Hunger Games, che a dirla tutta non mi è nemmeno dispiaciuto tanto.

In effetti le similitudini tra la due storie sono evidenti: un gruppo di ragazzi forzato in un ambiente ristretto e obbligato a combattesi alla morte per decretare l'unico sopravvissuto, con i protagonisti maschile e femminile che si alleano e poi sopravvivono in coppia. Questo elemento costituente basterebbe a dire che Hunger Games probabilmente deve qualcosa a Battle Royale, tuttavia l'interpretazione dello stesso fenomeno nei due universi narrativi cambia. Battle Royale non è classificabile come distopia, perché non c'è niente che porti a pensare che il mondo in cui si svolge sia in qualche modo diverso dal nostro. Semplicemente, in questo mondo, qualcuno ha deciso che fosse opportuno prendere una classe di un liceo e imporre ai suoi membri di uccidersi a vicenda.

Non c'è bisogno di altre motivazioni, non c'è nessun regime e nessuna dimostrazione di forza, nessuno status quo da mantenere. In Battle Royale, semplicemente si sceglie di colpire i giovani, punirne uno per educarne cento, soltanto per invidia e rancore nei confronti di qualcuno che potrebbe essere meglio di come l'hai cresciuto. In questo film non c'è amore, o almeno non l'amore romantico, ma solo una qualche forma deviata di attaccamento; e c'è il suicidio, una scelta di morte frequente e in qualche modo nobile per molti che la scelgono (non solo all'interno della battaglia). Per questo Battle Royale è molto più crudo, non tanto per l'abbondanza di sangue e di scene similsplatter, ma perché mostra una realtà torbida, spietata, e paurosamente vicina alla nostra.

Questi i lati positivi, ma di certo non lo si può considerare un perfetto. Un po' per l'età, un po' per la disparità culturale (come sempre, è facile che sia un limite mio, non conosco abbastanza la cultura orientale da riuscire a comprendere a pieno certe opere) e un po' anche per il doppiaggio, il film si inceppa di tanto in tanto, con bruschi cali di ritmo e scene dalla rilevanza remota o incomprensibile. Non è quindi una visione che fila del tutto, ma qualcosa rimane, e non è del tutto piacevole.

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