Rassegna stampa DTS

Siccome si avvicina il giorno della prima uscita pubblica di Dimenticami Trovami Sognami (sabato prossimo a Reggio Emilia, ve lo siete già segnato?), ho pensato che potesse essere interessante segnalare qualche recensione che ha avuto il tempo di apparire in questo primo quasi-mese dalla pubblicazione del libro. In realtà i lord di Zona42 sono molto più bravi di me a scovare le recensioni (io non ho mai capito come funziona il google alert), infatti se andate sulla scheda di DTS sul sito trovate a seguire la rassegna stampa completa.

Naturalmente ho piacere di condividere i commenti usciti finora perché, nella totalità dei casi, sono positivi, se non entusiasti. Quindi finché dura me la godo, e riporto qui qualche estratto significativo con il link per rintracciare la recensione completa. Perdonate la vanità.


Secondo me il vero punto focale del romanzo sta tutto nel concentrarsi su una invenzione metaletteraria (il «retcon») che aggrappa il lettore alle pagine fino alla fine. Anche se i richiami, gli omaggi e i nomi di tutto lo scritto riportano alla fantascienza tout-court, ed è davvero divertente scoprire chi si nasconde dietro a chi, io ci ho visto una sorta di «Danbrownismo» (scusate il termine) in cui sembra davvero che l’autore creda in quello che ha scritto, quindi ti spinge con una forza impensabile a ragionare e ad aprirti su un modo di vedere la realtà davvero bizzarro ma coerentissimo. Si possono estrarre una quantità di temi così grande da far accapponare la pelle: la religione, il paradiso e l’inferno, l’esistenza e la persistenza di Dio, il sogno, l’imperscrutabilità dell’amore, la vita, l’universo e tutto quanto.


Sorretto da una scrittura non banale e sempre sicura, Viscusi conduce il lettore con mano ferma dentro i suggestivi meandri di un'ipotesi circa la trama più nascosta della realtà, mostrandoci che è l'intelligenza pura ad avere il primato dell'esistenza e che i sogni potrebbero dire molto più di quanto vogliano rivelarci del nostro inconscio. Dimenticami Trovami Sognami, distante anni luce dalla fantascienza come si è per lo più abituati a intenderla (siamo più dalle parti de La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo della Niffenegger con influenze dickiane, che dalle parti di Scalzi, Stross, Sawyer o Silverberg), finisce così per rivelarsi un romanzo sulla (onni)potenza della narrazione, dunque quasi una metanarrazione, ove le citazioni letterarie esplicite, che vi invito a scoprire (già Dorian è una), stanno li a dimostrare che se una singola idea può cambiare il mondo, può farlo anche un libro.


L’originalità consiste nel fatto che pur appartenendo alla fantascienza, l’opera rimane italiana. Comincia a Lucca, prosegue in un centro d’addestramento abbastanza anonimo dove cioè non sono descritti razzi interstellari, né sale altamente tecnologiche e prosegue in ambienti domestici. Non siamo dentro navicelle spaziali, ma nel parco, sotto casa, dove Dorian incontra la sua ragazza o nello studio di un esperto di sogni a Roma. In questi luoghi assolutamente comuni si dipana l’infinito e il viaggio all’origine del tutto.


Racconta una storia che non è facile descrivere, e non soltanto per la complessità che svela verso la fine, ma per l'atmosfera. La cosa più bella di questo libro è l'atmosfera, e dubito fortemente che riuscirò a renderle giustizia. Incerta, nebbiosa, onirica. Un po' Eternal sunshine of a spotless mind (mi rifiuto di usare il titolo italiano) e un po' Inception, perché ogni volta che si parla di sogni non sai mai davvero dove ti trovi, cosa stai leggendo.


Sia ben chiaro - come lui stesso ricorda nei ringraziamenti finali del libro - oggi, con secoli di narrativa alle spalle e tonnellate di romanzi scritti è ben difficile inventare qualcosa di davvero nuovo e originale. Per certi versi impossibile. Ma l’autore creativo sa attingere a temi e idee consolidate e darne una chiave di lettura interessante o una coniugazione personale e credibile. In questo senso: nuova.



Ci sarebbero anche altri commenti ricevuti su gruppi e pagine facebook, tramite messaggi o di persona, ma insomma, non è che posso passare le giornate a fare selfgoogling (qualche mezz'ora al giorno gliela dedico comunque, in questo periodo). Insomma, penso di avervi dato qualche buona ragione per dare una chance a questo libro, e magari anche per venirmi a trovare, sabato o in una delle prossime occasioni.

E naturalmente grazie a tutti per il tempo speso a leggere e commentare il mio libro.

4 commenti:

  1. Io Sabato vengo (con i rinforzi)... ma non sai a cosa vai in contro...
    io ti ho avvertito, muahahahhaha!!

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    1. ottimo! metti pure in conto che io non guido, quindi la serata sarà lunga...

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  2. Una domanda a te che ne mastichi di fantascienza. Ma gli scrittori di fantascienza hanno mai spiegato perchè gli uomini avrebbero dovuto creare dei robot antropomorfi e polifunzionali alla Asimov? Cioè perchè creare qualcosa che ti ruberebbe il lavoro e ti renderebbe inutile?

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    1. ciao, la spiegazione dei robot antropomorfi, fornita proprio da Asimov, è che se devono avere la funziona di aiutare l'uomo in tutte le sue attività, dargli la stessa conformazione di un umano è la soluzione più pratica. in questo modo un robot può essere in grado sia di guidare un'auto, che di cucinare o cambiare una lampadina, per fare un esempio. poi naturalmente c'è anche chi ipotizza che quella umana non sia davvero la forma migliore, ma nell'immaginario collettivo il robot antropomorfo si è ormai radicato e si dà praticamente per scontato.

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