Coppi Night Special 20/03/14 - Transcendence

Come accade ogni tanto, per la sera di Pasqua invece della classica pizzefilm casalinga il Coppi Club ha deciso di fare una sessione in esterna, anche perché le pizzerie sono chiuse. E con la prospettiva di vedere The Winter Soldier o Transcendence, alla fine è stato scelto questo. Era un film di cui avevo sentito parlare, di chiaro stampo fantascientifico, e ritenevo che la storia potesse essere interessante.

Sbagliavo.

Provo a riassumere, e da qui in poi non avrò riguardo per gli spoiler, quindi beware. Johnny Depp è Will Caster, un programmatore che ha dedicato anni della sua ricerca alla creazione di un'intelligenza (e una coscienza) artificiale. Questo gli ha attirato le antipatie di alcuni gruppi neoluddisti (praticamente quello che succede quando la gente che scrive su Facebook "get a life, the world is out there" si organizza) che infatti a una conferenza gli sparano con proiettili radioattivi (mica male per dei luddisti!) e ne determinano quindi una morte prevista nel giro di qualche settimana. Con questa prospettiva, Caster assistito dalla moglie (anch'essa programmatrice, a quanto ci viene detto, anche se non si capisce quale sia il suo apporto alla ricerca) e da un amico/collega, decide che vale la pena provare a trascrivere la propria personalità all'interno del gigantesco computer autocosciente che già hanno progettato (sì, appunto, un'AI ce l'avevano già). L'operazione riesce, e così Caster si ritrova "scritto" dentro un server quantistico. Con l'aiuto della moglie, e nonostante i neoluddisti lo stiano ancora cercando, riesce a diffondersi in rete ed accedere praticamente a qualunque computer, network e server del globo. Da qui le sue possibilità diventano quindi infinite, e infatti dopo aver risolto la sua prima priorità (i soldi!), progetta un'intera città da lui controllata in cui condurre le sue ricerche, che includono straordinari avanzamenti nanotecnologici, superfertilizzanti e innesti cibernetici wireless. Caster si sta quindi creando un esercito, dicono i luddisti e l'FBI, così per buona norma iniziano a bombardarlo, e la guerra esplode tra le fazioni, se non che il nuovo dio-computer ha praticamente il controllo di un plotone di T1000 (umani velocissimi e fortissimi che si rigenerano dalle ferite). I suoi vecchi amici, sua moglie inclusa, comprendono che ormai Will è "andato troppo oltre", quindi progettano un virus per annientarlo, e ci riescono, con pesanti conseguenze per tutta la civiltà.

La storia può sembrare anche interessante, il problema è che presenta dei plot hole e delle incoerenze mostruose. Intanto, appunto, un'AI esisteva già prima dell'upload di Caster. Ma anche ammettendo che quel supercomputer non avesse le "emozioni" necessarie a renderlo abbastanza intelligente, e che solo la tracrizione di un essere umano potevano dargli, il risultato dell'operazione non è affatto una trascendenza: la singolarità tecnologica infatti (che viene esplicitamente nominata all'inizio del film) non ha niente di trascendente, perché il potere del Caster digitalizzato non sta nel suo immenso potere di calcolo e nella capacità di pensiero che trascende interamente quelle umane, ma si manifesta in maniera strettamente fisica, grazie alla conveniente invenzione delle nanomacchine che gli permettono di ridare la vista ai ciechi, far camminare gli storpi e controllarli a suo piacimento. Quello che vediamo non è quindi un umano trasceso, ma un computer parecchio attaccato alle sue componenti materiali, tanto da farsi ricrescere alla fine un corpo nel quale muoversi. Il concetto stesso di singolarità è banalizzato e ridotto a una dimensione che fa pensare molto più a Skynet che a Vernor Vinge. C'è molta più coerenza (e drammatcità), in questo ambito, nel Bender di Overclockwise, che trascende le sue capacità e si allontana completamente dalla sua precedente natura, arrivando a prevedere il futuro ed estraniandosi dal mondo e dalle persone che conosceva prima.

Inoltre ci sono tutta un'altra serie di dettagli che non quadrano. A poche ore dal suo upload, Caster è in grado di localizzare tutti i componenti del gruppo neoluddista e farli arrestare, dimostrando il suo completo controllo delle banche dati di tutto il mondo, ma questo non gli permette di prevedere i successivi attacchi, nonostante dovesse sapere con largo anticipo che dalla base X un plotone di Y soldati stava per partire con Z mezzi per assaltarlo. Inoltre, una superintelligenza come la sua avrebbe dovuto senz'altro prevedere che sarebbe stato mira di attacchi (tanto più che ne aveva subiti già quando era solo umano), e questo avrebbe dovuto far salire tra le sue priorità la realizzazione di un impenetrabile sistema di difesa, che data la tecnologia a sua disposizione era perfettamente realizzabile. Questo è lo stesso problema che avevo riscontrato anche in Limitless: la superintelligenza che non pensa come prima cosa alla sua preservazione non è superingelligente. Caster poi, una volta iniziato l'upgrade dei suoi dipendenti, dimostra di poterne in pratica ricostruire e migliorare qualunque parte del corpo. Cionondimeno continua a "reclutare" persone, quando è chiaro che potrebbe in pratica creare dal nulla degli automi completamente composti di nanomacchine, come in effetti farà in seguito per ricreare se stesso. C'è anche qualche serio dubbio sulle modalità per cui un virus inoculato nel sangue di sua moglie possa in effetti contaminare il suo codice, e solo una volta entrato in contatto con il suo avatar fisico, che appunto dovrebbe essere solo una manifestazione, ma non la sua reale natura né il fulcro essenziale del suo essere, che risiede nei server quantistici venti piani sottoterra. Ah, giusto, il tutto viene ospitato su server quantistici, perché per far capire che sono computer più potenti di quelli attuali bisognava pur metterci una parola che significa tutto e niente, non si abbia a pensare che un'AI possa girare su Linux. E tutto questo anche senza considerare i mogi orpelli tecnici con cui la trascendenza è mostrata, con Will che una volta scritto nel comptuer ha la necessità di comporre la sua immagine sullo schermo per parlare con sua moglie, con tanto di stringhe di codice inutili che scorrono ai lati del suo volto. Perché, viene da chiedersi, se sei un'AI onnipotente, dovresti preoccuparti di far scorrere queste linee di testo ai margini della tua vecchia immagine umana, che comunque stai proiettando presumibilmente a solo beneficio delle persone con cui stai parlando?

Tutti questi elementi rendono la trama estremamente superficiale e qualunquista. A differenza di Her (che forse vi è sfuggito ma avevo recensito si Il Futuro è Tornato), con il quale il paragone viene abbastanza facile, qui lo sviluppo dell'intelligenza artificiale è tuttaltro che imprevedibile ed esponenziale, perché in realtà tutto quello che digi-Caster fa è mettere a punto due o tre tecnologie che lo legano ancora di più alla dimensione umana, piuttosto che affrancarlo da essa. Il messaggio che ne emerge poi è la solita morale dei limiti che non possono essere superati, dell'uomo che vuole sostituirsi a dio (come fa notare uno dei terroristi nelle prime scene, e diamine, aveva ragione lui!), e la constatazione che se sei superintelligente diventi anche superstronzo, che i sentimenti umani sono la cosa più importante e che la cosa che più di tutte deve essere salvaguardata è la propria natura fisica. Cuore batte cervello, nerds! Sarebbe questa la trascendenza?

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