Prima di commentare questa puntata mi vorrei soffermare un attimo sulla traduzione dei titoli degli episodi, che io scopro al momento in cui scrivo questi commenti perché seguo la serie in lingua originale. L'algortimo della morte / Il cerchio delle fate / Il pianeta dei mostri / Nessuno è quel che sembra (questo è il prossimo ma il titolo si sa già). Insomma, seriamente? Spero che il doppiaggio sia all'altezza...
Detto ciò, questo episodio è probabilmente il più blackmirroresco mai visto nella serie. Ce ne sono altri che hanno una vena distopica bleak che possono essere assimilati, ma qui l'ambientazione in un mondo in cui tutti sono così assuefatti dal proprio spazio social da dimenticarsi come si cammina (letteralmente) è qualcosa che subito richiama il titpo di critica sociale che si vede in Black Mirror. E anche questo, come il precedente, è tutto sommato un episodio low Doctor, perché il Dottore e Ruby, a parte la scena finale, sono presenti in maniera molto marginale durante le interazioni su schermo con la protagonista. Quindi di nuovo, una formula un po' più originale del classico episodio di DW.
L'episodio è ben costruito e si basa in buona parte sulla conduzione della protagonista, una delle ragazze che fanno parte di questo mondo colonizzato e circoscritto in una "bolla" (facile capire il gioco di parole) che le tiene sempre in contatto con una cerchia ristretta di contatti, ma al tempo stesso impedisce loro di vedere poco oltre il proprio naso (anche qui, letteralmente). Anche qui le metafore sono ben evidenti, e la minaccia dei mostri che stanno in attesa di mangiare chi gli va incontro è a sua volta interpretabile a diversi livelli di allegoria.
A questo punto, devo ammettere che questo episodio mi ha fregato. Pur apprezzando tutti questi aspetti, mi ero convinto che il finale sarebbe andato nella direzione di rivelare che i lumaconi fossero parte integrante del sistema, che non fossero un'invasione esterna ma un modo in cui era previsto che la loro società deviata venisse ripulita, perché troppo flaccida per riuscire anche a scappare da creature quasi immobili. Questo viene in parte accennato, ma in realtà non è il punto di arrivo della storia. Perché verso la fine, e il primo segnale è il momento in cui la protagonista lascia sacrificare il suo salvatore, qualcosa cambia bruscamente, e la prospettiva di tutto quello che abbiamo visto viene cambiata.
Il Dottore che è lì per salvare queste persone, si trova davanti a persone che non vogliono essere salvate. Che rifiutano il suo aiuto (dopo averlo avuto) solo sulla base di un pregiudizio e della loro posizione privilegiata di entitled rich kids. Questo anche dopo aver vissuto una situazione che li ha forzati a prendere coscienza di un mondo più complesso e pericolo di quello che conoscevano, che li ha forzati a uscire dalla bolla in cui però hanno scelto di continuare a vivere. In molti ci hanno visto anche una metafora razzista, e la diffidenza iniziale e continuativa verso il Dottore rivolta anche a questo, e se questo aspetto sicuramente è presente (infatti tutti gli abitanti del mondo ideale sono giovani bianchi), a mio avviso non è quello predominante, non è tanto il discorso della razza a separare loro e noi, quanto la diversa appartenenza di base, che si sarebbe espressa anche con la razza in comune (infatti a Ruby non viene riservato un trattamento diverso).
Qui Ncuti Gatwa riesce a rendere un'interpretazione eccellente di un Dottore frustrato e incredulo, che sente di aver fallito nonostante abbia fatto quello il suo meglio e che è costretto ad ammettere che a volte nemmeno lui può cambiare le persone più spregevoli. Siamo quindi a due episodi di fila in cui il Dottore viene fondamentalmente sconfitto, non si sta mettendo bene per il Quindicesimo...
Dot and Bubble è un altro episodio coraggioso ed efficace, capace anche di sorprendere gli spettatori più scafati come me. Il che inizia a rendere questa stagione davvero di buon livello. Voto: 8/10
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