Dato che il rapporto letture di marzo, come vedrete presto, sarà molto breve, ho pensato che fosse il caso di approfondire invece un libro di cui ho già detto qualcosa nel rapporto letture del mese prima. The Rise and Fall of D.O.D.O. è un romanzo scritto a quattro mani da Neal Stephenson e Nicole Galland, pubblicato nel 2017 e al momento inedito in Italia. Su questo blog si tiene in estrema considerazione il signor Stephenson, perciò capitando sottomano il volume in questione è stato prontamente acquistato e letto a distanza di pochi mesi, saltando pile di letture promesse risalenti all'era precedente ai social network. Il fatto che in copertina comparisse anche il nome di un altro autore di cui non sapevo nulla (e in effetti anche ora ne so ben poco) non mi ha scoraggiato né insospettito troppo. Mi fido troppo di Neal.
La prima domanda che viene in mente, leggendo il titolo e vedendo la copertina con un dodo e dei gatti a testa in giù, è sicuramente "che cos'è il D.O.D.O.?" È una domanda che anche Melisande Stokes, una delle protagoniste e narratrici del libro, si pone per qualche centinaio di pagine, anche quando del D.O.D.O. è già entrata a far parte: la sigla sta per Department of Diachronic Operations, ovvero "Dipartimento per le operazioni diacroniche". E allora, cos'è la "diacronica"? In una parola: viaggio nel tempo.
Quindi The Rise and Fall of D.O.D.O. (che potremmo chiamare per comodità TRAFODODO, ma non so quanto sarebbe davvero comodo) è soltanto un'altra storia sui viaggio nel tempo? Sì, ma no. Sì, perché tutto il nucleo centrale della storia verte intorno alla possibilità del viaggio nel tempo e il modo in cui questa possibilità viene sfruttata in modo strategico dall'apparato militare degli USA. Niente di nuovo quindi. Ma dicevamo: anche no, perché per arrivare al viaggio nel tempo si fa un giro molto largo, che inizia con la magia.
Con "magia" si intende proprio la stregoneria: incantesimi e sortilegi operati dalle streghe. Nella continuity del romanzo, la magia è stata comune e nota per buona parte della storia umana, fino alla metà dell'Ottocento, quando ha iniziato a dissiparsi e sparire, per una ragione ben precisa. Il coinvolgimento iniziale di Melisande, dopo essere stata reclutata da Tristan Lyons, consiste infatti in un lavoro di traduzione di antichi documenti che parlano proprio della magia come qualcosa di perfettamente quotidiano. Solo in tempi recenti si è perso l'uso di questa disciplina, e l'obiettivo del D.O.D.O. è recuperarne l'uso. Per farlo servono però delle congiunture molto particolari: innanzitutto c'è bisogno di una strega, ovvero una donna (e solo una donna, nessun uomo può farlo) che conosce la magia e può praticarla; in secondo luogo serve un ambiente quanticamente indipendente dalla realtà circostante.
Se avete familiarità con Neal Stephenson, lo conoscete come un autore capace di scrivere paginate di nozioni e speculazioni scientifiche e filosofiche all'interno delle sue storie, senza perdere per una pagina l'attenzione del lettore. Uno che si diverte coi concetti, le ipotesi e le estrapolazioni. In questo caso, sono convinto che l'interpretazione della magia sia una sua idea: la magia è "solo" la selezione di un percorso probabilistico diverso a livello quantistico degli stati della materia. Le streghe sono capaci (in modo intuitivo, non certo conoscendo la fisica teorica sottostante) di "selezionare" un ramo probabilistico diverso da quello in cui si trovano e renderlo vero. In questo modo possono trasformare una persona in una rana, cambiare colore a un vestito, curare una ferita, e fare tante altre cose utili... come spedire altra gente indietro nel tempo. Il problema è che qualcosa nel 1851 ha reso la magia inutilizzabile, per cui per riuscire a praticarla è necessario creare un ambiente isolato all'interno del quale sia possibile operare separatamente dalla realtà circostante: una sorta di cabina di Schrodinger, per farsi un'idea.
Questi due elementi cruciali sono messi in campo dal professor Oda e da Miss Erszbet Karpathy, rispettivamente fisico teorico radiato dall'università e strega balcanica desiderosa di praticare la sua arte. Dopodiché, alla squadra del D.O.D.O., composta inizialmente solo da questi pochi operativi, non rimane che tentare i primi esperimenti e sperare che i fondi del governo continuino a scorrere. Infatti, la loro prima missione ha il nobile intento di portare nel presente il primo libro stampato in America in modo da poterlo vendere all'asta e farci una vagonata di soldi con cui mantenere il progetto. A complicare tutte le operazioni diacroniche c'è inoltre il fatto che
alterare la storia è meno facile di quello che si pensa, perché ogni
azione nel passato deve essere ripetuta più e più volte, su diverse
"ramificazioni" (strand) della storia, fino a quando non si
raggiunge una massa critica di cambiamenti tale che la realtà non può
fare a meno che prenderne atto e modifiarsi di conseguenza. Chiaramente,
giocare con la trama della realtà non è una cosa da poco, e si tira
troppo quel tessuto si può rompere, innescando eventi di portata devastante. Tutto questo senza contare che fare a botte nel medioevo è tutt'altra cosa rispetto a quello che si pensa comunemente.
Il D.O.D.O. non ha vita facile, perché deve districarsi tra il bisogno di segretezza assoluta, e la necessità di controllo capillare da parte dell'esercito e gli enti statali che lo sovvenzionano. Man mano che cresce, che nuovo personale viene assunto e nuove sezioni sono aperte, si instaura una rigida burocrazia fatta di intranet, memo, codici di comportamento, lessico e sigle ufficiali, feste aziendali, e così via. Tutta la parte centrale del libro consiste praticamente nel racconto surreale di come un progetto che si regge sulla magia e il viaggio nel tempo viene gestito come una startup. Crescendo, il D.O.D.O. sfugge dalle mani dei suoi iniziali creatori, ed è allora che le incrinature nell'organizzazione iniziano a espandersi e si hanno le prime avvisaglie del disastro che comporterà la caduta del Dipartimento.
Se leggete The Rise and Fall of D.O.D.O. in cerca di una storia "alla Neal Stephenson" allora potreste rimanere delusi. Questo romanzo ha ben poco della struttura e della portata di un Seveneves ma anche di un Reamde. Tuttavia, si intuisce la vastità delle idee sottostanti e viene offerta più di un'occhiata all'abisso di nozioni e teorie che possono sorreggere i concetti che vengono affrontati per lo più nella loro espressione più pragmatica. Probabilmente l'apporto di Nicole Galland è stato principalmente quello di trasporre la storia in una forma più leggera, composta principalmente di stralci di diario scritti dalle protagoniste femminili, con una notevole dose di humor a volte esplicito e molte altre celato. Se quindi non sopportate la presunta pesantezza di Stephenson, allora leggere TRAFODODO può essere la soluzione per farvelo assaporare a dosi meno letali, per poi passare a qualche altra delle sue immense opere. Magari il salto diretto ad Anathem sarebbe esagerato, ma un po' per volta ci si può arrivare.
Non è dato di sapere se questo libro arriverà mai in Italia, ma considerando che anche Seveneves ancora non si vede, e che per di più il volume è tipograficamente complesso, con un sacco di stili di composizione diversa del testo e un lessico estremamente e doppiamente gergale (gergo e gergo interno al gergo), mi viene da pensare che pochi editori possano avere voglia di impegnarsi in un lavoro del genere. Quindi con ogni probabilità per leggerlo dovrete farlo in lingua originale. Oppure trovare una KCW che possa entrare in un ODEC e wendare su una strand dove il libro è già stato tradotto e procurarvelo.
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