Altro bimestre di libri, stavolta davvero variegato per generi, epoca, nazionalità. Considerando che si passa anche dal mese del Salone del libro, ci sono anche alcuni strascichi di quello, ma per lo più se va come l'anno scorso i libri che ho acquistato quest'anno rimarranno fermi sugli scaffali per una ventina di mesi (in effetti mi sa che di quelli del SalTo 2022 non ho letto praticamente nulla). Comunque se vi interessano quelli abbiamo fatto il bookhaul su Reading Wildlife, quindi potete recuperarli lì. Ora parliamo di cosa ho effettivamente letto.
A distana di un paio di giorni mi sono letto anche un librettino della serie Tetra di Utterson, novele in formato quadrato a 4 euro (altro che quaranta), e il pirmo che ho scelto è stato Il finimondo di Antonio Moresco. Lo avevo preso perché avevo in più occasioni sentito dire che Moresco è uno dei più grandi scrittori contemporanei e che i nostri figli lo studieranno a scuola (lol come se studiassero qualcosa oltre Piranello nel programma di letteratura) e allora ho pensato di cominciare da qualcosa di rapido per capire cosa avevo davanti. Una schifezza totale, ecco cosa. Questo libretto è una cronaca di un giornalista che va nell'aldilà a intervistare personaggi storici e immaginari (Hitler, Alighieri, Freud, Pinocchio, Maradona) e chiede loro scemenze sulla nostra attualità politica. Cioè per dire, con Freud parla di Salvini e Meloni. Il tutto scritto con una scatteria imbarazzante, non è nemmeno quello stile colloquiale come se l'autore volesse farti credere che sei con lui al bar e ti sta raccontando, è semplicemente piatto e banale, con svariati tentativi di battute puerili e squallide (come sul pisellino di Pinoccho, ahahaha!!!) e comunque senza nessun filo conduttore tra i vari episodi. Nell'insieme una lettura davvero cringe, e se questo è il meglio che la nostra letteratura ha da offrire oggi, boh, forse fanno bene a fermarsi a Pirandello dai. Ho visto che questi raccontini sono in parte tratti da testi pubblicato su Domani (il quotidiano) ma anche questo non giustifica il livello infimo di contenuti e scrittura, non lo fa in un giornale e a maggior ragione non può farlo in un libro che ripubblica gli stessi contenuti. Voto: 4/10Per riprendermi sono tornato al mio guilty pleasure di Avery Cates, con altre due novelle del nuovo ciclo di storie di Jeff Somers ambientate nel mondo postapocalittico di assassini, hacker, telepatici, telecinetici, cyborg e ogni diavoleria possible. Tra The Last Mile e The Ghost Fleet il roster di personaggi si riduce, si vede che Somers vuole compattare il gruppo verso il climax finale (dovrebbero mancare tre o quattro novelle alla fine di questo ciclo). Ha poco senso parlare della trama per chi no ha seguito tutta la serie, quello che importa è che ci sono le solite sparatorie, mattatoi, giochi di potere, plot twist, e battute sassy e ciniche sulla morte imminente di tutti noi. Avery Cates sta diventando sempre di più un maestro di vita per me. Insomma, non posso spiegarvi, you wouldn't get it. Ma grandissima comfort read per me. Voto: 7/10
All'estremo opposto di Somers per scopi, tempi e luoghi c'è Marcel Aymé, autore francese di inizio noveento che non avevo mai letto e che ho voluto provare nella raccolta Martin il romanziere pubblicata qualche anno fa da L'Orma. Un'altra grande sorpresa, perché Aymé si è rivelato acuto e del tutto al passo coi tempi, con storie che partono spesso da spunti fantastici o fantascientifici, come la riduzione dei giorni di vita mensili per chi non è abbastana produttivo, o una donna capace di sdoppiare il proprio corpo, oppure l'allungamento dell'anno a 24 mesi che causa tutti di ringiovanire della metà dei loro anni. Una scrittura leggera, sempre venata di ironia ma capace anche di momenti di tensione ed emozione. Era da tempo che non leggevo una raccolta così immaginifica e rinfrescante, che nonostante racconti storie di un secolo fa è ancora perfettamente in linea col presente, e anzi riesce a trattare temi che ancora oggi affronteremo con una certa delicatezza, come l'amore romantico e sensuale di una bambina di dieci anni che fino al giorno prima ne aveva venti. Davvero un ottimo esempio di come la buona narrativa basata su buone idee travalica il tempo e la società. Voto: 9/10Questo mese non mi sono fatto mancare nemmeno un libro illustrato, nello specifico l'ultimo pubblicato da Moscabianca. L'ho scoperto proprio al Salone del Libro al loro stand. Ora, io di base non sono molto attratto dai libri illustrati in sé, nel senso che la parte estetica non ha una gran presa su di me (vedi anche sopra quando dicevo che 39 € per un libero con tutti gli inserti e amennicoli per me è comunque troppo), e infatti anche in questo caso non è stato quello ad attrarmi. Ma nel suo "dizionario emozionale" Paolo Ferrante ha fatto qualcosa che non avevo mai trovato prima e mannaggia ci avrei voluto pensare io: scrivere delle voci enciclopediche che iniziano in modo normale ma poi virano in flussi di coscienza, poesia, dialoghi, in un flusso incontrollabile che mi ha colpito davvero nel profondo. Tegumenta non è solo questo, perché intorno alle definizioni e illustrazioni è stata poi creata una cornice narrativa di una clinica per la cura di patologie anomale, tutte dovute a squilibri emotivi, e la storia peronale del direttore della clinica si mescola ai casi clinici e alle sue riflessioni. Nell'insieme diventa quindi una discesa nell'ossessione, in una forma di amore distante e distorto che da una parte idealizza e dall'altra consuma sia il soggetto che l'oggetto. Alcune delle definizioni mi hanno causato davvero difficoltà a leggerle per quanto le sentivo profonde e per qualche ragione vicine. Oltre a tutto questo poi, c'è appunto anche la parte illustrata con collage uncanny e cupi, ma a volte anche inquietantemente belli, che lasciano una fiammela di speranza che tutto si possa risolvere e la nostra condanna sia scontabile, in qualche modo. Ma questa è stata la mia esperienza, e presumo che questo sia un libro che viene vissuto in modo diverso da ognuno. Voto: 8.5/10E poi ci ho anche riprovato: un altro volumetto Tetra, stavolta La notte delle ricostruzioni di un altro autore che tutti mi dicono che laserà il segno, Andrea Donaera. E boh che ti devo dire, sarà ancora un problema mio, ma non ho capito che cosa mi voleva dire questo libro (senza contare che presumo che l'ultima parte non sia collegata ai capitoli precedenti, ma forse non ho capito nemmeno questo). La scrittura sicuramente è curata e controllata (a differenza di Moresco) anche se a tratti l'ho trovata un po' artificiosa e tendente al vezzo (non è che se mi metti continuamente i due punti mi convinci che sei un genio) comunque sono riuscito ad apprezarla. Il punto semmai è la storia... che non c'è. Ora, io lo so bene la letteratura contemporanea tende a scrollarsi di dosso quella componente così superficiale che è la trama, perché è così superficiale e proletario pretendere di raccontare qualcosa, no? Quindi ok non mi aspetto una roba plot driven con continui colpi di scena, ma nemmeno mi può bastare una serie di riflessioni annoiate sulla propria vita postborghese. Sì ok ciàiprobblemi perché il babbo non ti voleva bene, ma io non è che ho tutta sta voglia di starti ad ascoltare mentre ti lamenti. Quindi non so, fortunatamente era corto e costava poco, ma se una roba del genere fosse stata un romanzo anche di sole centocinquanta pagine e l'avessi pgato anche solo 12 € credo che mi sarei piuttosto incazzato. Voto: 5/10Un altra inversione a U perché invece Han Song fa un lavoro del tutto opposto in Oceano Rosso pubblicaot da poco per ADD. La storia è quella di un'umanità che presumibilmente a milioni di anni da oggi si è evoluta per vivere nel mare, che per qualche ragione non precisata non è più blu ma rosso. Nell'oceano vivono quindi varie tribù di uomini-pesce, che assumono forme diverse e si comportano in sostanza come creature marine, dedite alla caccia, migrazione, accopiamento e soprattutto trucidazione reciproca con frequenti occasioni di cannibalismo. Tutta la prima parte del libro segue la storia di Stellamarina, un oceanico qualsiasi che però sembra avere delle ambizioni e desideri nascosti, e infatti lascerà la sua tana per arrivare a diventare il re dell'oceano e costituire una nuova società... basata sullo stupro il genocidio e il cannibalismo dei neonati, ma insomma meglio di niente, no? Nella parte successiva alcuni racconti riassumono l'evoluzione successiva del popoo marino, che continua a sognare un ritorno alle terre emerse ma forse non è destinato a ottenerlo. Si percepisce in questa narrazione il diverso modo di intendere le storie orientali (e cinesi, in particolare) rispetto al nostro occidentale, e a differenza di altr autori cinesi più conosciuti che oggi si trovano in giro, Han Song sembra maggiormente legato alla tradizione letteraria e filosofica cinese, come sottolineato anche dalle traduttrici per i riferimenti a molte opere. Una lettura non facile ma sicuramente di grande impatto, che se forse non tasmette un messaggio definitivo lascia lo spazio per porsi molte domande, un po' come un koan. Voto: 7/10Infine, continua il mio excursus parallelo nelle pubblicazioni self di "scrittori emergenti" di ambito fantastico/speculativo e stavolta è toccato a Fight or Flight, il primo volume di una serie (duh) di Filippo Barbanti. La premessa della storia in questo caso è quanto meno interessante: il mondo è completamente dominato dalle donne, dopo l'intervento della Strega (una letterale strega) che ha sterminato buona parte dei maschi e ha conquistato il mondo riducendo in schiavitù gli uomini sopravvissuti. Alla base sembra che ci sia una certa filosofia da redpillati, quella del "gli uomini sono i veri discrimnati" o "non si può più dire niente" ma in realtà questa cosa emerge molto poco perché i protagonisti della storia maschi vivono una vita pressoché normale, anzi alcuni di loro hanno anche una buona carriera. All'interno di questo contesto, il protagonista scoprirà di avere dei superpoteri ed entra a far parte di una resistnza che si oppone alla dittatura misandrica, perché lui è l'unico capace di fronteggiare alla pari la strega e il suo esercito. Ora, al di là della possibile "problematicità" della premessa (che io sono disposto a seguire, come d'altra parte hanno fatto anche altri romanzi come Ragazze elettriche o Selezione naturale) il problema qui è che la storia è confusa, il worldbuilding incoerente, i personaggi macchiettistici, il conflitto artefatto e la scrittura... dio mio, la scrittura. Purtroppo come nei casi precedenti di questa mia nuova esplorazione la scrittura è di livello terza media, e non solo per il registro e la banalità, ma anche per il tipo di situazioni, di relazioni e il livello di umorismo. I problemi sono vasti e profondi quindi è complicato fare una critica approfondita, ma giusto per rendere l'idea lascio qualche spunto: la storia è ambienta nel 4000 e rotti, cosa che si ricava solo dal fatto che viene detto poiché il mondo è sostanzilamente lo stesso di oggi, le uniche innovazioni rilevanti sono le macchine volanti e i wormhole per spostarsi da un pianeta all'altro, perché sì ci sono anche altri pianeti e alieni, che sono sostanzialmente folletti e/o nani, ma tutto questo non ha nessuna importanza perché sulla terra ci sono le streghe che praticano la magia, che è venuta fuori a un certo punto non si sa bene perché, ed è proprio quel tipo di magia che "è magia" e quindi può fare più o meno tutto, con l'aggiunta che ogni strega ha la sua mossa speciale, e il protagonista invece discende da una famiglia di supereroi ma non ne sa niente, perché è in buona sostanza un inetto che a ventotto vive da bamboccione e non è certamente molto sveglio visto che non si è mai accorto di niente quando vive ina una sorta di Truman Show in cui tutti quelli che gli stanno intorno sono coinvolti, finché a un certo punto gli fanno un'iniezione e questo gli attiva i poteri latenti che derivano da un'iperproduzione di adrnalina innescata dal riflesso fight-or-flight, solo che questa iperproduzione è tale che lui assume la temperatura del sole e può volare a velocità ultraluce e può vedere a raggi x e può fare la kamehameha ed è in pratica invincibile e nonostante tutto questo è comunque incapace di vincere le battaglie, si fa fregare continuamente e addirittura riescono a levargli i poteri con uno spray, ma allora lui per riottenerli basta che ci crede tantissimo e gli tornano, mentre sta andando in giro per l'universo a cercare una reliquia potentissima che però per localizzarla bisogna prima trovare i pezzi di una mappa come nei migliori prg con quest e subquest, e a ogni livello c'è un boss e qui nella battaglia finale ci sono pure gli zombie gli scheletri gli ent e la strega cattiva usa l'enegia sferica e lui la ferma diventando super saiyan ma ancora è talmente tonto che nonostante sia invincibile e potentissimo niente, prende e se ne va perché non sa cosa fare. Ho tralasciato davvero tanto, soprattutto per quello che riguarda il worldbuilding che cerca di spiegare in modo razionale la magia e i poteri ma fallisce in modo indegno perché se vuoi usare la fisica e la biochimica non puoi sperare che io creda al fatto che lui si muove più veloce della luce, e allora tanto vale che mi dici "è magia" e basta, perché non sono mica fesso, dai. La lettura è stata estenuante, soprattutto da un certo punto in poi in cui intravedeva che ancora la risoluzione era lontana peché eravamo allo step 1 di 3 della subquest 1 di 3 e quindi c'era ancora duecentotrenta pagine di passaggi inutili da sopportare. Se dovessi riassumere con una tagline questo libro, dire che è un retelling di Dragonball Z e in particolare della saga di Freezer, perché gli elementi sono davvero tutti gli stessi, e a conferma di questo c'è anche la sezione finale con i punteggi di forza dei vari personaggi, proprio come i livelli di combattimento rilevati con gli occhialini da Freezer, che peraltro sono misurati su una scala da 1 a 100 ma poi qualcuno super il 100 e allora che cazzo di scala è, complimenti al geniale scienziato (quello che dice sempre "porco due") che ha inventato questo sitema. Da notare che questo libro era stato precedentemente pubblicato con Bookabook e poi è passato in self, a ulteriore dimostrazione che quella forma di editoria non opre alcun tipo di selezione, perché una cosa del genere non la pubblicherebbe nessuno che abbia almeno fatto la cresima. Onestamente se il tenore è questo non so se coninquerò con questa mia esplorazione degli abissi del self, perché si fa faticoso e poi mi tocca fare l'antipatico, ma io preferisco essere l'unica voce onesta in un mare di bolle autoreferenziali che si fanno i complimenti a vicenda ma non si leggono e se lo fanno mentono su quanto gli siano piaciute le letture, perché non è possibile che chiunque avvezzo alla lettura apprezzi queste cose. Voto: 3/10