Ormai ho preso questa cattiva abitudine di fare i rapporti letture bimestrali, stavotla però mi va male in effetti a inizio anno ho letto parecchio, e ora mi tocca infilarli tutti in unico post. Vabbè, me la son cercata.
Il libro con cui ho iniziato il 2022 è Antropocene Boom, una storia on the road ambientata in USA dopo la fine del mondo. Quindi la civiltà è collassata, ma niente di serio. Il Boom è una sorta di intelligenza artificiale diffusa dai naniti sfuggiti al controllo, che ha iniziato a fare un po' come gli pare. La gente però si arrangia, anche se a volte deve affrontare strani fenomeni come personaggi storici o immaginari riportati in vita dal Boom. La storia è un po' come La fabbrica di cioccolato, con alcuni personaggi che sono stati scelti per andare a scoprire il cuore del Boom, e si incamminano per varie ragioni, ognuno convinto di trovare qualcosa che potrà essergli utile. Durante il viaggio si incrociano, si mescolano e confrontano con manifestazioni materiali del mito americano, da Jack Kerouac a Sacajawa. Forse il limite di questo romanzo è che è così intriso di cultura americana che per un lettore italiano molti riferimenti rimangono oscuri o poco significativi (un po' come se un americano leggesse un romanzo che cita Garibaldi o Mike Bongiorno), tant'è che infatti Alex Irvine ha aggiunto per l'edizione italiana una guida ai personaggi e alle leggende citate. Voto: 6.5/10Poi mi sono letto una cosa un po' di nicchia, non sapevo nemmeno se parlarne, ma secondo me questo Alessandro Manzoni promette bene quindi ve lo segnalo: provate a dare un'occhiata a I Promessi Sposi. No, seriamente. L'ho riletto proprio perché volevo affrontarlo con la consapevolezza dell'età adulta, e ho potuto riscontrare che ha avuto un effetto ben diverso rispetto alla noia e pesantezza che ricordavo da scuola. Non mi dilungo perché, vabbè, non è che vi devo spiegare io cos'è, però su Story Doctor ho dedicato già due video a questo romanzo, uno in cui parlo degli elementi di modernità e uno in cui ne analizzo la struttura narrativa con i modelli moderni. Fateci un giro, e provate a rileggerlo ora che siete grandi. You'll thank me later.
Passiamo poi a una lettura che mi ha convinto poco, al punto che l'ho del tutto abbandonata. Ho iniziato a leggere La teoria della stranezza perché mi sono fatto coinvolgere in una reading challenge (don't ask), per la quale dovevo scegliere un titolo dal catalogo della casa editrice Miraggi. Ho scelto il romanzo dell'autrice ceca Pavla Horaklova, perché la presentazione che mescolava meccanica quantistica e vita quotidiana mi appariva intrigante, solo che... solo che sono arrivato oltre metà del libro e non è successo praticamente niente. La protagonista va in giro, fa cose vede gente, parla di argomenti vari, fa tanti sogni e li trascrive, ascolta notizie alla radio, e boh, non si capisce dove si vuole arrivare. Manca proprio una qualunque struttura, e inoltre se superata metà libro io ancora non ho avuto indicazioni su cosa sia questa teoria, mi pare di girare a vuoto. C'è un subplot di strani avvinementi che avvengono in una provincia vicina, ma si svolge solo con notizie lette in giro, con cui lei non ha niente a che fare. E quindi arrivato a quel punto ho deciso che non meritava ulteriormente il mio tempo. Sorrynotsorry.
Siccome ero rimasto col sapore in bocca di strani fenomeni inspiegabili e versioni schrodingeriane alternative della realtà, ho cercato conforto nell'antologia Il fiore della quintessenza, una raccolta di racconti italiani a tema universi paralleli (in qui peraltro compare anche un mio racconto). Il livello dei racconti è mediamente discreto, e alcune interpretazioni del tema sono abbastanza interessanti. C'è anche un buon equilibrio di autori "storici" e moderni, dei quali si può notare anche il differente approccio alla scrittura e alla fantascienza: Altomare e Gastaldi scrivono storie più classiche, Vezza e Davia si concentrano sull'avventura, Barbacetto sulla programmazione. Personalmente ho gradito in particolare i racconti di Ilaria Petrarca, Irene Drago e Laura Marinelli. In quest'ultimo caso, devo ammettere, la storia e la scrittura di Marinelli (che era la prima volta che leggevo) mi hanno totalmente catturato, e l'ho inserita subito tra le autrici da tenere d'occhio. Al di là delle preferenze personali, degli approcci e degli stili classici o moderni, questa antologia fa un ottimo lavoro nell'offrire prospettive differenti sulla fantascienza, e la richiesta di aderire a un tema particolare non ha portato a racconti fotocopia o prevedibilli come invece era successo di recente con Temponauti. Probabilmente il risultato dipende anche dai paletti e dalla supervisione esercitata dal curatore, in questo caso Sergio Mastrillo, che ha scritto anche un'introduzione allucinatoria che però rende bene l'idea dietro al progetto. Voto: 7.5/10
Poi ho letto un libro sulla scrittura. Di un Grande Scrittore Italiano. Di quello che vince i premi e organizza i corsi. Roberto Cotroneo, si chiama. Il manuale è Il sogno di scrivere. È la cosa più inutile, autocelebrativa, parziale, classista, ignorante che abbia letto in ambito scrittura. Approfondirò la questione in un video su Story Doctor, che non è ancora uscito quindi non posso linkare direttamente, stateci dietro. Nel frattempo, for the love of god, state lontani da questo libro.
Altra antologia, che avevo già da tempo perché ho editato già da tempo ma non avevo ancora vuto modo di leggere: Human/, curata per Moscabianca da Diletta Crudeli, che include racconti sul tema della fluidità di genere, l'ibridazione dei corpi, e la queerness declinati in ambito speculativo/scifi/weird. Ora, essendo io coinvolgo in parte nel progetto, chiaramente il mio giudizio potrebbe non essere reputato obiettivo, tuttavia mi permetto di segnalare che per i temi affrontati e l'approccio utilizzato questa è una raccolta a oggi unica in Italia, e alcune storie riescono davvero a far percepire la sensazione di trovarsi in un corpo estraneo, che sia letteralmente un corpo mutante, robotico, o solo un pezzo di carne della macelleria. Mi sono piaciuti in particolare Michela Lazzaroni con le sue suore scavatrici di pozzi, Maurizio Ferrero con il suo amore tra mostri mutanti e IA, e Lucia Perrucci con le sue meduse (e sto parlando di racconti che non ho editato io quindi massima neutralità). La qualità media è comunque alta, anche se alcuni hanno una trama un po' più scontata come Giraudi o non proprio definita come Mirabelli, comunque si tratta in tutti i casi di racconti scritti con consapevolezza. Se il tema vi interessa, di questa raccolta e temi collegati abbiamo parlato in una puntata del podcast Reading Wildlife, insieme ad Antonia Caruso che ha scritto la prefazione. Voto: 8/10
E per finire ho letto pure un fumetto, pensa te. Mi sono trovato alla presentazione di Il tesoro perduto di Nora con l'autore Marco Rocchi e l'illustratrice Francesca Carità, e a sentirne parlare ho voluto prenderlo. Come è noto io non sono un tipo da fumetti (limite mio) ma questa storia per bambini che parla di depressione e in cui è la figlia a dover salvare il padre dall'oscurità che lo aggredisce mi ha subito incuriosito. Nella storia la bambina protagonista si avventura alla ricerca del padre, scomparso in una terra misteriosa che è un'allegoria a più livelli dell'esperienza e della personalità del padre. La sensibilità e la profondità con cui temi delicati come l'ansia e il disagio vengono affrontati in modo accessibile a un pubblico di ragazzi, senza toni consolotari né pietismi, senza soluzioni da supermercato come "esci, sorridi, vedrai che starai meglio" mi ha toccato profondamente. Sapere che ci sono persone che riescono a raccontare di cose così profonde in modo leggero, che traducono in disegni e parole la debolezza e la ricerca della serenità, in modo che se ne possa parlare senza vergognarsi mi ha fatto provare una certa invidia, di quella buona, del tipo "mannaggia vorrei anch'io esserne capace". Sì, ho pianto. Era questo che volevate sapere, vero? Voto: 9/10