Breve post di raccordo per aggiornare i passanti sui progetti a cui abbiamo lavorato nell'ultimo anno. Come sempre mi viene da dire che sono consapevole di stare trascurando questo blog, ma il mondo va avanti, e nuovi canali richiedono le mie risorse, infatti sono tutt'altro che sparito, anzi sono quasi ovunque tranne che qui.
Il primo importante update non riguarda una mia uscita, ma è comunque un progetto al quale ho dedicato quasi un anno di lavoro in backstage. Nei giorni scorsi Moscabianca Edizioni ha pubblicato Non muoiono le api, romanzo di esordio di Natalia Guerrieri, giovane autrice che lavora già da tempo nel campo della sceneggiatura ma qui si trova per la prima volta a pubblicare narrativa in forma lunga. Il risultato è un libro attuale, che potremmo definire distopico se questo termine non avesse perso buona parte del suo significato negli ultimi anni, eppure Guerrieri non si limita ad aderire ai topoi della distopia ma introduce degli elementi di disturbo, creando una storia di resistenza e riappropriazione che parte da un futuro-che-è-già-qui e lo sconvolge alle fondamenta, affinché i protagonisti della storia siano forzati a mettere in discussione i loro paradigmi. Non mi metto a fare la sinossi, quella la trovate sulla pagina del libro, ma posso dire che è un romanzo che parla molto di adesso senza i facili manicheismi che si trova nella narrativa generalista (che è quello che intendevo quando parlavo di "scrivere una storia sulla pandemia", anzi il riferimento al testo su cui stavo lavorando era proprio lui.)
NMLA è stato di fatto il primo romanzo che ho curato dalla prima stesura fino alla pubblicazione. Avevo già avuto modo di fare schede di lettura, editing e consulenze varie, ma molti di questi non so che fine abbiano fatto, erano lavori richiesti dagli autori e spesso è morto tutto lì. Finora quindi non mi era mai capitato di accompagnare un libro da una versione quasi embrionale fino all'uscita in libreria, e devo dire che è stato un processo inebriante. È andata che l'estate scorsa sono stato contattato da Moscabianca con cui stavo avviando la collaborazione come editor (poco prima che mi chiedessero pure "ma che ce la scrivi una storia sui mammiferi preistorici?", consapevoli che c'era una sola risposta possibile), e mi hanno sottoposto la prima stesura del romanzo di Natalia, chiedendo una mia scheda per la possibile pubblicazione. Quel testo, molto diverso da quello che potete leggere nel libro pubblicato, conteneva una storia forte e aveva uno stile definito, ma aveva bisogno di trovare più spazio. Abbiamo deciso che valeva la pena lavorarci, e così è iniziato il mio confronto diretto con l'autrice, che ha portato a far più che raddoppiare le dimensioni del romanzo (non che la lunghezza sia un pregio in sé, ma in questo caso ce n'era bisogno).
Lavorare con un'autrice "giovane" (comunque lo vogliate intendere), con una prospettiva non viziata dai paletti dei generi ma una discreta conoscenza degli strumenti narrativi è stato anche immensamente rinfrescante. Mi ha dato l'idea che ci sia davvero un pubblico in attesa di sentire storie come questa e che dobbiamo solo liberarci dei pregiudizi in cui a volte ci crogioliamo noi stessi (dico "noi" perché ci sono anch'io dentro) per raggiungerlo. Probabilmente ospiterò Natalia anche sul mio canale per parlare del lavoro che abbiamo fatto, ma non abbiamo fretta, per adesso le lascio godere qualche settimana di riposo.
Parallelamente, per via di quelle coincidenze cosmiche che ti fanno pensare che dio ci prende tutti per il culo, durante l'autunno scorso ho ripreso il corso di apicoltura che avevo dovuto interrompere a causa della pandemia, e così mi sono trovato nell'insolita ma ideale posizione di editor con nozioni di attività apistica. Non mi voglio sbilanciare, ma penso che potrei essere forse l'unico in Italia. Accetto smentite, se arriveranno.
Comunque, sono stati mesi di lavoro a intensità variabile, ma sempre con il pensiero in background a questa cosa che era in gestazione, e ho visto crescere NMLA fino al punto di essere pronto ad affrontare il mondo. Il libro ora è là fuori, lo stanno già leggendo, e io lo considero anche un mio successo. Non mi prendo il merito del prodotto finale, tutto quello che c'è nel libro è uscito dalla testa di Natalia, però mi sento un po' come lo zio orgoglioso alla partita di hockey del nipotino. Se lo leggerete, sappiate che fate contento anche me.
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In seconda battuta, siamo alle tappe finali del lavoro su Sinfonia per theremin e merli, il mio secondo romanzo che uscirà con Zona 42 a settembre. Avrebbe dovuto uscire verso fine anno, e invece vicende editoriali hanno portato ad anticipare tutto, il che forse giocherà a nostro favore perché ci permetterà di approfittare di qualche settimana di eventi prima della Quinta Ondata e lockdown annesso. Il romanzo adesso è in una versione alfa pre-definitiva, in lettura presso una squadra di selezionatissime alfalettrici e in mano alla persona a cui abbiamo chiesto la prefazione.
STM è forse la storia più complessa che abbia mai scritto. Ambientato a Firenze e dintorni, tra gli anni 30 e gli anni 60, mi ha richiesto di mettere insieme nozioni storiche, matematiche e filosofiche, all'interno di una trama che è un po' storia di formazione e un po' saga familiare. Ci ho messo tanto dentro, anche perché è una storia che mi portavo dietro da dieci anni, ovvero da quando scrissi il racconto con lo stesso titolo per un contest indetto da Edizioni XII. Sapevo che era una storia ambiziosa e forse per questo l'ho tenuta in disparte per tanto tempo, aspettando il momento in cui mi sarei sentito pronto ad affrontarla. Quel momento è arrivato, e non ho potuto più rimandare.
La prova del "secondo romanzo" è sempre rischiosa, perché se al primo libro ti viene concessa qualche attenuante perché sei ancora uno scrittore acerbo, adesso nessuno ti perdonerà superficialità o leggerezze di qualunque tipo. Venendo peraltro da un romanzo come Dimenticami trovami sognami, che, per quanto mi riguarda, parte dall'high concept più mindblowing che io potrò mai sperare di raggiungere, dovevo muovermi in una direzione diversa per ottenere qualcosa in grado di competere. STM è completamente diverso da DTS, ma credo di aver fatto un buon lavoro rispetto a quelle che erano le differenti premesse e obiettivi. Quando leggerete di Andrea, Alceste, Dafne e Gibbs, mi saprete dire. Non manca molto.
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Infine, è notizia di questi giorni che il mio romanzo young adult Scrabble di cui accennavo anche sul blog diverso tempo fa ha trovato la sua collocazione. Il twist interessante è che, salvo imprevisti di livello cataclisma globale (formula che ormai non sa più di battuta), il romanzo dovrebbe uscire con uno di quelli che chiamano "grandi editori".
Non posso dire altro per il momento, perché non credo di essere libero di farlo e non vorrei iniziare il mio rapporto con una querela. È anche molto probabile che quando inizieremo a parlarne in termini più precisi non si chiamerà nemmeno così, ma intanto tenetelo a mente: nel 2022 uscirà quel young adult che millantavo almeno dal 2016 (segue prova fotografica in ottemperanza alla Rule 32).
E se dovete passare di qui a dire "ah ma come, scrivi young adult, perché non fai cose serie" allora mi dispiace, ma c'è stato un equivoco. Lo YA è sempre stato il mio obiettivo a lungo termine (e infatti già DTP andava in quella direzione), perché è lì che si può fare davvero la differenza. Oltre che i soldi, ma questo è secondario, per chi mi avete preso?
Insomma, si prospetta un periodo interessante, e tutto questo al netto dei vari altri progetti, collaborazione e sailcazzo che vengono fuori ogni settimana dispari. Come sempre, vi suggerisco di seguirmi nei vari altri posti in cui mi muovo, perché questo non è più il mio hub principale. Ma prima o poi a casa ci torno sempre.