Arriviamo un altro rapporto letture due in uno, e se non mi davo una mossa rischiavo di doverne fare tre in uno quindi meglio così. Come già ho accennato altre volte, il tempo per il blog è sempre meno, perché ho varie cose a cui dedicare le mier risorse, infatti è passato più di un mese dall'ultimo post. Ma insomma, non è che me ne sto in silenzio, infatti mi trovate in tutti questi altri posti se proprio sentite la mancanza.
Fatta la solita excusatio (perché un po' mi sento in colpa a tralasciare UtM), passiamo a parlare dei libri. Non sono sicuro che siano proprio nell'ordine in cui li ho letti ma, ma fottesega presumo.
Il (presumibilemnte) primo libro letto in questo periodo è La città dell'orca. In realtà questo libro lo avevo iniziato anni fa, poco dopo la sua uscita, ma ero arrivato a circa un terzo e l'avevo interrotto. Non perchémi facesse così onta da abbandonarlo, ma perché probabilmente mi ero dovuto spostare su altre letture "urgenti" (può darsi che dovessi preparare qualche articolo per Stay Nerd) e poi boh... me ne sono dimenticato, credo. Mi sono reso conto sistemando la scenografia per i video sul canale che non l'avevo più ripreso e così ho rimediato. Comunque, il romanzo di Sam J. Miller è un ottimo esempio delle nuove correnti della fantascienza, quelle che oscillano tra il solarpunk, il transumanesimo e la narrativa dell'antropocene. La storia si svolge a Qaanaaq, città galleggiante posizionata vicino al polo, posto in cui confluiscono molte delle popolazioni di profughi in fuga dal mondo devastato dal cambiamento climatico. In questa ambientazione si svolge una storia "corale" con diversi personaggi che un po' alla volta convergono e si scoprono collegati tra loro. Devo ammettere che la lettura mi ha interessato più per il worldbuilding speculativo che per il dipanarsi della trama, poiché dei vari personaggi mi è sembrato che solo uno avesse davvero un obiettivo, mentre gli altri erano passeggeri della storia. Anche considerando questo rimane comunque un libro valido e molto significativo per il momento in cui viviamo. Voto: 7/10
Siccome la voglia di oceano non mi era passata, dopo i cetacei sono passato ai cefalopodi con Altre Menti, un saggio di Peter Godfrey Smith basato su anni di studi e osservazioni su polpi, seppie e calamari. In particolare il libro si concentra su tutti quei comportamenti che suggeriscono la presenza di qualcosa che saremmo portati a definire come "intelligenza" o "coscienza", se non addirittura "cultura". Dalla misteriosa città subacquea di Octopolis, ai polpi in laboratorio che sembrano riconoscere gli umani che li accudiscono, ai segnali che le seppie lanciano involontariamente durante il sonno, facendo pensare che stiano sognando. Il testo è interessante anche perché pur parlando di cefalopodi contiene anche diverse nozioni più generali di biologia evolutiva, neurobiologia, anatomia, etologia, ecc. L'impressione che mi ha lasciato è una certa malinconia, perché anche se non viene mai detto in modo esplicito, tutto lascia supporre che polpi, seppie e calamari abbiano effettivamente sviluppato una forma d'intelligenza, diversa dalla nostra perché "diffusa" in tutto il corpo, ma che il loro ecosistema e la loro biologia non gli permettono di trarne vantaggio, e così si ritrovano a essere "sovradimensionati" in questo senso, come se usassimo un acceleratore di particelle per asciugare i panni. Dispiace quindi per queste creature con un potenziale così alto, costrette a una vita breve in un ambiente che non le valorizza.
Naturalmente non ci facciamo mancare un manuale di scrittura, e stavolta mi sono rivolto direttamente a Chuck Palahniuk. In effetti ho letto prima di questo anche un manuale di sceneggiatura di Syd Field, ma l'ho trovato così vacuo che è inutile parlarne, e siccome ero rimasto insoddisfatto sono andato a cercarmi altro. Essendo io formato nella scuola della scrittura immersiva dicui Palahniuk è uno dei più noti testimonial, ero abbastanza curioso di vedere cosa avesse da dire. Consider This è strutturato con una serie di macro-temi ai quali Palahniuk collega anche episodi personali, che vanno dalla costruzione della storia alla scrittura vera e propria. In generale ho trovato le sue raccomandazioni abbastana utili, anche se appunto, avendo già studiato molte di queste tecniche/teorie non ho trovato niente di sconvolgente. Quello che semmai ho rilevato è che sì, tutto molto interessante, ma se segui i consigli che dà Palahniuk nel suo libro finisci per scrivere come Palahniuk. Questa "aneddoticità" è una cosa che ho notato in molti manuali/corsi di autori famosi, e mi sembra un aspetto rilevante, a cui forse dedicherò un video su Story Doctor. In ogni caso devo dire che tra i manuali di scrittori contemporanei che ho letto questo è sicuramente il più interessante.Ultimo titolo del bimestre è La mia vita con le blatte, un romanzo bizarro fiction di Vaporteppa (anche perché in italia la pubblicano solo loro) scritto da Simone Corà, autore che conosco praticamente da quando ho iniziato a scrivere (ai tempi ci si scontrava nel ghetto della narrativa underground sul forum di Edizioni XII). La premessa della storia promette bene: il protagonista si trasferisce in una nuova casa in campagna e scopre che è invasa da scarafaggi antropomorfi ottusi, volgari e arrapati che gli rendono la vita impossibile, quindi è costretto a trovare il modo di toglierli di mezzo. I presupposti per ottenere qualcosa di esagerato c'erano tutti, però a mio avviso qualcosa si è perso per la strada. Uno dei problemi principali credo che sia proprio la gestione dell'aspetto umoristico della vicenda: a tratti gli sarafaggi si comportano come dei Pierini Alvarovitaliani della commedia sexytrash italiana (tant'è che il loro idolo erotico è Edwige Fenech), in altri casi invece si scontrano con il protagonista o tra di loro con toni e sequenze drammatiche: non si capisce quindi se stiamo assistendo a una farsa fantozziana, in cui si ci si può appiattire la lingua con il ferro da stiro, o invece ci si deve aspettare qualcosa di gore, in cui ci arrivano addosso schizzi di sangue e budella. Anche il registro delle battute inserite nel testo non sempre è coerente, perché a volte sdrammatizza gli eventi, altre sembra evocare scene del tutto surreali. Inoltre la storia prende una brusca svolta nella terza parte del libro, in cui il protagonsita si trova catapultato letteralmente in un altro mondo, e una volta arrivato qui deve praticamente ricominciare da capo la sua ambientazione (e di conseguenza quella del lettore) con nuovi personaggi, nuove dinamiche, nuove regole, nuovi obiettivi. Anche se si capisce che il suo percorso di trasformazione sta procedendo anche in questa nuova dimensione, in effetti si ha la sensazione che tutto quando avvenuto prima non abbia più importanza (come tutte le relazioni con i vicini di casa o l'agente immobiliare), perché adesso il contesto e gli obiettivi sono radicalmente cambiati. Insomma, forse avevo aspettative diverse, e volevo davvero farmelo piacere, ma non sono riuscito ad andare oltre un blando gradimento di base. Voto: 6/10