Oh, qui è il 26 di novembre e ancora non ho riportato le letture del mese scorso! Dove andremo a finire, signora mia, dove andremo a finire...
Cominciamo con un libro che avevo a scaffale da qualcosa come 10-12 anni: Il grande libro della fantascienza di Playboy è un volume che raccoglie alcuni dei migliori racconti pubblicati sulla storica rivista in tanti decenni di attività. Al pubblico italiano potrà sembrare strano, per la fama che ha questa rivista, ma da sempre Playboy ha dedicato le sue pagine alla narrativa, e molto spesso ha ospitato autori d'avanguardia e di grande calibro. Per citarne alcuni compresi nel libro: Clarke, Bradbury, Ballard, Dick, Le Guin e così via. In questo libro troviamo tutti questi nomi, oltre ad altri meno noti o più famosi al di fuori della narrativa (ad esempio Billy Crystal). Certo si tratta di storie scritte da trenta a cinquant'anni fa, e alcune ne risentono. In ogni caso è un buon tuffo nella "fantascienza pulp", non necessariamente sorprendente dal punto di vista delle idee ma comunque di livello, certamente tutt'altro che pornografica, se è questo che vi aspettate a vedere il coniglietto in copertina. Una di quelle letture che una volta l'anno aiuta a riguadagnare il senso di prospettiva sull'evoluzione del genere. Voto: 7/10
E parlando di evoluzione della narrativa di genere, la bizzarro fiction è uno dei fenomeni più recenti. Ammetto da subito di non esserne un gran cultore, non per pregiudizio ma perché non ho trovato ancora il modo di appassionarmi troppo a questo filone che fa dell'assurdità il suo cardine principale. La collana digitale Vaporteppa negli ultimi anni si è specializzata nel proporre titoli bizzarro ai lettori italiani, attingendo per lo più alla produzione di uno dei maestri del genere: Carlton Mellick III. Per me La casa sulle sabbie mobili è il primo romanzo di questo autore, e accidenti, se il livello è sempre questo forse mi sono davvero perso qualcosa. È la storia di due fratelli, un bambino e una ragazzina adolescente, nati e cresciuti in un'unica stanza automatizzata e controllati da una tata, con la promessa che un giorno i loro genitori che non hanno mai visto verranno a prenderli. Qualcosa nei complessi meccanismi della stanza inizia però a incepparsi, e trovandosi senza protezione, cibo e acqua i fratelli sono costretti a uscire ed esplorare l'enorme casa abbandonata in cui vivono, scoprendo gradualmente la verità sui loro genitori e loro stessi. Aggiungere i dettagli che rendono questa storia "bizzarra" non è importante: il fatto che alla ragazza crescano le corna sulla testa, che i neonati siano sanguisughe, che ci siano mostri d'ombra nell'oscurità e sistemi solari in gabbia non scalfisce minimamente la sensazione di tensione e angoscia che pervade tutto il romanzo. Ciò che è importante notare (e che forse costituisce un po' il pregiudizio nei confronti della bizzarro fiction) è che questi dettagli non servono a ridicolizzare la storia, perché pur nella loro stranezza risultano tutti perfettamente coerenti, una volta che la trama di fondo viene rivelata. Ma soprattutto sono i due ragazzi protagonisti a risultare credibili, pur muovendosi in un mondo tanto strano, la drammaticità della loro situazione, le loro paure e le loro speranze sono vere e comprensibili. Questo libro letto con attenzione riesce a innescare una riflessione profonda sul rapporto tra le generazioni, su ciò che consideriamo famiglia e perché, sul significato dell'amore e della fiducia. Gran bella prova. Voto: 8.5/10
Infine due racconti della collana Future Fiction, dell'autore messicano Pepe Rojo. In Rumore grigio seguiamo la narrazione di un giornalista freelance, che si è fatto impiantare una telecamera in un occhio e per contratto deve registrare un tot di ore di servizi giornalieri. Con questo meccanismo i canali di notizie riescono a essere in tutti i posti in cui sta succedendo qualcosa, che sia una sparatoria o un suicida che si butta dalla finestra. Il protagonista/narratore ha dei seri dubbi sull'opportunità di alimentare questo meccanismo, eppure non può fare a meno di farne parte, fino alla fine. Conversazioni con Yoni Rei invece è una sorta di biografia orale del personaggio del titolo, nato in una nursery aziendale, e sottoposto fin da piccolo ad esperimenti di ogni genere. Yoni Rei arriva però a piegare a suo vantaggio la situazione, offrendosi volontario per esperimenti sempre più estremi e diventando un personaggio pubblico con le sue uscite antisistema, che ovviamente lo porteranno alla morte. Due storie che contengono riflessioni amare sul presente e su quello che ci possiamo aspettare di qui a breve. Voto: 7/10