Coppi Night 25/08/2013 - Gangster Squad

Dopo una pausa dovuta a una breve trasferta, il Coppi Club riapre con un film che arieggiava da un po' ma non si era mai aggiudicato la vittoria, e finalmente si è imposto sugli altri. Le descrizioni online non erano molto rinfrancanti, ma data la scarsità di alternative è stato premiato e proiettato di fronte al Club riunito. Premetto che ho una certa allergia per i film "gangster": New York, anni '40 e simili. Che ci siano di mezzo mafiosi italiani o no, in generale credo sia un genere da visto uno visti tutti, dato che bene o male le dinamiche sono sempre le solite. Forse Gangs of New York esce un po' dagli schemi, ma compensa con una noiosità insostenibile. Quindi ok, mi sono detto, magari si vede qualche sparatoria gustosa e siamo a posto.

Le sparatorie gustose ci sono, anzi, forse sono anche un po' esagerate per il tono del film, che ogni tanto vira pericolosamente, ma non dichiaratamente, verso il pulp. La storia si muove intorno a una squadra di poliziotti, incaricati di distruggere una banda di gangster che sta assumendo troppo potere (incredibilmente capeggiata da un ebreo di nome Coen, non da un italiano di nome Lomonaco), ma del tutto in segreto, senza mandati ufficiali e usando gli stessi mezzi dei gangster che combattono. Per cui questo gruppetto di agenti diventa a sua volta una gang e comincia ad ammazzare e bruciare e sparare, e questo forse è l'unico guizzo del film, che ci fa vedere cattivi e buoni che sono praticamente indistinguibili. Purtroppo questa affinità di procedure viene fatta notare in modo piuttosto ottuso, come se gli autori avessero paura che arrivati a tre quarti di film lo spettatore non se ne fosse già accorto, e si sentissero in dovere di dargli di gomito: "Ehi, hai visto? I poliziotti ammazzano come i gangster!" Inoltre come sempre viene messa di mezzo una donna, che come sempre è la cagnetta del boss, che come sempre viene adescata (in tempo otto secondi) da Ryan Gosling, e naturalmente questo porta allo sfacelo finale, arricchito da narratore fuori campo.

Per cui se l'idea iniziale poteva suscitare una minima curiosità, al solito viene poi mistrattata e tradita, mettendo in scena le solite dinamiche dei dilemmi morali e delle famiglie in pericolo e dell'amore che deve prevalere anche quando fai la puttana per l'uomo più pericolo della città che ammazza le persone in pieno giorno a cielo aperto se solo gli guardano i lacci delle scarpe. E la cose incredibile è che la signorina in questione (che è la stessa di Crazy Stupid Love, e pure lì intrallazzava con Gosling), alla fine, sopravvive pure.

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