Coppi Night 04/08/2013 - Springbreakers

Eddai, siamo in ferie! Cioè, in realtà no, visto che siamo ancora qui la domenica sera a mangiare pizza e guardare film, ma l'atmosfera estiva ormai è palpabile anche nel Coppi Club, e si traduce principalmente nei due ventilatori piazzati nella stanza che riciclano l'afa e il calore degli apparati digerenti in funzione. E proprio perché siamo (idealmente) in ferie, questo film che sulla carta si presentava come un ottimo esponente di quel filone "partystico" come poteva esserlo Project X (che in effetti non mi era piaciuto, ma l'idea di vedere un'ora e mezzo di tette e alcool e cazzate era allettante) magari con qualche deliziosa deriva pulp, ha ricevuto un appoggio pressoché unanime.

Oh, che sciocchi che fummo.

Ma procediamo con ordine. Io conosco lo springreak grazie ai Simpson. In una puntata Homer deve farsi una vacanza e finisce proprio lì in mezzo: in pratica si tratta di una settimana (dato il nome, suppongo si svolga in primavera) di pausa dalla scuola in cui gli studenti si riversano in massa in qualche località vacanziera e si sdanno. È una di quelle classiche situazioni da "quello che succede allo springbreak rimane allo springbreak": alcool, droghe, sesso, musica, e tutto quanto di più edonistico ci sia. Presente quelle tipiche foto di ragazze a puppallaria che bevono dagli imbuti circondate da una decina di ragazzi che le incitano? Ecco, probabilmente sono state scattate allo springbreak. Questo per farvi inquadrare il contesto, che ogni americano conosce bene, e che sostanzialmente non ha equivalenti nel nostro paese. E per farvi capire come mai fossi così motivato a vederlo.

La storia comincia con queste quattro ragazze, ma forse sarebbe meglio dire 3 + 1, perché la quarta (Faith, interpretata Selena Gomez, personaggio che avevo sentito ma non avrei saputo identificare) non è proprio parte del gruppo ma si aggrega senza troppa convincizione, che vogliono andare allo springbreak ma non hanno i soldi. Le tre allora rapinano un ristornate con delle pistole giocattolo e si ritrovano col malloppino. Partono e "SPRING BREAK SPRING BREAK SPRING BREAK FOREVER!". Come previsto si divertono, bevono, pippano, scopano, limonano tra loro... e poi vengono arrestate. Non si capisce bene perché gli agenti siano andate a pescarle in casa, dato che intonro era una bolgia di ragazzi fatti fino al midollo, ma insomma, le pescano e le portano in prigione e poi in tribunale (rigorosamente in bikini, nemmeno davanti al giudice gli mettono addosso un accappatoio). A questo punto arriva Alien, un tizio decisamente poco raccomandabile (etichetta applicabile a chiunque sfoggi denti d'oro, ritengo) che paga la loro cauzione e le porta fuori di prigione. E qui il film prende una deriva inclassificabile. Già c'era stato prima qualche accenno, ma nel momento in cui le ragazze si fanno portare nella megavilla del tizio (che è un gangster spacciatore rapper bianco straricco) il tono cambia completamente. Lo springbreak è dimenticato (anche perché sarà finito), nonostante tuttei continuino a dire "spring break per sempre", e ci si trova a seguire il gangster nelle sue scorribande, a sparare ed esercitarsi nel threesome acquatico. Selena Gomez prende l'autobus e se ne va perché non se la sente di passare le giornate giocando a biliardo circondata da energumeni neri che le palpano il palpabile; una delle altre tre (tutte bionde, non le riconosco e non ho imparato i nomi) se ne va dopo aver beccato una pallottola in un braccio; le altre due rimangono e convincono Alien a vendicarsi contro il boss rivale, e organizzano il loro attacco anfibio: dopo otto ore di motoscafo (partono di giorno e sbarcano a buio) arrivano al molo privato del nemico, il capo si fa sparare dopo quattro secondi, e loro due invece, che fino a quel momento hanno maneggiato solo pistole giocattolo, sterminano un'intera banda di gangster con dei mitra. Poi rubano una macchina e se ne vanno. Fine.

Dalla trama così esposta potrebbe tutto sommato sembrare un film interessante. Sì, si parte dall'idea di divertirsidivertirsidivertirsi ma poi si approda a qualcosa di più serio e "profondo". In realtà ci sono molti altri particolari che rendono il film pesante e vuoto. Intanto, non c'è un protagonista: Faith, "brava ragazza" religiosa che chiama tutte le sere la nonna (notare la disinvoltura con cui il rivoluzionario regista ha pensato di utilizzare l'assocaizione "va in chiesa = brava ragazza) sembra sulle prime il punto di vista più distaccato, e infatti fa da voce fuori campo a commentare quello che accade... questo finché non prende l'autobus, poco dopo metà film, per tornare a casa, e di lei non si sa più nulla. Qualcuno nel Coppi Club ha suggerito più volte "ora torna e fa una strage!", ma no. Nulla. Non si può nemmeno dire che "il gruppo" sia protagonista, perché appunto si sfalda pezzo per pezzo, e poi le scene non sono sempre focalizzate su di esso. Nemmeno Alien può esserlo, perché arriva a metà film, anche se dalla sua comparsa diventa in pratica il personaggio centrale. Alcune sequenze poi si svolgono da tutt'altra parte rispetto ai presunti/potenziali protagonisti, come quelle in casa del boss rivale che pensa di dover dare una lezione all'altro. Quindi, boh, non si sa chi seguire, quale PoV considerare principale. Non ci si identifica, e questo è un problema. Poi c'è il problema dei dialoghi fuori campo: all'inizio si tratta delle riflessioni e telefonate di Faith, poi iniziano ad allungarsi, ripetersi, accavallarsi... nella parte finale, prima dell'attacco, diventano esasperanti, con un dialogo tra Alien e le due ragazze rimaste che viene ripetuto almeno quindici volte, tanto che me lo ricordo a memoria: "Tu hai paura/Ti fotti di paura/Sì mi fotto di paura cazzo". Seriamente, viene ripetuto all'infinito, come prima era stato per la canzoncina sempre di Alien "Quattro passerotte...", e ancora prima Faith in prigione che dice "Non doveva finire così, non è così che doveva finire, non può finire così, questa non è la fine, non è questa la fine, non finisce così, così non può finire...". Tutto questo, e decine di altri particolari e incoerenze (prendi Alien che all'inizio sembra essere attratto visceralmente da Faith, ma poi lei se ne va e allora si innamora delle altre due, e loro si innamorano a loro volta), rendono il film davvero pesante, difficile da vedere non tanto per la complessità dei temi o della storia, ma perché la vacuità di ogni scena si fa oppressiva, e ci si trova a chiedere che qualcosa succeda e dia un senso a tutto.

Il regista di questo film, di cui non ricordo e non vogli sapere il nome, si è "distinto" in passato per aver diretto film giudicati innovativi e di nicchia, e forse con questo voleva fare lo stesso. Tuttavia, a prescindere da quali fossere le intenzioni, il risultato è certamente fiacco e irritante. Se l'idea era di mostrare il "degrado" giovanile, o la scelta cosciente di "compiere il male", o qualunque altra possibile soluzione morale, non ha funzionato. A me tutto il film è sembrato qualcosa messo insieme con una lucidatina superficiale di profondità, ma appunto è solo un patina: pensi che basti mostrare una scena di violenze perpetrate in slow motion con Everytime  di Britney Spears in sottofondo? Credi che questo sia innovativo? O il fatto che due ragazze facciano le stronze? O è solo una scusa per farmi vedere due badass lesbian ladies, in costume e con i passamontagna e i fucili in mano? Non rimane nulla di tutto ciò, se non la sensazione di essere stati abbindolati con la scusa di questo springbreak per mostrare una storia che storia non è, e che, a conti fatti, non porta da nessuna parte. La prossima volta, semmai, fai un film dalle microcamere nascoste nei cessi per farci vedere sfinteri che si allargano, mettici come musica Mad World dei Tears For Fears e una voce fuori campo che ripete "È così che va la vita, la vita va così, così è la vita, la vita così va", che ne dici?

2 commenti:

  1. Penso sia la recensione peggiore che abbia mai letto.
    E mi dispiace dire questo perché ti seguo da un po' e amo le tue recensioni, ma questa non sembra neanche tua. Non so se ti sei lasciato condizionare dalla poca informazione che hai sul film, sull'artista Harmony Corine. Forse ti aspettavi di vedere altro, non so.
    Il film è diretto in maniera impeccabile, con diverse scene da capolavoro puro. Volutamente spinge sull'anti-narrazione e sull'estetica del prodotto. Comunque non voglio prolungarmi in una recensione del film, volevo solo mostrarti il mio dispiacere perché seguo sempre le tue recensioni e questa, forse, è stata fatta con poca attenzione.

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    1. ti ringrazio innanzitutto per la fedeltà, riguardo la recensione mi dispiace che tu non sia d'accordo ma ho riportato quelle che sono state le mie impressioni. ammetto di non conoscere il "percorso artistico" del regista, ma non so quanto la cosa possa incidere sul giudizio. io mi sono accostato al film come "spettatore non presentato", e ne ho tratto questo. se l'intenzione era un'altra non mi è arrivata, quindi come minimo c'è un errore nella comunicazione tra chi l'opera l'ha concepita e chi ne fruisce, e già questo è un fallimento (ne ho parlato in altre occasioni, a proposito della scrittura).

      sicuramente c'è tutta un'estetica che magari non riesco a cogliere, non sono un tecnico e ho sempre affermato che non ho una preparazione tale da valutare elementi come regia, fotografia eccetera (posso dire se mi piacciono o no, ma non sono in grado di discuterne), questo comunque non credo che basti a salvare l'opera.

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