Fantascienza - Storia delle storie del futuro

Dopo quindici anni di carriera è strano poter dire che sta uscendo di nuovo il "mio primo libro". Perché Fantascienza - Storia delle storie del futuro è in effetti una prima volta per me, perché è la mia prima pubblicazione non di narrativa. Ed è anche la prima volta che non scrivo da solo ma in coppia con Angela Bernardoni, con cui immagino sappiate già, collaboro già da diversi anni per articoli, podcast e riviste.

 

Di fatto FSSF (come lo chiameremo d'ora in poi) è nata proprio come evoluzione di una serie di episodi di Reading Wildlife in cui abbiamo ripercorso la storia della fantascienza. L'esigenza nasce dal fatto che, ci siamo accorte, là fuori non c'è tanto materiale disponibile e facilmente fruibile per chi volesse farsi una rapida e sommaria cultura di fantascienza letteraria. Ovvio che ci sono saggi, articoli e wiki, ma sono fonti dispersive e spesso troppo vaghe o troppo specifiche, e per chi non ha familiarità e interesse già maturato rispetto al genere è facile lasciarsi sopraffare e mollare tutto. Soprattutto per lettori giovani e volenterosi, ma poco pazienti.

FSSF non è un testo per specialisti, ma piuttosto un "Fantascienza for dummies" che abbiamo voluto dedicare a chi ha interesse a scoprire questo genere ma non l'ha mai fatto, o per chi è rimasto al 1984 o per chi non è ancora sicura che la fantascienza le piaccia o no. Abbiamo tracciato un percorso storico/critico che procede in ordine cronologico, dalla proto-protofantascienza fino al solarpunk, parlando di movimenti, tendenze, correnti, topoi, autori, autrici, titoli, premi. E anche problemi, limiti, dubbi, perché ci sono anche quelli, da sempre, ed è bene che siano espressi.

Quello che vogliamo fare è rendere la fantascienza accessibile anche a chi non la frequnta quotidianamente, come facciamo noi da tanto tempo, e non si rende conto che da fuori è difficile capire di cosa stiamo parlando. Anche per questo la pubblicazione con Armillaria, casa editrice non di genere, che si dedica alla saggistica di temi vari, serve a portare questa materia al di fuori del solito giro.

Fantascienza - Storia delle storie del futuro sarà disponibile in libreria dal 28 novembre, ma è già preordinabile sul sito dell'editore.


Rapporto letture - Luglio/agosto 2024

Sono talmente in ritardo con questi rapporti che potrei farli diventare trimestrali. Ma questa estate, e in particolare il periodo a cavallo tra agosto e settembre, è stata particolarmente faticosa e stressante, quindi anche se ho letto abbastanza non ho avuto moltissimo tempo da dedicare a un post di commenti approfonditi e il poco tempo che avevo per il blog l'ho dedicato ai commenti su Futurama che capirete bene hanno la priorità. Comunque è stata un'estate non solo di letture per "piacere" ma anche per ricerca, per scopi che vi saranno presto chiariti.

Visto che quest'anno non avevo consumato abbastana Dune (chissà come farò il prossimo) uno dei libri consumati in questi mesi è stato I segreti di Dune, un saggio di Paolo Riberi e Giancarlo Genta che approfondisce molti aspetti della costruzione e della lore del romanzo di Frank Herbert (principalmente il primo, ma con accenni anche al resto della serie originale). Vengono esaminati aspetti come le ispirazini storiche e letterarie, la visione religione e filosofica, la politica e la tecnologia. Molti dei riferimenti citati li conoscevo o li avevo comunque sentiti, ma ce ne sono stati alcuni che mi sono suonati del tutto nuovi e anche molto interessanti. In particolare tutta la questione del legame con l'islam e in particolare per alcune specifiche correnti, che non avevo mai approfondito. Ovviamente si tratta di un saggio per appassionati e addetti ai lavori, e il fan occasionale probabilmente faticherebbe ad assimilarlo, ma visto che a Shai Hulud piacendo rientro nella prima categoria, l'ho trovato affascinante e illuminante.

Per rimanere nello stereotipo della mia personalità dichiarata, dopo Dune passiamo ai dinosauri. Mi sono infatti deciso a leggere un piccolo cult dei dinomaniaci, il romanzo scritto dal paleontologo Robert Bakker con protagonista un'utahraptor. Raptor Red è stato un piccolo fenomeno all'epoca, certo non un successo mondiale (anche se comunque si è difeso benissimo) ma insomma un libro di cui si è parlato molto negli ambienti della paleontologia e affini. La storia della raptor rimasta sola, che deve lottare per sopravvivere nell'inospitale Utah di 120 milioni di anni per poi ricostruirsi una famiglia, è costruita proprio come uno di quei documentari "narrativi" più avvincenti, solo con gli animali del mesozoico. Raptor Red è la protagonsita ma i capitoli spesso si dedicano ad altre creature sue coeve, illustrandone la biologia e il comportamento, per quanto ne possiamo dedurre. Bakker specula forte, e si lascia andare a ipotesi libere sull'ecologia dell'ambiente che descrive, raccontando un habitat di cui sappiamo molto poco. Tuttavia il suo racconto è al passo coi (suoi) tempi e descrive comunque un mondo vitale, variegato, interconnesso, che riesce a dare forma e dignità a un'epoca spesso ridotta a caricatura. Detto questo, il romanzo è obiettivamente scritto male, con una quantità di ridicole onomatopee che sfiorano il futurismo, e una prosa in generale goffa. Un libro da non considerare per il suo valore letterario, piuttosto come la sceneggiatura di un documentario che non potremo mai girare. Voto: 7/10

Torniamo poi a qualcuno che scrive per davvero, con il "primo romanzo fantasy" pubblicato da Zona 42, ovvero La resa di Vargas. La storia è quella di due figure archetipiche, Eroe e Necromante (quest'ulimo è un po' il classico Signore Oscuro), che da sempre sono contrapposte nella battaglia tra bene e male e hanno dato origine a ogni mito e leggenda della storia, ma a un certo punto decidono di deporre le armi e abbandonare la loro guerra millenaria, lasciando l'umanità libera di decidere il proprio destino invece di continuare a usarla per combattersi. Durante questa resa, i due continuano a frequentarsi, e mentre il Necromante è immortale e immutabile, l'Eroe è invece un semplice umano che si reincarna ogni volta in individui diversi. Li conosciamo quindi in un paesino della provincia italiana, con l'Eroe che al solito cerca di mantenere un basso profilo ma pur vivendo nel corpo di una bambina si trova a scatenare di nuovo una guerra per i suoi ideali di libertà. La storia poi si ripete anche dall'altra parte del mondo, con l'Eroe inconsapevole che mette su un team di supereroi e si ritrova coinvolta nelle rivolte della popolazione afroamericana contro i soprusi della polizia. Il libro è volutamente ironico e grottesco, e il Necromante spicca come personaggio mostruosamente adorabile, perché i cattivi sono pronti a smembrare il prossimo sono sempre più simpatici. La prima parte è indubbiamente la più spassosa, perché l'impressione è quella di un Good Omens ambientato al paesello, con una surreale sovrapposizione tra scontri epici e vita di provincia. La seconda parte cambia un po' di tono e forse è meno fresca, perché vira troppo nel supereroistico, e sembra invece un Kikc-Ass coi mostri di carne. Nonostante la mole è comunque una lettura veloce e divertente, ma non per questo superficiale, proprio una di quelle che fa ridere ma fa anche riflettere. Voto: 7.5/10

Dai necromanti ai non-morti veri e propri, con un bel racconto di zombie: Cristiano Brignola si inventa gli zombie incel in L'estate in cui sono marcito. I morti viventi li abbiamo visti in tutte le salse e fluidi corporei, come allegoria di tante cose brutte (consumismo, razzismo, nichilismo) ma questa è la prima volta in cui sono usati come rappresentazione di una incapacità di accettare il rifiuto e gestire i sentimenti. Il protagonista infatti è stato lasciato dalla ragazza e continua a fissare la sue foto con il nuovo fidanzato, e gradualmente si accorge che sta marcendo. Il suo ragionamento è collegare le due cose, ovvero che il disfacimento del corpo deriva dall'ingiusto trattamento che ha subito il suo cuore spezzato, e potremmo inzialmente empatizzare con lui se non fosse che poi si lascia trascinare in un gorgo di malvagità quando entra in contatto con gli altri ragazzi dal cuore spezzato che attribuiscono alle donne che li hanno lasciati o non li hanno mai voluti la colpa della loro decomposizione. Il gruppo sviluppa presto dinamiche tipiche di queste sottoculture rancorose, con un suo lessico e azioni dimostrative e violente che fanno porre diversi dubbi anche al protagonista. Una novella forte, che prende un tema abusato ma lo interpreta in un modo nuovo e attualissimo. Voto: 8/10

Visto che come forse sapete questa è stata un'estate anche di scrittura e di studio, tra i testi consumati ce ne sono anche alcuni "da consultazione", come Scrivere fantascienza di Robert Silverberg, che raccoglie articoli e interventi di uno dei massimi autori della fantascienza americana, e forse l'unico dei grandi maestri dell'età classica della scifi ancora in vita. Silverberg si presenta subito come molto critico nei confronti dell'ambiente della fantascienza in cui è cresciuto, anche se ne ha fatto parte fin dall'inizio ne ha visto molti dei limiti e ne parla senza timore. È interessante vedere come il mondo editoriale degli USA in quegli anni fosse totalmente diverso da quello che ci aspettiamo noi oggi, ma nonostante questo molte dinamiche di amichettismo e gatekeeping sono riconscibilissime. Molto curiosi (e in certi casi struggenti) anche i coccodrili che Sturgeon, in quanto ultimo sopravvissuto della cerchia, ha scritto per la dipartita dei vari colleghi nel corso degli anni. Mi ha fatto piacere soprattutto scoprire gli aneddoti su Harlan Ellison, con cui a quanto pare ha avuto un rapporto molto stretto. Un testo per appassionati e connaisseur, ma di grande valore.

E infine sempre per la parte formativa dell'estate 2024, ho finalmente letto un libro che avevo in libreria da anni e anni, un saggio di Roberto Paura (direttore dell'Italian Institute for the Future) che come dichiara il sottotitolo fa da "introduzione alla speculative fiction" e incidentalmente porta il miglior titolo possibile: Il cielo sopra il porto. Paura declina questa introduzione in una serie di temi ricorrenti nella fantascienza ma non solo, perché tocca anche il werid e il fantasy, con una lunga trattazione dedicata anche a Tolkien e Lewis. L'approccio forse non dà un quadro completo ma dà molti spunti interessanti, mettendo in relazione testi e argomenti che non sempre vengono correlati, proprio per la tendenza a considerare i generi e le epoche come comparti stagni che non comunicano tra loro. Mi verrebbe da dire che forse come "introduzione" non sarebbe ottimale, perché qualcuno che non abbia già una certa familiarità con questi testi e generi forse non avrebbe un punto di riferimento da cui partire, tuttavia come approfondimento su temi specifici è sicuramente molto efficace.


Futurama 9x10 - Otherwise / Realtà alternative

E così ci siamo di nuovo. Siamo al quinto finale di Futurama. Ricordiamo infatti che quando Hulu ha commissionato i nuovi episodi, ne sono stati prodotti venti, che hanno composto i due blocchi da 10 della stagione 8 e 9. Per questo l'ultimo episodio della stagione 8 non era inteso come possibile finale della serie, ma questo invece sì, perché non c'era nessuna certezza che ce ne sarebbero stati altri. Poi le cose sono andate bene, e tra un blocco e l'altro Hulu ha richiesto altri 20 episodi, ma ormai Otherwise era già stato preparato, e quindi avrebbe potuto essere il finale finale (di nuovo) dell'intera serie.


Si era già speculato sul titolo (orribilmente trasposto in italiano) e la sua affinità con Meanwhile, e infatti il collegamento con il precedente finale è diretto. Fry infatti subisce l'influsso del multiverso e recupera i ricordi della realtà alternativa in cui lui e Leela hanno vissuto insieme fino alla vecchiaia in un universo fermo nel tempo. Da qui inizia l'ossessione per scoprire che cosa è successo, e la minaccia di una nave fantasma che sembra essere il relitto della Planet Express che ha subito danni fatali all'inizio della puntata.

Devo dire che l'inizio con la dismissione dell'astronave mi stava quasi facendo commuovere, perché davvero la PE è quanto mai rappresentativa di tutto quello che succede in Futurama, e vederla abbattuta e persa per sempre era davvero un peccato (probabilmente mi ha risvegliao ricordi traumatici di Battlestar Galactica). Da lì si entra poi nella parte della storia in cui Fry subisce i dejà vu, fino alla battaglia finale a bordo della nuova Planet Express.

La puntata è sicuramente valida, e riesce a tenere bene il ritmo pur cambiando continuamente situazione. Forse però il dramma di Fry rimane anche troppo tangenziale al procedere della storia, e non viene mai sviluppato a fondo il modo in cui perscepisce una storia dimenticata, tutto quello che succede sono dei flash dai quali si ritrova privo di sensi. Inoltre, anche se la conclusione è a suo modo romantica (ed è una scelta perfetta che a sposare Fry e Leela sia proprio Zapp), il fatto di resettare di nuovo la coppia nel momento in cui riesce a raggiungere la sua unione definitiva è un po' on the nose, e anzi proprio perché sappiamo che per qualche ragione questa cosa non avverrà mai nel canone della serie, appena si vede accadere capiamo che quello che sta succedendo in qualche modo non è "reale" e sarà riscritto. E infatt il plot twist dell'universo alternativo (abbastanza intuitbile dal titolo) ripristina la situazione di partenza. Insomma un altro uso del reset button nel rapporto Fry/Leela che credevamo di esserci lasciati indietro dopo il quarto film.

C'è anche da dire che nel 2024 questa pressione per il matrimonio comincia a diventare anacronistica. Dopo tutto Fry e Leela stanno insieme come coppia stabile da anni, convivono e condividono tutto: è davvero importante che siano ufficialmente sposati, a questo punto? Forse si potrebbe trovare qualche obiettivo nuovo, meno burocratico e più concreto, per dare forza alla loro relazione.

Insomma, se da una parte l'episodio di per sé funziona, inteso come finale di stagione e potenzialmente di serie rimane più debole, e già rispetto al finale della stagione 8 a mio avviso risulta inferiore, sia dal punto di vista del sense of wonder che della forza emotiva. Fortunatamente sappiamo che, almeno nel nostro universo, avremo altri 20 episodi di Futurama, quindi possiamo rimandare le preoccupazioni al prossimo finale di serie ever. Voto: 7/10


Futurama 9x09 - The Futurama Mistery Libbery / Il mistero della libberia

Ogni stagione di Futurama ha il suo episodio non-canon suddiviso in tre ministorie accomunate da un tema proposto in tre variazioni. Queste puntate (nella tradizione di quelle di Halloween dei Simpson) sono spesso degli hit-or-miss, perché possono essere molto gustose o molto fiacche. Quella della stagione 8 per esempio, è stata una degli episodi peggiori ever della serie, a mio avviso. Difficile fare peggio di così.

 

Infatti il tema di questo episodio è quello delle storie del mistero per ragazzi, basate su tre prodotti di successo (libri o cartoni) che sono stati riadattati coi personaggi e il contesto di Futurama. Il problema stavolta è soprattutto quello di distanza culturale, perché due dei tre prodotti di origine mi erano sconosciuti, e sono probabilmente noti al pubblico americano ma non oltre, per cui è difficile cogliere le reference, che in puntate di questo tipo sono una parte consistente del valore.

Nel primo segmento la protagonisa è Leela che cerca di risolvere il mistero di alcuni oggetti scomparsi, e la puntata sembra assumere un twist quando dal libro iniziale si passa poi a un libro-nel-libro, che avrebbe potuto dare origine a una struttura ricorsiva ma invece finsice lì. La soluzione è simpatica, ma non così brillante.

La seconda parte è quella che ho gradito di più, forse proprio perché l'ho riconosciuta: Fry è un equivalente di TinTin, l'investigatore storico francese che gira per il mondo a scoprire misteri archeologici. In questo caso i diversi personaggi coinvolti sono tutti una trasposizione azzeccata di quelli originali, e la soluzione del furto di reperti ha un twist efficace.

Nel terzo Bender è la trasposizione di un tale Billy Encyclopedia di una serie mistery per ragazzi, anche qui in cerca della soluzione di un caso di sparizione, che viene poi spiegato con il cameo finale di Niel DeGrass Tyson. Un deus ex machina simpatico ma che tronca un po' la vicenda.

Per la media di questi episodi è sicuramente da apprezzare, ma rispetto a una puntata regolare è piuttosto scarso, e sembra sempre che si sprechi l'occasione di fare qualcosa di davvero ambizioso, una volta privi dei limiti imposti dal canone della serie. Voto: 5/10


Futurama 9x08 - Cuteness overlord / Tenerezza esagerata

Come previsto questo episodio è incentrato su Amy, che si trova invischiata nel collezionismo ossessivo di pupazzetti con gli occhioni carini. Tutto inizia quando fa visita all'orfanotrofio per mostrare ai suoi tre figli viziati quanto sono fortunati ad avere tutto quello che vogliono, e scopre dell'esistenza dei Fuzzy Funball, animaletti pucciosi che sono ufficialmente giochi per bambini, ma essendo collezionabili (e con diversi tassi di rarità) diventano ben presto oggetto delle attenzioni degli adulti. Esempi di prodotti simili ce ne sono a decine in ogni epoca, e la subcultura del collezionismo è una delle forze più potenti per molti adulti (molto più dei bambini a cui i giochi sono presumibilmente rivolti).

Il tutto porta a due conseguenze impreviste. Da una parte, Amy trascura i suoi doveri di madre e diventa una persona orribile quando arriva addiritutra a sottrare il pupazzo a una delle povere orfanelle. Dall'altra, la cuteness di questi fuzzy è tutt'altro che innocua, perché come spiegato dal Professore, può diventare una strategia evolutiva molto vantaggiosa e la diffusione dei pupazzi forse non è solo un'abile manovra di marketing.

La puntata tutto sommato funziona, riesce a dare un miniarco ad Amy e un po' di spazio a personaggi secondari, mantenendo anche un tono abbastanza divertente. L'idea di fondo è valida, e una volta svelato il mistero arriva alla conclusione senza plot twist o cliffhanger finali, per questa volta. C'è naturalmente anche un certo livello di critica al consumismo e alle bolle speculative, che riprende un po' quello che avevamo già visto parlando degli NFT.

Un punto di merito per il titolo che è un gioco di parole sfuggito anche alla stessa Hulu: di solito si dice "cuteness overload" per intendere quel "sovraccarico di tenerezza" quando vediamo qualcosa di ultrapuccioso, ma qui la seconda parola ha una R al posto della A, ed è quindi "overlord", ovvero "sovrano". Il significato del pun ovviamente emerge dalla puntata, ma molti non lo hanno notato.

In definitiva un'altra puntata discreta, che mantiene la media della stagione con un voto 7/10