Hallucigenia

Era da un po' che non mi coinvolgevano in un'antologia, anche perché ultimamente mi sto tirando indietro da vari progetti perché il tempo e la voglia mancano sempre di più. Tuttavia quando il buon prof aretino Andrea Berneschi, con cui ho condiviso alcuni dei miei primi passi editoriali (faceva parte di quel gruppo variegato con il quale è uscita la mia prima antologia Spore e la sua prima antologia Necroniricon), mi ha proposto di scrivere un racconto "fantasy psichedelico", io ho risposto "checazzo vuol dire". Poi mi ha spiegato che voleva dei racconti fantastici surreali e allucinati, che forse più che fantasy penso che si possano inquadrare nell'ambito del weird che tanto ingloba tutto quello che è oco definibile, ispirati da Dalì, Bosch, Jodorowsky. È  stato a causa sua che mi sono procurato e ho letto L'Incal, e questo avveniva alcuni anni fa perché il progetto era nato prima con una certa intenzione, si è perso per la strada e poi è stato recuperato e finalmente ha trovato la sua via nell'antologia Hallucigenia.


Che poi, chiedi a me di partecipare a una raccolta che porta come titolo il nome di una enigmatica creatura preistorica della notte dei tempi, cioè, stiamo a posto proprio. Onestamente non ho letto niente degli altri racconti presenti, ma ci sono nomi interessanti che si muovono nel sottobosco sia dell'editoria tradizionale che self, come gli stessi curatori Andra Berneschi e Michele Borgogni, ma anche Lorenzo Davia, Giorgio Smojver, Ambra Stancampiano, Flavio Torba, Stefania Toniolo. Insomma le prospettiva sono buone. L'introduzione è di Cristiano Saccoccia e abbiamo endorsement e blurb di Vanni Santoni.

Il mio racconto che chiude la racoclta (presumo per mere questioni alfabetiche) è Il canto della gigattera, una storia di guerra in cui il protagonista è un gastronauta (sic), un pilota di balene che per dirigere queste bestie sottomarine deve farsi ingoiare e sottoporsi a una digestione controllata che gli permette di entrare in contatto con il loro subconscio... e potenzialmente con quello del padre morto digerito da quella stessa gigattera prima di lui.

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Doctor Who 14x07+08 - The Legend of Ruby Sunday + Empire of Death / Il dio della morte + Morte e rinascita

Forse se avessi fatto il commento separato per i due episodi che fanno da finale di stagione la prospettiva sarebbe stata diversa, ma visto che ero in ritardo di una settimana, recupero così. In ogni caso fondamentalmente sul primo del doppio episodio c'è poco da dire, visto che tutto si concentra sull'investigazione del mistero di "Susan", la donna che compariva continuamente nel corso della stagione in varie occasioni, e della madre di Ruby che la abbandona davanti alla chiesa la notte di natale 2004 e che è impossibile da identificare. Tutto questo avviene grazie all'aiuto della UNIT, con Kate Stewart e Mel che avevamo già rivisto in The Giggle. Il Dottore ha motivo di sospettare che quella Susan sia sua nipote, abbandonata sulla Terra migliaia di anni prima, anche perché ha fondato un'azienda che si chiama Triad Technology, e quindi S. Triad = Tardis. Per qualche ragione crede che il mistero di Susan e quello di Ruby siano collegati, quindi li investiga in parallelo finché scopre che Susan non c'entra niente con tutto questo ed era solo una trappola preparata dal vero nemico, che era S. Tech = Sutekh.


Sutekh è uno dei villain storici della serie classica, per la verità comparso in un unico episodio The Pyramids of Mars con il Quarto Dottore, tuttavia è rimasto impresso perché era uno dei più potenti esseri mai affrontati e che inizialmente aveva avuto la capacità di sottomettere il Dottore. Alla fine era stato "esiliato" nel time vortex e quindi si presumeva che fosse rimasto lì per sempre. A quanto pare invece, fin da allora Sutekh si era agganciato al Tardis e quindi aveva viaggiato con il Dottore per tutto il tempo e solo adesso si rivela con i suoi araldi di morte per annientare tutta la vit dell'universo, poiché in quanto dio della morte questo è il suo unico scopo.

The Legend of Ruby Sunday si conclude con il cliffhanger della rivelazione del nemico, ma l'inizio di Empire of Death rende subito chiaro che le stakes saranno basse perché a tre minuti dall'inizio tutto il cast secondario (a parte Ruby e Mel) viene eliminato: Kate, Rose Noble, vari compagni e amici della UNIT, tutti polverizzati (oltre, presumiamo, anche al Quattordicesimo Dottore con la faccia di Tennant che è ancora lì da qualche parte...). Di qui si deduce che l'episodio finira con un reset totale della situazione, e quindi tutta la tensione si dissipa. È chiaro che ci aspettiamo che il Dottore in qualche modo risolva sempre la situazione e sconfigga anche il dio della morte, ma mostrando subito una devastazione così totale, si perde completamente l'ansia che qualcosa di definitivo possa succedere davvero.

Purtroppo i problemi di questo episodio non si fermano qui, perché quello che segue è una serie di eventi inconsequenziali e incoerenti. Per qualche ragione Sutekh stesso (che è il dio della morte e che non desidera altro che l'annientamento di tutta la vita) è ossessionato dall'identità della madre di Ruby, e non uccide in maniera rapida lei e il Dottore solo perché cerca questa rispota. Il Dottore stesso è convinto che la soluzione a tutto il mistero stia lì (un sillogismo che non ha nessun fondamento), e quindi la sua preoccupazione principale di fronte all'universo completamente privo di vita è scavare ancora nei ricordi di Ruby o farle un test del DNA per scoprire chi è sua madre. Questa scoperta è così importante che permette al Dottore e Ruby (dopo che anche Mel è stata posseduta da Sutekh) di avvicinrsi al dio della morte e metterlo al guinzaglio. Letteralmente, al guinzaglio. Perché ha la forma di un cane, capito?

E quindi lo agganciano al Tardis (che peraltro finora era "in suo potere" era "il suo tempio" e non sarebbe "mai stato suo di nuovo") e lo portano a correre nel time vortex. Questo per qualche ragione resetta gli effetti della polvere di morte che aveva diffuso (la spiegaizone è che "death of death is life", e anche se possiamo accettare questa doppia negazione, non è chiaro in che modo trascinare Sutekh nel vortice debba innescare questo effetto, tanto più che il vortice Sutekh lo ha attraversato per millenni aggrappato al Tardis). Quindi Sutekh si disspia, venti minuti e due incontri dopo la sua rivelazione nel finale dell'episodio precedente. Tutti vivono, tutti felici.

C'è ancora da risolvere il mistero della madre di Ruby. Che si rivela essere: nessuno. Nessuno di speciale, così come Ruby. Non ha niente di speciale, ed era speciale solo perché loro le stavano dando importanza. Non è cozy e confortante? Che bel messaggio...

...se non fosse che non è stato il pubblico a pensare che la madre di Ruby fosse speciale, ma è stato lo show a puntare continuamente in quella direzione. Ruby faceva nevicare soltanto pensando a sua madre, il segreto sepolto dentro di lei ha fermato il dio della musica Maestro che ne era rimasto spaventato, la madre di Ruby sfuggiva all'identificazione del Tardis e del dio della morte, ha alterato i ricordi del Dottore durante il loro incontro nel 2004 e inoltre aveva fatto quell'azione dramamtica di puntare verso il Dottore/Tardis/qualcosa come un avvertimento e hanno passato un'intera puntata a investigare questa cosa.

Per cui arrivare a dire che la madre era solo una ragazzina quindicenne che la notte di natale vestita con un mantello con cappuccio va ad abbandonare la figlia davanti una chiesa e poi indica il cartello col nome della strada per dare il nome alla bambina e non ha niente di speciale nessun potere nessuna backstory nessun segreto, non ha assolutamente senso. Non tanto perché dovesse esserci la grande sorpresa, ma perché ciò che è stato settato all'interno della storia contraddice completamente la risoluzione che è stata data. E non si può giustificare con il fatto che questa cosa è "tematica" e porta il messaggio ("tutti possono essere speciali") ma è stata ottenuta con l'inganno e non chiarisce alcune delle dinamiche che sono state presentate (la nove, l'alterazione dei ricordi, la mimesi). Inoltre non ha senso nemmeno dal punto di vista mondano, perché le azioni della madre di Ruby durante l'abbandonon della figlia non sono affatto plausibili per il contesto.

Qui Davies ha portato avanti dei misteri e li ha trattati tutti come red herring, false piste che non avevano una soluzione e non intendono averla. Il mio sospetto in realtà è che abbia cambiato idea tr l'episodio di natale con i goblin e questo, e quindi la scena dell'abbandono è cambiata (e non ha potuto fare finta di nulla) ma non aveva una soluzione pronta e quindi l'ha trattata così. Questa però non è una soluzione soddisfacente, è incoerente e anche disonesta perché si basa su una costruzione portata avanti con estrema attenzione dalla storia per poi dissolverla in niente. E sarebbe più accettabile se quella della madre di Ruby fosse una storyline collaterale, ma è integrale alla disfatta del villain epico che è stato riesumato dall'alba dei tempi, per cui non si può trattarla come una spetto secondario. Aggiungendo a questo anche il red herring su Susan, diventa del tutto inaccettabile.

La verità, e sarebbe il caso che il fandom di DW lo accettasse, è che RT Davies non ha mai saputo scrivere archi narrativi. Non ho mai capito come si sia diffusa questa idea che Davies sapesse scrivere le stagioni e Moffat i singoli episodi, perché la costante nelle stagioni e nei finali di Davies è al contrario un anticlimax totale. L'unico arco degno di questo nome della tenuta di Davies è stato quello di Harold Saxon, per il resto da Bad Wolf in poi non c'è mai stato niente di efficace, coerente e ben programmato, ma sono sempre state rivelazioni con vaghi foreshadowing sparsi a caso nel corso degli episodi precedenti. Al contrario tutto l'arco di Melody Pond, delle crepe nell'univeros, dei Silence, anche dell'ibrido, ma addirittura il Timeless Child, per quanto abominevole, aveva comunque più senso e coerenza in quanto arco narrativo. Questo no.

Questa stagione nel complesso è stata più che soddisfacente, nei commenti degli episodi precedenti ho epsresso tutto il mio apprezzamento, ma questo finale è uno dei peggiori, mi sbilancio a dire anche peggiore di quelli di Chibnall, che per quanto deludenti almeno davano delle risposte. Non sto dicendo che rimpiango Chibnall, assolutamente, i suoi episodi eran insipidi e non sapeva come gestire il Dottore e le potenzialità dello show, cosa che Davies invece è capace di fare, ma questa conclusione nello specifico è davvero detestabile.

In tutto ciò, alla fien dell'episodio Ruby se ne va e il Dottore piange (ancora: va bene che questo è un Dottore molto emotivo, ma non è che gli deve scendere la lacrimuccia ogni volta), eppure sappiamo già che Millie Gibson sarà presente nella prossima stagione quindi... non se ne va davvero? Insomma anche qui sembra che siamo davanti a qualche red herring. Intanto aspettiamo l'episodio di natale, che tonerà in mano a Moffat, per grazia di dio.

Nel complesso il primo episodio del finale è sufficiente, ma il secondo terribile per cui la media di questo finale è un voto 5/10


Doctor Who 14x06 - Rogue / Nessuno è quel che sembra

Avevamo bisogno di un episodio regency in Doctor Who? Evidentemente sì, perché Rogue è proprio questo, portando il Dottore e Ruby in piena atmosfera Bridgerton con balli di corte scandali e tradimenti. Non è nemmeno una citazione o un parodia, è un riferimento diretto e forse gli stessi alieni antagonisti della puntata sono lì proprio per quello. Un po' come in Futurama gli omicroniani attaccano la Terra perché appassionati delle sue serie tv interrotte, qui questi mutaforma vengon a fare cosplay sulla Terra nelle loro epoche preferite.


Da una parte l'idea che i motivi degli avversari fossero così futili mi è sembrata azzeccata: per una volta non abbiamo piani di conquista morte e distruzione, ma soltanto qualcuno che vuole giovare e divertirsi, in questo caso a impersonare umani inconsapevoli nei loro futili intrighi amorosi. Dall'altra, introdurre ancora dei mutaforma che prendono il posto degli originali, quando già abbiamo gli Zygon, e quando di recente abbiamo fatto lo stesso giochino in Wild Blue Yonder forse si poteva evitare.

Ma al di là del monster of the week, la cosa notevole probabilmente è proprio il Rogue del titolo (quello originale almeno, quelli italiani lasciamo perdere). Rogue è un cacciatore di taglie che al pari del Dottore si è infiltrato in questa occasione per stanare e catturare gli alieni cosplayer, e fin dal loro primo incontro l'affiatamento è evidente. Dopo il solito bickering di due frenemies alla pari (molto simile a quello con River Song, si vede che il Dottre si innamora così) arriviamo alla prevedibile alleanza e a un autentico innamoramento del Dottore per questo fascinoso avventuriero. Ora, come ho già detto altre volte a me non piace molto il Dottore romantico e piacione (per quello nell'epoca moderno ho preferito Capaldi agli altri) però ne posso accettare la caratterizzazione, e bisogna ammettere che questo tipo di personaggio esce molto bene a Gatwa. Qui però mi è sembrato che il Dottore cadesse troppo facilmente e troppo velocemente nell'amore totale, pronto a lasciarsi tutto indietro per stare con Rogue. Insomma, anche se immagino che abbia bisogno di colmare qualche vuoto affettivo (anche se dovrebbe essersi curato dopo la bigenerazione, a quanto sappiamo), qui mi è sembrato al limite del macchiettitsico, uno di quegli instant love da wattpad.

Questo aspetto mi ha fatto un po' uscire dall'immersione, ma tutto sommato l'episodio è gradevole e ben costruito, seppur non troppo sorprendente. Un buon filler senza pretese e con qualche sequenza d'effetto. Voto: 6.5/10


Doctor Who 14x05 - Dot and Bubble / Il pianeta dei mostri

Prima di commentare questa puntata mi vorrei soffermare un attimo sulla traduzione dei titoli degli episodi, che io scopro al momento in cui scrivo questi commenti perché seguo la serie in lingua originale. L'algortimo della morte / Il cerchio delle fate / Il pianeta dei mostri / Nessuno è quel che sembra (questo è il prossimo ma il titolo si sa già). Insomma, seriamente? Spero che il doppiaggio sia all'altezza...

 

Detto ciò, questo episodio è probabilmente il più blackmirroresco mai visto nella serie. Ce ne sono altri che hanno una vena distopica bleak che possono essere assimilati, ma qui l'ambientazione in un mondo in cui tutti sono così assuefatti dal proprio spazio social da dimenticarsi come si cammina (letteralmente) è qualcosa che subito richiama il titpo di critica sociale che si vede in Black Mirror. E anche questo, come il precedente, è tutto sommato un episodio low Doctor, perché il Dottore e Ruby, a parte la scena finale, sono presenti in maniera molto marginale durante le interazioni su schermo con la protagonista. Quindi di nuovo, una formula un po' più originale del classico episodio di DW.

L'episodio è ben costruito e si basa in buona parte sulla conduzione della protagonista, una delle ragazze che fanno parte di questo mondo colonizzato e circoscritto in una "bolla" (facile capire il gioco di parole) che le tiene sempre in contatto con una cerchia ristretta di contatti, ma al tempo stesso impedisce loro di vedere poco oltre il proprio naso (anche qui, letteralmente). Anche qui le metafore sono ben evidenti, e la minaccia dei mostri che stanno in attesa di mangiare chi gli va incontro è a sua volta interpretabile a diversi livelli di allegoria.

A questo punto, devo ammettere che questo episodio mi ha fregato. Pur apprezzando tutti questi aspetti, mi ero convinto che il finale sarebbe andato nella direzione di rivelare che i lumaconi fossero parte integrante del sistema, che non fossero un'invasione esterna ma un modo in cui era previsto che la loro società deviata venisse ripulita, perché troppo flaccida per riuscire anche a scappare da creature quasi immobili. Questo viene in parte accennato, ma in realtà non è il punto di arrivo della storia. Perché verso la fine, e il primo segnale è il momento in cui la protagonista lascia sacrificare il suo salvatore, qualcosa cambia bruscamente, e la prospettiva di tutto quello che abbiamo visto viene cambiata.

Il Dottore che è lì per salvare queste persone, si trova davanti a persone che non vogliono essere salvate. Che rifiutano il suo aiuto (dopo averlo avuto) solo sulla base di un pregiudizio e della loro posizione privilegiata di entitled rich kids. Questo anche dopo aver vissuto una situazione che li ha forzati a prendere coscienza di un mondo più complesso e pericolo di quello che conoscevano, che li ha forzati a uscire dalla bolla in cui però hanno scelto di continuare a vivere. In molti ci hanno visto anche una metafora razzista, e la diffidenza iniziale e continuativa verso il Dottore rivolta anche a questo, e se questo aspetto sicuramente è presente (infatti tutti gli abitanti del mondo ideale sono giovani bianchi), a mio avviso non è quello predominante, non è tanto il discorso della razza a separare loro e noi, quanto la diversa appartenenza di base, che si sarebbe espressa anche con la razza in comune (infatti a Ruby non viene riservato un trattamento diverso).

Qui Ncuti Gatwa riesce a rendere un'interpretazione eccellente di un Dottore frustrato e incredulo, che sente di aver fallito nonostante abbia fatto quello il suo meglio e che è costretto ad ammettere che a volte nemmeno lui può cambiare le persone più spregevoli. Siamo quindi a due episodi di fila in cui il Dottore viene fondamentalmente sconfitto, non si sta mettendo bene per il Quindicesimo...

Dot and Bubble è un altro episodio coraggioso ed efficace, capace anche di sorprendere gli spettatori più scafati come me. Il che inizia a rendere questa stagione davvero di buon livello. Voto: 8/10


Doctor Who 14x04 - 73 Yards / Il cerchio delle fate

Ogni tanto in Doctor Who capita di avere degli episodi Doctorless, in cui il Dottore è pressoché o del tutto assente. Uno dei più famosi della nuova era è Blink, in cui il Dottore appare pochissimo ma è comunque più presente di quanto lo sia in questo 73 Yards, dove sparisce a pochi minuti dall'inizio e ricompare solo nel finale, e per tutto il resto della durata rimaniamo soli con Ruby. Sono sempre episodi stimolanti, che cambiano un po' la formula, anche se forse siamo un po' troppo indietro nella conoscenza sia del Dottore che della companion per poter fare un esperimento del genere. Alla fine direi comunque che ha funzionato.

 

Fondamentalmente questo episodio è un crossover tra Blink e il film It Follows, in cui una ragazza è continuamente inseguita da un'entità invisibile agli altri che le cammina incontro cercando di raggiungerla. In questo caso invece la ceratura si mantiene a distanza (73 iarde, quantunque valga questa misura) e non cerca nessun contatto, si limita a fare gesti (che a quanto pare sono traducibil nella lingua dei segni) e parlare con chi le si avvicina. Ruby si trova perseguitata da questa strana entità dall'aspetto di una vecchia dopo che il Dottore ha inavvertitamente calpestato un cerchio delle fate e lei ha letto alcuni messaggi lasciati su di esso. Non è ben chiaro perché (e non verrà spiegato) ma dopo questo incidente il Dottore scompare completamente e il Tardis rimane inaccessibile. Dopo qualche tentativo di rintracciarlo Ruby si rassegna a tornare a casa e vivere la sua vita, con la vecchia che la stalkera a distanza e fa fuggire inorridito chiunque le si avvicini. A quanto pare l'essere convince le persone che Ruby sia una persona orribile da cui bisogna allontanarsi in fretta e senza nessun appello, ed è così persuasiva che pure sua madre e il personale addestrato della UNIT ci cascano.

Questa dinamica si intreccia a quella dell'ascesa di un leader pericoloso, che al giorno stesso delle sue elezioni medita di acquisire delle armi nucleari e lanciarle, e che Ruby si convince di essere in grado di fermare grazie alla conoscenza futura di quello che farà. Tuttavia, pur sfruttando in maniera ingegnora il "superpotere" dell'apparizione che la segue (il semperdistans), questo non basta a liberarla della maledizione. La vita di Ruby prosegue e la vediamo diventare adulta e vecchia, la vediamo sul letto di morte, la vediamo in punto di morte. E il tutto si riallaccia poi in un loop temporale in cui è lei stessa a cercare di mettersi in guardia dal calpestare il cerchio delle fate. Un loop chiuso (e si potrebbe obiettare non del tutto coerente), ma il punto non è questo visto che il potere dell'entità (che sia o meno Ruby che si "proietta" nel passato) e la sparizione del Dottore non vengono spiegati.

È vero che come ammesso anche da Kate Stewart, questa epoca (ovvero questa stagione) sembra dare più spazio ai fenomeni semplicemente soprannaturali, senza rivestirgli di gimmick fantascientifiche technobabblose, e quindi in questo caso potremmo accontentarci di magia, fokllore, faerie, maledizioni. Forze ed entità che possono "bandire" il Dottore senza nessuna difficoltà e che non hanno difficoltà a manifestarsi al di là dello spazio e del tempo. Ma tutto è allegoricamente interpretabile anche come una rappresentazione della paura dell'abbandono: Ruby è orfana e quindi è cresciuta con il trauma di essere stata abbandonata e che tutti possano lasciarla, come dice lei stessa da vecchia alla fine della sua vita. In questo senso anche il fatto che salvare il mondo  non la liberi dalla maledizione è significativo, perché mostra come questo problema non si può affrontare cercando uno "scopo" più grande, che dia un senso a questa paura e al sacrificio che stiamo compiendo. Si rimane comunque soli, se non si riesce ad affrontare la paura in sé, cosa che Ruby non ha saputo fare.

Insomma, un episodio atipico, che non concede risposte ma è costruito in modo efficace come mistery metafisico, e in cui l'assenza del Dottore non pesa. Forse un po' ingenuo il trucco con cui vogliono convincerci che Ruby abbia quarant'anni e un po' ripetitivo che per due episodi di seguito il Dottore combini casino non guardando dove va... ma è comunque un livello davvero alto e ambizioso per la serie. Voto: 8/10