Metà 2024 è passato e quindi sarebbe il caso di fare un semibilancio delle letture dell'anno, ma non lo faremo perché why bother. In compenso ripercorriamo le letture degli ultimi due mesi, rilevando come anche stavolta abbia avuto una discreta variabilità di generi, epoche, nazionalità, temi. Bravo me.
Iniziamo con uno dei miei esperimenti di lettura di autori self del fantastico. Ho provato con
Incantesimo di
Giulia Canteri che non mi ricordo in che modo ho selezionato. La storia di una principessa fuggita da un regno caduto che viene salvata da una misteriosa regina magica che sembra volerla legare a sé per sempre. Questo libro è un caso anomalo tra i self letti nell'ultimo anno e mezzo, perché laddove nella maggior parte dei casi questi erano irredimibili sotto tutti i punti di vista, stavolta ho percepito la presenza di un messaggio, di un nucleo tematico su cui la stori avrebbe potuto reggersi. Il rapporto ambiguo e quasi tossico tra la regina e la principessa, i sospetti incrociati, i tratti da thriller psicologico: elementi che ben diretti avrebbero potuto formare un fantasy se non altro più originale e personale della media che si trova in giro. Purtroppo l'esecuzione è gravemente insufficiente, la scrittura è scolastica, piena di ripetizioni ed errori di soggetti/tempi verbali, la struttura è assente, molti capitoli sono solo "cose che succedono" e non contribuiscono in nessun modo alla storia. Questo è il caso da manuale di libro (e autrice) che avrebbe avuto bisogno di un affiancamento, di maggior cura ed esperienza. Non è stato così, e anche l'"editing" dell'"editore" (Bookabook...) non ha portato nessun miglioramento. Se questo è il risultto di un testo sottoposto a revisione, si fa presto a immaginare le competenze di chi ci ha lavorato. Apprezzo le intenzioni, e ho fiducia che Canteri se continuerà a scrivere e a studiare, con meno fretta e più umiltà, potrà fare qualcosa di valido. Questo purtroppo rimane un
voto 4/10Una delle mie grandi lacune nell'ambti della fantascienza è il ciclo della Cultura di
Iain M. Banks. Di questo autore ho letto varie altre cose (se lo cercate qui dovrebbe uscire fuori) ma niente della sua saga più apprezzata nell'ambito della space opera. Mi ero preso
La mente di Schar (aka
Consider Phlebas) nella vecchia edizione Nord da Libraccio, e quindi ho pensato che fosse il caso di provare. Se da una parte si percepisce che è una storia scritta negli anni 90, per il modo di condurre la narrazione, dall'altra questa rimane una space opera fatta come si deve, con tanta immaginazione, un contesto ampio e variegato, personaggi memorabili e finale dolceamaro. Forse avrebbe potuto essere un po' più corto, e alcune parti dell'avventura sembrano slegate dal resto, quasi come se fossero puntate filler, però è tutto così avvincente che comunque si va avanti con piacere. Ci tornerò sicuramente, un giorno.
Voto: 7/10Non parlerò de
La strada. Quello che c'è da dire è già stato detto, e io non potrei aggiungere niente alla discussione. È la mia prima esperienza con la scrittura di
Cormac McCarthy (un altro dei recuperi che volevo far da tanto) e nonostante un po' di spaesamento iniziale, quando sono entrato nel flusso è stato totalizzante. Questo libro mi ha fatto male. Lo aveva fatto anche il film, quando l'ho visto anni fa. Non è un'analisi critica, è una questione personale. Non c'è niente di oggettivo, sto ragionando solo di pancia e di magone. Non voglio più leggere un libro così, anche se ho bisogno di altri libri così. Non posso esprimere un voto.
Tra gli eventi che capita occasionalmente di presentare alla libreria
Il Giardino delle Parole di Pistoia (passateci), l'ultimo della stagione 2023/2024 è stato il romanzo
Gente alla buona di
Mattia Grigolo. La storia di un borgo qualsiasi, nella campagna lombarda, uno di quei paesi dove tutti si conoscono e la gente mormora. Due generazioni contrapposte, con un eveno traumatico in mezzo a separarle, o forse unirle. Il romanzo si prende il suo tempo inizialmente per dare spazio a ognuno dei personaggi principali, molti dei quali sono una sorta di archetipo dei piccoli paesi (il matto, il prete, il contadino, il becchino) e la vicenda principale che fa da motore a tutto ci mette un po' a uscire sulle pagine. Nonostante ci sia una sorta di mistero alla base, in realtà la ricerca della soluzione non è il punto della storia, e quando la otteniamo è quasi anticlimatica, non risolve niente e anzi ci fa sentire ancora più privi di appigli, perché ora che sappiamo non abbiamo idea di cosa dovrebbe succedere (probabilmente niente). In questo senso il libro riproduce bene le dinamiche di questi posti in cui tutto cambia per rimanere sempre uguale. Manca forse un po' di mordente, perché la storia di per sé non è fatta per catturare e la scrittura non ha particolari guizzi (ho letto altro di Grigolo, e so che può essere più incisivo di così), per cui in diverse occasioni si ha la sensazione che si sarebbe potuto chiudere tutto molto prima, e che il racconto sia il pretesto per una sessione di autoanalisi. La presentazione comunque è stata una delle più divertenti che mi è capitato di condurre, e abbiamo potuto parlare dei personaggi dei rispettivi paesini di origine.
Voto: 6.5/10
Altro libro di cui avevo già visto il film prima, e a me
Cloud Atlas delle Wachoswski era anche abbastanza piaciuto, in controtendenza all'impressione generale. Avevo da tempo il libro di David Mitchell e mi sono deciso a iniziarlo. Interessante la struttura "nidificata" con le epoche che progrediscono dal passato verso il futuro e poi indietro, con il futuro remoto postapocalittico come cuspide di questa progressione. Veramente interessante il gioco letterario di usare forme diverse di narrazione, dal diario alle lettere al noir alla confessione, con le rispettive variazione della lingua e del tono delle storie. Non tutte le storie hanno lo stesso valore, in particolare la prima che apre e chiude il volume forse è proprio la più insipida, anche perché tra quando si inizia e quando si termina sono passate centinaia di pagine e non ci si ricorda nulla. Nel complesso però il gioco funziona, e il messaggio delle storie personali che attraversano le epoche e ispirano chi viene dopo a fare la propria piccola parte è motivazionale ma non consolatorio. Il climax della parte centrale del libro, con la storia nel futuro remoto, l'ho trovato abbastanza commovente, anche grazie ai title drop sapientemente distribuiti. Un romanzo ambizioso, che anche se non è riuscito al 100% merita sicuramente la lettura (come il film, del resto).
Voto: 8/10
A distanza di qualche anno dalla mia ultima incursione nel Regno di Taglia, ho ripreso la serie di
Luca Mazza/Jack Sensolini perché a breve uscirà l'ultimo capitolo. Ho letto quindi
Apocalemme, che rimette l'etica e l'epica nella saga che vantava niente di epico e niente di etico. La storia segue da una parte Re Sudario, impegnato nella sua guerra santa (
cappiata, in quanto guerra nel nome del messia impiccato) alle porte dell'inferno, contro schiere di demoni ispirate ai semi della briscola. Sì, è esattamente così, ci sono scartini, fanti e re di bastoni, spade, coppe e denari, ognuno con raffigurazioni e poteri particolari. Dall'altra parte ci sono i Fratelli di Taglia, la lega di mercenari senza affiliazione che devono decidere se riunire le forze per combattere l'imminente minaccia che straripa dall'inferno. Il livello di questo testo mi sembra di molto superiore a quello di
Vilupera, che pure era elevato. Se in quello si indugiava più nel citazionismo e nell'esagerazione, qui anche grazie a una costruzione più solida del mondo che si è accumulata andando avanti nel progetto, la storia assume una sua identità autonoma, e l'audacità letteraria porta a qualcosa che credo non si sia mai visto nel fantastico italiano. Continuano a esserci esagerazioni e catchphrase, caricature e splatter, ma è tutto estremamente serio nonostante la frivolezza, così che si riesce a ridere e appassionarsi allo stesso tempo. Un equilibrio sottile ma perfetto tra la farsa e il dramma, che mi ricorda gli spaghetti western (che io adoro). Probabilmente non tutti gli appassionati dei fantasy lo apprezzerebbero, e ci sarebbe una bella schiera di trigger warning da premettere, ma questo libro e questa serie, a mio avviso, è una delle poche cose che potrà rimanere del fantastico italiano di questo decennio.
Voto: 9/10
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