Doctor Who 8x04 - Listen

Fin da quando Steven Moffat è diventato lo showrunner di Doctor Who (cioè l'autore responsabile della serie nel suo complesso, che indirizza gli episodi, anche quelli scritti da altri sceneggiatori, verso i temi e l'arco narrativo da lui predisposti), la comunità degli Whovians ha subito uno scisma che vede contrapporsi sostenitori integralisti e detrattori terroristi del Moffat stesso. Già dai primi episodi da lui scritti per la serie (ancora ai tempi di Russell T Davies) si è evidenziata la sua propensione a basare le sue avventure sulle più remote paure infantili: è il caso degli Angeli (che non sono altro che la trasposizione fantascientifica del gioco 1-2-3-stella), degli incubi reali (quelli della Biblioteca), dei nemici dai quali puoi sfuggire solo trattenendo il respiro. La cosa curiosa è che il partito dei sostenitori afferma che da queste storie si palesi la grandezza di Moffat, mentre i suoi oppositori lo contestano proprio per la banalità di queste idee.

Anche Listen si inserisce nello stesso filone, in quanto essenzialmente si tratta di stanare e combattere il mostro sotto il letto. Il tutto parte con un monologo del Dottore, che ipotizza che come l'evoluzione ha sviluppato sistemi di caccia e di difesa perfetti, deve esserci da qualche parte anche il prodotto della perfetta mimesi, una creatura tanto abile a nascondersi che sia impossibile da individuare, anche se è costantemente intorno a noi. Questo si collega all'incubo ricorrente che tutti fanno almeno una volta nella vita, di una presenza che si muove nella notte intorno al nostro letto e appena mettiamo piede in terra ci afferra la caviglia intimandoci di tornare a dormire.

Personalmente non ricordo nello specifico se mi sono mai sentito afferrare la gamba, ma la presenza nel buio della camera da letto è sicuramente una delle esperienze più terrificanti e oppressive che si possa sperimentare. Dare la caccia al vero responsabile di questi incubi è un buon punto di partenza per una di quelle puntate che capitano ogni tanto dalle atmosfere tendenti all'horror. Mi vengono in mente almeno tre filmacci horror che sfruttano questo tema, ma in questo caso non si cerca di spiegarlo in chiave soprannaturale ma fantascientifica.

Ma in realtà il mostro sotto il letto non è il vero protagonista, piuttosto è un pretesto per un episodio che ha più peso nella continuity della serie di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Torniamo infatti a vedere Danny Pink, introdotto in Into the Dalek e a quanto pare personaggio chiave di questa stagione; e oltre a lui conosciamo anche un suo presumibile discendente, Orson, protoviaggiatore nel tempo finito fuori rotta. Entrambi dimostrano una connessione piuttosto forte con Clara, e forse anche con il Dottore stesso. Ma non è nemmeno questo l'aspetto più rilevante della puntata, perché a pochi minuti dalla fine dell'episodio si assiste a un'ultima scena, un nuovo incontro tra Clara e il Dottore lungo le loro timeline continuamente intrecciate, e scopriamo l'origine di questa fissazione del Dottore per il mostro sotto il letto e gli incubi che ti parlano.

E scopriamo anche qualcos'altro: un Dottore che sbaglia, un Dottore che ha paura e cerca risposte a domande che lo terrorizzano. La paura è come un compagno, la paura sarà sempre con te, è questo che il Dottore impara, e probabilmente si porta dietro dall'inizio del suo viaggio, da sempre. Credo che la forza di questo episodio stia soprattutto in questo: per una volta il Dottore non è l'eroe che conosce alla perfezione ciò che sta affrontando, non ha la soluzione in mano e anzi è lui stesso a convincersi (forse suggestionarsi) della natura del suo avversario. In questo senso l'episodio mi ha ricordato in parte Midnight, l'unica altra puntata del nuovo DW in cui il Dottore si è trovato completamente disarmato e incapace di reagire.

Poi sicuramente ci sono tanti particolari poco chiari. Alla fine non sappiamo se il mostro c'era davvero o no, anche se qualcosa si è visto. L'episodio non lo spiega, e ci fa capire che non importa, ma a qualcuno non piacerà questa idea. A qualcuno non piacerà che Clara abbia incontrato il Dottore bambino, anche se abbiamo già scoperto che si sono incrociati numerose volte per via di quanto accaduto in The Name of the Doctor; a qualcuno non piacerà che il sistema di mimesi perfetta ipotizzato dal Dottore è tutto sommato quello usato dai Silent, così come il fatto di non dover guardare il mostro è proprio l'opposto di quanto si fa con gli Angeli, che sono le due creature più rappresentative dell'era Moffat; a qualcuno non piacerà il riferimento forse forzato a The Day of the Doctor. Sono elementi che anch'io ho notato e che probabilmente deviano dalla via dalla perfezione una puntata eccellente. È vero, c'è qualche stonatura, ma alla fine dei conti se ne esce con un quadro decisamente più ricco di quello che avevamo finora, con questo nuovo Dottore che sta mostrando una serie di sfaccettature che sembrano quasi indirizzarlo a rifiutare il suo ruolo tipico. Per questo secondo me questo episodio merita un voto 8/10, e credo che difficilmente nel corso della stagione potrà essere eguagliato.


Un'ultima nota per concludere. Mi sembra di essere l'unico ad averci fatto caso, quindi chiedo conferma: ma solo a me sembra che Capaldi abbia gli orecchi montati a testa in giù? In questa puntata abbiamo anche un grazioso primo piano dell'organo in questione, e ditemi voi se non ha il lobo orientato nella direzione sbagliata...

4 commenti:

  1. Ciao Piscu
    Ma tu come ti collochi? Moffat secondo te è un grande o è banale?

    PS come tu non hai mai visto una puntata di Star Trek, io non ho mai visto Doctor Who... non che non si curioso, ma ogni volta che inizio a guardare una puntata su Rai4 succede qualcosa che mi costringe a interrompere

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  2. Moffat a mio avviso è un autore adatto ai tempi attuali. Non sono sempre convinto dalle storyline che mette insieme e da come tratta i personaggi, tende forse ad accentrare troppo la storia di fondo intorno agli elementi da lui introdotti, e credo che si questo che indispettisce i fan storici della serie che la seguivano negli anni 80, anche se c'è un abisso (per struttura, temi, tecnica) tra il DW classico e quello moderno.

    Ammesso questo, non si può negare che alcune delle storie più intriganti e geniali di tutta la serie provengano da lui, e che ha sempre fatto quadrare i suoi archi narrativi, forse con qualche artificio introdotto a posteriori, ma diamine, è DW, la continuity non è mai stata il punto forte di questa serie.

    Quindi io non sono un suo fan sfegatato ma apprezzo in linea di massima il suo lavoro. Condivido comunque anche l'idea che un cambio ai vertici potrebbe giovare, Moffat è alla direzione da quattro stagioni e forse dopo quella in corso sarebbe una buona idea pensare a un cambiamento.

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  3. ...solo che se non hai mai seguito DW non hai idea di cosa sto parlando!

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  4. Qualche vaga idea ce l'ho: sono riuscito a vedere alcuni pezzi di puntate con Matt Smith (che mi era simpaticissimo), ma non abbastanza per capire se la serie mi piaccia e poi, seguendo varie fonti di informazione sulla SF qualche informazione sulla serie la ho (le companion, le rigenerazioni, gli angeli...)
    E poi ho letto anche dei rumors sul fatto che Moffat potrebbe lasciare la serie :)

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